dino secondo barili

EMANUELA E IL GRANDE AMORE racconto (926) di Dino Secondo Barili

16 MARZO 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 16 marzo 2015 – Lunedì - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

926

Emanuela e il grande amore

Un anno fa, la Dott. Emanuela, quarant’anni, single, bellissima, impiegata presso un Ufficio Amministrativo di Milano si lamentava con la sua coetanea e amica del cuore Gabriella per il lavoro … e mille altre cose. Gabriella non era il tipo che sopportasse a lungo le lamentele. Per un po’ ha permesso all’amica di sfogarsi poi ha detto la sua. “Emanuela, non ti sembra che stai esagerando? Un conto è lamentarsi delle cose serie. A me sembra, invece, che tu ti stai lamentando tanto per lamentarsi. Hai un bel lavoro … Non ti impegna troppo … Hai lo stipendio sicuro. Hai parecchio tempo libero … Cosa vuoi di più dalla vita? Se non ti offendi, te lo dico io … ti manca l’uomo … si, il compagno. Un anno fa, quando avevi il tuo Luigi non ti lamentavi … adesso, invece, sei diventata insopportabile …” Quando un’amica, specialmente del cuore, dice certe cose … in un primo tempo, resta la bocca amara … poi, inizia la riflessione. Effettivamente, Gabriella aveva pienamente ragione. Il problema principale per Emanuela era l’uomo. A quarant’anni si ha l’impressione che la lista dei “pretendenti” si stia assottigliando … e non ci sia più una grande scelta (di uomini). Emanuela capì che un consiglio in più poteva essere utile. “Gabriella ... secondo te, cosa mi consigli?” L’amica si rese conto che doveva dare  una mano. Ci pensò un secondo, poi … “Emanuela … dovresti cantare” Per Emanuela era l’ultimo pensiero. “Cantare? Cosa ti salta in mente? … a quarant’anni?” Gabriella non si scompose. Sapeva cosa stava dicendo. “Emanuela, hai un bel posto di lavoro … con parecchio tempo libero. Perché non occupi il tempo libero utilizzando la tua bella voce? Incominci dal poco e poi …” Effettivamente Emanuela, quando era una ragazza cantava nel Coro della Parrocchia ed aveva spesso delle parti soliste. Ora, però, era parecchio tempo che non cantava più. Per Emanuela è stato come ritornare al tempo del Coro. Nella vita non è mai troppo tardi … per ricominciare. La quarantenne si fece l’esame di coscienza e convenne che Gabriella le aveva dato un buon suggerimento. Perché non ricominciare a cantare? A Pavia, dove abitava in un Villetta di periferia, conosceva un Maestro di Musica, che faceva parecchie serate con la sua fisarmonica. Un consiglio non è mai da scartare. Quella stessa sera, dopo il lavoro, Emanuela, si recò dal Maestro Fabrizio ed espose il suo caso. Al Maestro Fabrizio, le donne, non andavano troppo a  genio. Viveva solo. Era stato piantato dalla moglie … A sessant’anni viveva per la sua fisarmonica e la musica. L’inizio del discorso è stato difficile. Ci è voluto tutta la furbizia di Emanuela la quale aveva portato con sé una torta paradiso da fine del mondo. Sapeva che il maestro Fabrizio ne era ghiotto. Solo alla fine della serata il Maestro accondiscese a fare una prova. Chi è che non sa cantare “Romagna mia”? E’ come bere un bicchiere d’acqua … ma come la cantò Emanuela è stata un cosa da riempiere di piacere. Il Maestro voleva darsi delle arie … e accennò ad un semplice “potrebbe andare”. Da quella sera, nacque un fitto programma di “prove” … prima di cimentarsi davanti al pubblico. E venne la sera della “prima” all’Osteria della Strega … un locale per appassionati di musica popolare. Per quella sera, il Maestro Fabrizio (sollecitato abilmente dalla quarantenne) si vestì come Dio comanda. Emanuela, invece, si affidò alle abili mani (e all’inventiva) di Elisa, sua Parrucchiera di fiducia. Se una canzone è bella ed è cantata a dovere si sente … ma se a cantarla è anche una bella donna, quarantenne … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … il gioco è fatto. Elisa aveva trasformato Emanuela (che aveva già molto di suo) in una Star. Una serata memorabile … di quelle da incorniciare. Anche il Maestro Fabrizio aveva sorriso diverse volte (miracolo!). Da quel momento Emanuela le è parso di essere su un tapis roulant … Il lavoro è diventato una passeggiata. Ogni tanto riceveva telefonate di amici e conoscenti e quali volevano complimentarsi. Otto mesi fa, durante una serata all’Osteria della Strega, oltre al numeroso pubblico appositamente presente per sentire una Cantante con la C maiuscola … si presentò il Dott. Floriano, un affascinante cinquantenne, il quale fece di tutto per farsi notare (dalla Cantante). Emanuela, aveva già capito l’ambiente in cui era finita. Preferiva farsi corteggiare … anziché corteggiare. Il Dott. Floriano era proprio il suo tipo … ma se si aspettava “una donna ai suoi piedi” si sbagliava di grosso. Quando il cinquantenne si accorse di essere innamorato di Emanuela era troppo tardi. La quarantenne l’aveva ammagliato con la sua voce superlativa. Emanuela voleva il grande amore … ma lo voleva ai suoi piedi. Del resto nella coppia non c’è mai la parità … uno dei due prende sempre il sopravvento. Emanuela si scoprì non solo cantante, ma dominatrice. La quarantenne non ha avuto più tempo per lamentarsi … Ora, aveva solo tempo per imparare a cantare … e ad amare. Amare … come un vetta da scalare, una conquista da fare ogni giorno … per il piacere di vivere … e di gioire.  Questo è il racconto 926 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino