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GIAMPAOLO, LA SEDIA E L'AMORE racconto (904) di Dino Secondo Barili

Post n°18095 pubblicato il 23 Febbraio 2015 da dinobarili
 

22 FEBBRAIO 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 22 Febbraio 2015 – Domenica - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

904

Giampaolo, la sedia e l’amore

Un anno fa, l’Architetto Giampaolo, cinquant’anni, single, con Studio nel milanese, abitante a Pavia … era in crisi. Doveva disegnare una nuova sedia e non aveva idee. Il lettore dirà che con tutte le sedie che ci sono in giro … non era proprio il caso di andare in crisi. Invece, no. L’Architetto Giampaolo, come creativo, doveva disegnare una nuova sedia e, oggi, ogni cosa è importante e ha dei tempi stretti. Ci sono di mezzo un’infinità di motivazioni. E, poi, per l’Architetto si trattava del suo lavoro, la sua fonte di vita. Giampaolo ne parlò con il suo amico e Collega Architetto Serafino, un sessantenne che non vedeva l’ora di andare in pensione. “Giampaolo hai ragione di andare in crisi. I ritmi creativi di oggi sono troppo esasperati. Non hai finito un lavoro … e c’è subito da rimettersi a correre. Milano, poi, è diventata una fucina del … “tutti vogliono tutto … subito” Parecchi anni fa ho avuto anch’io una commissione del genere. Ad un certo punto non sapevo più da quale parte cominciare. Un giorno mi è venuta un’idea. Osservare una bella ragazza mentre si sedeva su una sedia. Ho cercata una ragazza che mi piaceva particolarmente e l’ho invitata nel mio Studio per fare un esperimento. La ragazza accettò. Il risultato è stato eccellente. Ho vinto il primo premio …” Giampaolo voleva qualche informazione in più. “E la ragazza?” L’Architetto Serafino cercò di tergiversare poi … “La ragazza è diventata mia moglie ed oggi abbiamo una vita serena e felice” Giampaolo non andò oltre. Il cinquantenne da un anno si sentiva solo. Sentiva il bisogno di avere una compagna … la donna del cuore. Purtroppo, causa il pressante lavoro, non aveva trovato il tempo per soddisfare le sue esigenze. L’idea di Serafino non era da scartare. Giampaolo telefonò ad alcune amiche e con la scusa di prendere un caffè le ha invitate a sedersi su una sedia del suo Studio. La prova, però, non ha prodotto alcun risultato. L’Architetto Giampaolo … in crisi era e in crisi ci rimaneva. Anche la sedia che doveva disegnare era là … sospesa nell’aria, come un’idea che non trovava realizzazione. Una notte Giampaolo ebbe un sogno. Sognò di essere a teatro e sul palcoscenico alcune ballerine ballavano e si portavano dietro una sedia …” Una sedia? Si proprio una sedia. Non una sedia qualunque … una sedia di plastica trasparente … leggerissima come una piuma. L’Architetto Giampaolo in brevissimo tempo disegnò una sedia stupenda … mai vista prima. Si recò presso una Scuola di Danza Classica e chiese alla Coreografa di organizzare uno spettacolo … che lui stesso avrebbe sponsorizzato. La Coreografa, Signora Michela, fu ben felice di mettere alla prova le proprie allieve. Organizzò uno spettacolo sulla base di alcune danze classiche da ballare con la sedia dell’Architetto Giampaolo. Naturalmente, ogni tanto, le ballerine dovevano sedersi e da lì, il creativo cinquantenne, trasse ispirazione per almeno dieci modelli nuovi di sedie. Non solo. Tra le ballerine c’era, Dorotea, una bellissima venticinquenne, la quale, più di ogni altra, aveva un modo particolare di sedersi. Quando un creativo mette gli occhi su una donna, anzi su una ballerina, ne rimane affascinato. Giampaolo non ebbe occhi che per Dorotea. L’invitò a pranzo ed i primi approcci hanno dato risultati stupendi. Per esempio. Entrambi amavano il teatro. Giampaolo, allora, ha invitato Dorotea per una “cena a lume di candela” nel suo Attico … in un Palazzo sul Lungoticino a Pavia. Quando una venticinquenne si trova in un ambiente del genere ne rimane incantata, estasiata. Non ha più parole. Si lasciò andare. D’altro canto, Giampaolo è stato delicatissimo. “Dorotea ti amo … posso avere un tuo bacio?” La venticinquenne non se lo fece dire due volte. A questo mondo le troppe attese non portano da nessuna parte. Meglio cogliere il frutto quand’è maturo … Giampaolo era “maturassimo” … Dorotea non si lasciò mancare nulla. Baci a volontà. Proprio quello che Giampaolo desiderava da tanto tempo. Inoltre, quella sera, c’era la Luna. Una Luna stupenda che da sola faceva la differenza. L’Attico, la Luna, la cena a lume di candela … una dolcissima musica in sottofondo … chi è che avrebbe resistito ad una notte di fuoco? E così è stato. Anzi, le notti sono diventate due, tre … Alla quarta Giampaolo espresse un’enigmatica domanda. “Dorotea perché non ci sposiamo?” La venticinquenne ci pensò un attimo. Poi trasse le sue conclusioni. “Giampaolo ho letto da qualche parte che la decisione va presa alla dodicesima notte … la notte del mistero” Alla dodicesima notte (di fuoco) Giampaolo e Dorotea compresero che l’amore risolve ogni problema. Questo è il racconto 904 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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