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SANT'ANOTNIO ABATE di Teresa Ramaioli

Post n°17472 pubblicato il 17 Gennaio 2015 da dinobarili
 

SANT'ANTONIO ABATE 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 17/01/15 alle 13:13 via WEB
S. ANTONIO ---Il 17 gennaio il calendario cristiano festeggia Sant’Antonio, ispiratore del monachesimo occidentale, uno dei santi più venerati per le sue battaglie contro i demoni. Secondo la credenza popolare il diavolo s’incarnerebbe nel maiale, così le immagini religiose del Santo con accanto un porco sottomesso, hanno finito per farlo diventare il protettore di tutto il bestiame. Sant’Antonio si celebra sia con una benedizione agli animali impartita sul sagrato delle chiese, sia accendendo grandi falò per purificare il terreno. Questo santo, patrono del focolare domestico, è ritenuto in grado di far guarire herpes molto dolorosi come il “fuoco di Sant’Antonio”. I cibi della festa di Sant’Antonio sono sin dall’epoca medievale la zuppa di fave cotte, la ciabatta dolce e la carne di maiale. Il maiale, del quale non si butta via niente, ha sempre rappresentato una risorsa alimentare delle nostre comunità contadine. Il colore del suo manto era scuro, rosso o nerastro; veniva allevato nei boschi dove si alimentava con ghiande e prodotti naturali; era snello, di testa grande e lunga, orecchie corte ed erette, canini bene in vista. Una di queste razze era la cinta senese (oggi recuperata), la cui immagine si può ammirare nell’affresco del Buon Governo dipinto dal Lorenzetti nel palazzo comunale di Siena. Ma perché il maiale era così diffuso nel passato? Il bestiame di grandi dimensioni veniva destinato al lavoro nei campi, le pecore e le capre servivano per la produzione di latte, lana o pelli, mentre l’allevamento del maiale garantiva carni facilmente conservabili ( salate, affumicate, insaccate).Gli egizi ritenevano il maiale portatore di lebbra e ai porcari era proibito l’ingresso nel tempio. Nell’antica Grecia invece la carne primeggiava, e nell’Odissea il porcaro Eumeo viene chiamato “divino”. Gli etruschi e i romani mangiavano sia carne di maiale che di cinghiale. Nella cultura ebraica e in quella islamica il porco era considerato animale immondo e alimento impuro. Durante il Medioevo i maiali rappresentavano una risorsa importante, consumata anche nella cucina di corte. Nel Cinquecento questa divenne carne destinata ai più poveri. Oggi usiamo il termine “porco” per offendere, disprezzare ma pensiamoci bene. Non possiamo dimenticarci che il maiale ci ha sempre offerto gioielli come il culatello, il prosciutto, la mortadella, lo zampone, il salame, la pancetta, la soppressata … Ciao Teresa

 

 

 

 
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