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ROBERTO, LA MOSTRA DI PITTURA E IL 13ESIMO QUADRO racconto (951-952) di Dino Secondo Barili

Post n°18891 pubblicato il 12 Aprile 2015 da dinobarili
 

        11 APRILE 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 11 aprile 2015 – Sabato  - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

951-952

Roberto, la Mostra di Pittura …

Milano è una bellissima città dove il lavoro non manca mai. Il lavoro, però, è un’arma a doppio taglio. Se da una parte serve per vivere e produrre benessere … dall’altra non bisogna dargli troppo spazio. Cioè, non farne il fine ultimo dei propri pensieri. Due anni fa, ne ha saputo qualcosa il Dott. Roberto, quarant’anni, single, Dirigente di una Agenzia Commerciale. Era talmente preso dal lavoro che pensava di essere diventato un Robot. Lavorava anche sette giorni su sette. Quando si esagera con il lavoro i risultati sono dei tracolli psicologici pirotecnici. Per fortuna che il Dott. Roberto se ne è accorto in tempo. Cominciò a svegliarsi dieci volte per notte … e, questo fatto, lo mise “sull’allerta”. Ne parlò con il suo coetaneo, amico e Collega Federico il quale era passato da un’analoga esperienza. “Roberto, anch’io mi sono accorto in tempo che il lavoro non è tutto. Anzi, mi sono subito scelto un’attività alternativa dove posso liberarmi la mente … e ricrearmi lo spirito. Ogni sabato mi dedico alla pittura. Vado in Lomellina. Cerco qualche Cascinale abbandonato e mi diverto a ritrarlo … come fosse un gioco. Un gioco il cui fine ultimo è il piacere mio … totale e assoluto” Per il Dott. Roberto, il suggerimento, è stata l’ancora di salvezza. Anche lui quando era una ragazzino delle scuole elementari si divertiva a dipingere. Amava i paesaggi, i cascinali, i torrenti e le rogge vicino a casa sua. Una volta sua nonna Marina ha fatto incorniciare dei suoi disegni colorati. A volte le nonne sanno sempre cosa dire per far piacere ai nipoti. “Roberto, quando sarai grande … farai il Pittore” Immaginarsi un ragazzino della terza elementare sentirsi dire una cosa del genere dalla nonna. Era come  diventare alto un centimetro in più. Ora, però, il Dott. Roberto era il Dirigente di una Agenzia Commerciale. Una persona seria e stimata. Non era più quel ragazzino della terza elementare. Però, il Dott. Roberto era in crisi per il troppo lavoro. Perché non accarezzare l’idea suggerita dalla nonna Marina? Decise di prendersi due giorni alla settimana di riposo per ritrovare l’equilibrio perduto. Si recò presso un Colorificio e trovò tutto ciò che serviva ad un pittore dilettante. Anzi, è entrato subito nelle grazie del Proprietario del Colorificio, il Signor Daniele, il quale lo ha  spronato nell’attività. “Dott. Roberto, quando ha terminato un quadro me lo porti. Lo espongo in vetrina. E’ un modo per saggiare i gusti delle persone” Sembrava che “il mondo” volesse che diventasse pittore. Il Dott. Roberto si mise di buona lena e abbozzò un quadro. Quando lo terminò ne rimase totalmente deluso. Schifato. Lo considerò un vero e proprio obbrobrio. Comprese immediatamente che ogni attività, per dare dei risultati, ha bisogno di passione e di un impegno senza limiti. Ormai, il Dott. Roberto aveva fatto la sua scelta. Lesse, prese appunti, chiese informazioni, frequentò corsi accelerati per il recupero di tutto ciò che non sapeva o ignorava … Alla fine, un anno fa, il Dott. Roberto, non solo aveva ritrovato il giusto equilibrio tra vita lavorativa e personale … ma, al sabato e alla domenica, poteva dedicarsi alla sua attività preferita: il disegno e la pittura. Ormai a Roberto bastava un foglio di carta e una matita per creare un capolavoro. Intanto, la sua passione l’aveva spinto a ricercare sulle bancarelle dei Mercatini dell’usato, cartoline e vecchie fotografie di Cascinali Pavesi … molti dei quali sono scomparsi. Di essi sono rimasti, spesso, solo il nome e quelle vecchie fotografie. Era proprio da quei soggetti che Roberto era attratto. Su una bancarella di un Mercatino di Broni (Pavia) nell’Oltrepò Pavese, Roberto acquistò alcune vecchie fotografie di una Cascina abbandonata. Dietro alle fotografie c’erano delle scritte a mano … “immagini della Cascina della Lupa” con parecchi nomi di donna. Roberto ne rimase affascinato. Fece ricerche. Chiese informazioni. Nessuna notizia. Sembrava che la Cascina della Lupa non fosse mai esistita. Un sabato mattina di un anno fa, Roberto si recò in Lomellina. Stava prendendo un caffè in un Bar di Mede Lomellina (Pavia) quando ha incontrato un vecchio compagno di Università, il Dott. Lamberto. A Lamberto, Roberto mostrò le vecchie fotografie della Cascina della Lupa. “Lamberto conosci o hai conosciuto per caso una Cascina così?” L’ex-compagno di Università ne aveva sentito parlare e sapeva a chi rivolgersi per sapere dove si trovava. Era il Signor Mario. Un arzillo novantenne che per una vita aveva fatto il camparo, l’addetto all’acqua delle rogge. E’ stato lo stesso Signor Mario ad accompagnare Roberto sul luogo, in mezzo alla campagna, dove si trovava, una volta, la Cascina della Lupa. Roberto aveva trovato il suo ambiente ideale. Il luogo dove ricostruire la Cascina che non c’era più … ricrearla sulla base delle fotografie in suo possesso. Per una settimana Roberto ha continuato a fare schizzi, bozzetti, disegni nei quali ricompariva un mondo ormai scomparso. Alla fine aveva abbozzato una serie di quadri come se la Cascina della Lupa fosse ridiventata realtà. Dodici quadri perfetti. Quadri nei quali, oltre alla Cascina, avevano trovato posto anche le persone che l’avevano abitata … immortalate nelle fotografie. Alla fine con i dodici quadri, Roberto, il Pittore Roberto …  poteva cimentarsi in una Mostra di Pittura sua personale. Quando il Destino ci mette lo zampino la vita diventa un gioco, un sogno, un puzzle … come fare un quadro. Roberto mostrò uno dei suoi quadri ad un amico di Milano, il Dott. Ulisse, appassionato collezionista, il quale appena lo vide si illuminò in viso. “Roberto voglio presentare i tuoi quadri con una Mostra di Pittura in un Albergo di Lugano”

(952) … e il 13esimo quadro (952)

Roberto ne fu felice. Lugano è una bellissima cittadina Svizzera, adagiata sull’omonimo Lago. Un luogo da sogno … come i quadri della Cascina della Lupa … sospesi tra il sogno e la realtà. All’allestimento della Mostra ci avrebbe pensato lo stesso Ulisse il quale aveva un debole per gli ambienti riservati e d’elite. Infatti, la Mostra è stata allestita nel nuovo Salone delle Feste dell’Albergo del Bel Sorriso. Quando Roberto entrò nel nuovo Salone delle Feste rimase stupito dell’abbondanza di stucchi, rifiniture in oro e preziosità di ogni genere. Il lusso andava oltre ogni limite. In quel lusso facevano bella mostra i suoi quadri. Ma la sorpresa più grande è stata l’incontro con la Proprietaria dell’Albergo, la Dott. Beatrice, una stupenda quarantenne …  alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. E’ stata la stessa Dott. Beatrice a fare i complimenti e le domande al Dott. Roberto. “… come ha fatto ha ricostruire in tutti i particolari la Cascina della Lupa?” Roberto spiegò di aver trovato delle vecchie fotografie su una bancarella del Mercatino dell’Usato a Broni in Provincia di Pavia. I due esaminarono  ogni singolo quadro. Beatrice ricordava i nomi di alcune persone ritratte nei quadri. C’era la Signora Gina, la capa della mondine. La Signora Maria … una donnona che “segnava i vermi” facendo dei segni con le mani. La ricamatrice Rosanna … un figura fragile di donna … come i ricami che realizzava sulle lenzuola e sulle federe della “dote” delle ragazze … A questo punto, Roberto aveva capito che la Dott. Beatrice, Proprietaria dell’Albergo del Bel Sorriso, aveva a che fare con la Cascina della Lupa. La stessa ne spiegò la ragione.  “Io sono nata in quella Cascina. Ho lasciato quella Cascina quando avevo cinque anni e mio padre ha venduto la Cascina e ci siamo trasferiti a Lugano per acquistare e gestire questo Albergo del Bel Sorriso” Per Roberto è stata come la mano del Destino. “Beatrice possiamo darci del tu? Devo svelarti un segreto. Prima di venire a Lugano per questa Mostra, ho realizzato un quadro … il tredicesimo” Aprì una valigetta. Dentro c’era il quadro. Ritraeva la Casa Padronale della Cascina della Lupa …. e davanti alla casa c’erano schierati tutti gli ex-proprietari della Cascina. Beatrice li riconobbe subito. “Questa sono io. Avevo cinque anni … Cioè trentacinque anni fa … questa è mia nonna Anna e mio nonno Enrico. Questo mio Zio Gigi, Questa è la mia cuginetta Ilaria con lo Zio Antonio e la Zia Ambrogia … “ A volte non si sa cosa scatta nella mente delle persone. In quello stesso istante Beatrice aveva deciso. Roberto non avrebbe più lasciato Lugano … La quarantenne avrebbe fatto di tutto per trattenerlo … e così è stato. Perché la vita e l’amore sono fatti di tante piccole cose … Attimi di vita che creano felicità. - Questo è il racconto 951- 952  scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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