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PIERCARLA E IL FIUME TICINO raconto (889) di Dino Secondo Barili

Post n°17833 pubblicato il 08 Febbraio 2015 da dinobarili
 

7 FEBBRAIO 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 7 Febbraio 2015 – Sabato - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

889

Piercarla e il fiume Ticino

Il fiume Ticino è una grande risorsa per Pavia. Non solo per la città nata sul fiume, ma per tutti i suoi abitanti e, naturalmente, per i turisti di passaggio e non, che vogliono trovare appagamento delle bellezze visibili e invisibili di un territorio benedetto da Dio. Infatti, un fiume non è solo un fiume, cioè un corso d’acqua che scorre da millenni imperterrito e incurante delle vicende del mondo. E’ qualcosa di più, molto di più. Un fiume è un’entità a sé stante …  conservatore di segreti che mente umana neppure riesce ad immaginare. Un anno fa, ne sapeva qualcosa la Prof. Piercarla, quarant’anni, single, bellissima, Docente di Lettere in un Liceo del milanese, abitante a Pavia. Un anno fa, per la quarantenne è stato un momento particolare. Aveva voglia di un compagno, di un grande amore. Invece, si trovava sola a combattere con i propri conflitti interni. Interni … alla propria mente e che sono tipici delle persone che si fanno troppe domande … e non riescono a darsi le giuste risposte. Un anno fa, la Prof. Piercarla era passata di proposito sotto i Portici dell’Università di Pavia dove ci sono parecchie panchine che invitano a sedersi e a riflettere. Spesso tali panchine sono occupate da studenti con i libri tra le mani. Piercarla aveva sentito il bisogno di essere in quel luogo singolare, per riflettere e mettere ordine nei propri pensieri. Si era da poco seduta, quando poco lontano vide una coppia della sua stessa età. Un uomo e una donna che si tenevano stretti. Ogni tanto si fermavano. Si guardano negli occhi … e si baciavano appassionatamente. Piercarla riconobbe la donna. Era la sua ex-compagna di Università. “Ciao Lisa … “ Lisa impiegò un attimo a riconoscerla. “Ciao Piercarla … come mai da queste parti? Scusami … Ti presento il mio fidanzato Michele. Oggi, è il nostro primo anno … insieme” Si vedeva che Lisa aveva voglia di parlare. Di far partecipi della sia gioia altre persone. Ciò che pensava lo si leggeva in volto. “Lisa, scusa, se ho interrotto il tuo idillio. Sono felice per te, per voi … Piacerebbe anche a me essere nelle tue stesse condizioni … “ Lisa comprese che per essere felici veramente bisogna saper condividere la propria felicità. Anche Michele, il fidanzato di Lisa, la pensava allo stesso modo. Insieme colsero l’occasione per scambiare qualche opinione. Chiesero a Piercarla se gradiva un caffè. La quarantenne single accettò volentieri. Aveva bisogno di fare quattro chiacchiere con persone coetanee … e felici. E’ stata Lisa a riprendere discorso. “Piercarla, perché hai detto …   anche a me  piacerebbe essere nelle tue condizioni? Non sei felice? Non hai il fidanzato?” La quarantenne non aveva nulla da nascondere e nel dire come stavano le cose. “Lisa, purtroppo, sono sola e piacerebbe anche a me avere un compagno. Purtroppo si vede che il Destino non ha avuto ancora un occhio di riguardo nei miei confronti …” Lisa non poteva tirarsi indietro. Doveva fare qualcosa per l’amica. “Piercarla posso farti una proposta? Perché non trovi la risposta sulle rive del fiume Ticino? Nell’antichità il Ticino era considerato un Dio … e come ad un Dio la gente rivolgeva le sue suppliche. Prova a farlo anche tu. Anch’io, un anno fa, ho fatto la stessa cosa … ed ecco il risultato: Michele” Piercarla, Lisa e Michele si guardarono in faccia … come dire “non esistono limiti alla Provvidenza”  Dopo aver gustato il caffè i tre si lasciarono con i consueti baci sulla guancia. Piercarla, però, cominciò a pensarci. La sua mente aveva individuato una possibile “strada” per raggiungere la felicità. Ora, la quarantenne sapeva cosa fare. Nel pomeriggio di quello stesso giorno Piercarla prese la sua automobile e raggiunse una località tra Pavia e il Ponte di Barche di Bereguardo. Ci andava quando aveva vent’anni insieme al suo fidanzato di allora Fabrizio. Insieme seguivano una stradina sterrata in mezzo al bosco  dove c’era una vecchia cascina abbandonata. Un luogo appartato. Lontano da occhi indiscreti dove potevano dare sfogo alle loro pulsioni d’amore. Il paesaggio era rimasto quasi uguale ad allora. Dopo aver seguito la strada sterrata, Piercarla cercò la vecchia cascina, ma non c’era più. Il grande spiazzo verde era occupato da un campo di volo per aerei ultraleggeri. Un’attività molto familiare a patiti del volo. Nel grande spiazzo c’era fermo un aereo che sembrava la riproduzione di sogno … il desiderio di volare. Accanto all’aereo c’era un cinquantenne bellissimo. Si presentò. “Sono il Dott. Danilo” Anche Piercarla si presentò, ma ebbe subito la sensazione che le stava per  accadere qualcosa di speciale. Infatti, tra i due nacque un fitto scambio di domande e risposte. Alla fine il bellissimo cinquantenne lanciò la sua freccia. “Piercarla perché non vieni con me? In mezz’ora siamo sul mio piccolo aeroporto in riva al Lago Maggiore … accanto al mio Castello dove conservo le cose preziose della mia famiglia?” Come poteva, Piercarla, rinunciare ad una simile proposta? Il suo sogno era volare ….Ecco l’occasione. L’opportunità. La quarantenne ha pensato che tra i suoi numerosi impegni, il Dio Ticino, aveva trovato il tempo per pensare a lei, a Piercarla, alla quarantenne, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Anche Danilo ha avuto il suo pensiero. Dopo essere partito con suo aereo da Pavia e raggiunto il suo Castello in riva al Lago Maggiore, propose a Piercarla un soggiorno nel suo regno per un possibile fidanzamento. La quarantenne non ha resistito. Il suo bacio è stato come una scossa elettrica … di quelle che cambiano la vita. Questo è il racconto 889 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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