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OTTAVIO E LA FONTANA DELLA SALUTE racconto (949) di Dino Secondo Barili

Post n°18845 pubblicato il 09 Aprile 2015 da dinobarili
 

        8 APRILE 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 8 aprile 2015 – Mercoledì  - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

949

Ottavio e La Fontana della Salute

L’attuale vita frenetica porta spesso le persone all’esasperazione. Tutti vorrebbero fare di più e alla fine si ritrovano stressati e avviliti … senza aver raggiunto i risultati sperati. Un anno fa è capitata la stessa cosa al Dott. Ottavio, quarantacinque anni … ben portati. Sembrava un giovanotto. Responsabile di un Ufficio a Milano, abitante a Pavia. Single … non per scelta sua. Un po’ perché influenzato dalla mamma che ha fatto da chioccia come per i pulcini. Un po’ perché (diceva Ottavio) i suoi coetanei che si erano sposati, dopo poco tempo, si erano separati ed erano ritornati in famiglia. Così, Ottavio, un anno fa, era stressato dal lavoro che diventava sempre più complicato, con tantissime scadenze ad ogni batter d’occhio. Quando una persona è stressata comincia a vedere tutto “nero”. Se non proprio nero … almeno grigio. Se ne era accorto anche il suo coetaneo, Raffaele, suo Collega dell’Ufficio accanto. “Ottavio, ti vedo giù di corda. Cosa ti è successo?” La domanda è stata salutare. Ottavio ha trovato la forza di lamentarsi. “Raffaele sono stanco morto. Non riesco più a   dormire. Devo proprio andare dal Medico e farmi scrivere qualche tranquillante …” Raffaele reagì. “Ottavio … non dire stupidaggini. I medicinali vanno presi quando servono e con molta parsimonia. Anch’io ho passato un periodo durante il quale non dormivo. Il lavoro mi aveva trasformato in uno straccio. Mi sono messo di buona lena ed ho cercato la soluzione al problema. Per esempio. Te ed io, viviamo la maggioranza del nostro tempo a Milano. A contatto con situazioni sempre nuove e complicate. Ci dimentichiamo che esiste ancora un mondo dove possiamo liberare la mente dai nostri fantasmi quotidiani. Questo mondo è appena fuori Milano. Fuori Pavia. In mezzo alla campagna … dove ci sono ancora paesini  costituiti da una manciata di case. E’ lì, dove ho ritrovato il mio equilibrio mentale. La mente si è rasserenata. Ho cominciato a vivere una vita nuova piena di scoperte … “ Raffaele stava per continuare, quando Ottavio l’interruppe. “Di scoperte? E quali?” Raffaele continuò. “Proprio così … di scoperte. Te ed io, che viviamo molta parte della nostra vita a Milano perdiamo la cognizione del tempo. Il cambio delle stagioni … come vuole la natura. La natura vera, reale. Con i telefonini, oggi, abbiamo la temperatura in tempo reale … se piove o se c’è il sole. Se dobbiamo scoprirci o coprirci. Tra un po’ ci diranno anche quando dobbiamo essere felici oppure infelici … Questa non è più vita … è essere diventati Robot. Vivere, invece, è sentirci nella natura e con la natura. Uscire di casa e trovarsi in mezzo alla campagna. Calpestare l’erba del prato … a piedi nudi. Entrare nel bosco. Sentire l’odore di fiori appena sbocciati. Guardare la vita in una bolla d’acqua piovana. E poi il canto degli uccelli che varia da stagione a stagione   …” Raffaele avrebbe voluto continuare, ma è stato interrotto da Ottavio. “Raffaele, dov’è un simile Paradiso?” L’amico ha risposto alla domanda. “In Lomellina. Sulla riva destra del fiume Ticino. Ti posso dare l’indirizzo di una casa isolata in mezzo al bosco … dove vive una donna vecchia …  specializzata nel fare il risotto con i funghi porcini. Ecco. Si chiama Fontana della Salute” Ottavio ormai era esaltato dalla descrizione. Non vedeva l’ora di raggiungere la località indicata dall’amico Raffaele. Prese alcuni giorni di ferie arretrate e partì alla ricerca della località incantata. Quando si cerca un luogo speciale bisogna affidarsi al Destino. Infatti, Ottavio dopo aver raggiunto la Lomellina ha dovuto lasciare l’automobile in un parcheggio pubblico e addentrarsi a piedi per una strada sterrata in mezzo al bosco. A parole le località sono sempre vicine … ma quando ci si addentra un bosco mai frequentato si finisce per perdersi. Ottavio si perse. Per fortuna che ha incontrato un uomo, un uomo di quelli abituati a camminare senza sosta. “Scusi, dov’è la Fontana della Salute?” L’uomo sembrava aspettasse la domanda. “Prima strada a destra … seconda strada a sinistra” Sembrava di sentire un Vigile Urbano di Milano. Ottavio obbedì alla lettera. In fondo alla seconda strada a sinistra il quarantacinquenne si trovò di fronte ad una casetta di legno … vecchia e malandata … che sembrava essere stata  costruita cento anni prima. Una di quelle casette che si vedono spesso nei vecchi film … con un’asse sbilenca con una scritta a mano “Fontana della Salute”. Ottavio si permise un sospiro liberatorio. Come dire … “Oh, finalmente sono arrivato” Non aveva ancora finito di sospirare che dalla porta della vecchia casetta di legno uscì una splendida ragazza sui trent’anni … bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Ottavio non capì più nulla. Non sapeva se doveva credere ai propri occhi. La ragazza parlò. “Tu, sei Ottavio … il quarantacinquenne di Milano. Io, sono Eva. Vieni, vieni. Questo è il posto che cercavi. Ti ho già preparato il caffè” Ormai, non c’erano più dubbi. Quello era il Paradiso che cercava. Mentre Ottavio sorseggiava uno splendido caffè, Eva canticchiava una vecchia canzone  di cui non conosceva le parole. “Scusa, Eva, cosa dicono le parole della canzone che stai cantando?” Eva prese una chitarra appesa alla parete e si mise a suonare e cantare. “Vieni … c’è una strada nel bosco / Io ben la conosco / Vuoi conoscerla tu?” Ottavio non esitò un secondo. “Certo che lo desidero. Però, ho bisogno di essere preso per mano …” Eva prese per mano Ottavio. L’abbracciò. Lo baciò … e, insieme, si incamminarono nella strada del bosco … per un amore splendido … e senza fine. - Questo è il racconto 949 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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