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QUEL CASTELLO TRA I MONTI ... racconto (214) di Dino Secondo Barili

Post n°17405 pubblicato il 13 Gennaio 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

214

Quel Castello tra i monti…

Nella vita ci sono le stagioni… come nel corso dell’anno. C’è la stagione della primavera, quando le persone sono giovani e spensierate. C’è l’estate, tra i 30 e i 50 anni, dove le persone, tra alti e bassi, sono convinte di essere le padrone del mondo… Poi arriva l’autunno… un po’ come settembre… prime nebbie, qualche giornata umida… con il sole che fatica a farsi strada. E’ l’età dei primi rimpianti… dei perché non ho fatto questo, dei perché non ho fatto quello. Il tempo vola via. Le giornate passano in fretta. Si vorrebbero fare tante cose… recuperare il tempo perduto. Non è più possibile. Ciò che è andato, è andato. La Parrucchiera Cristina di Pavia era in quell’età, in quella stagione… età sospesa tra il… “ieri” (che non c’è più) e il… “domani” (che non c’è ancora). Cercava di farsi coraggio parlando con le clienti che si trovavano “nella sua stessa stagione”. Con alcune clienti era “meglio” non parlare, non andare sull’argomento… altrimenti si rischiava di finire in depressione. Con Sandra, no. Con la Signora Sandra era un piacere dialogare. Non parlava mai di mali e di malattie, di “ritocchi”, di linea, di delusioni amorose… insomma… di argomenti “no”. La Signora Sandra, era una patita di “viaggi speciali”… non viaggi lunghi, costosi, impegnativi. I suoi erano “viaggi” per raggiungere località (sconosciute) del territorio dove si  svolgeva qualche incontro “importante”…(meglio se d’amore), importante per i protagonisti, naturalmente. La Signora Sandra fin dalla gioventù era andata alla ricerca di “fatti particolari” legati al territorio. La Parrucchiera Cristina si era subito sentita interessata all’argomento, coinvolta. La Signora Sandra aveva trovato la persona giusta. “Cristina, perché non vieni anche tu a visitare il “soprannominato” Castello delle Aquile? Domenica ho fissato l’appuntamento per una visita privata nel Castello. Il padrone di casa, il Conte Gianfilippo Dei Desideri ci ospiterà e ci farà da cicerone. E’ l’occasione per farci raccontare la storia della “Sala Blu”. Poche persone sanno la vera storia di quanto avvenuto in quella Sala… E’ un’occasione unica.” – La Parrucchiera Cristina prese la palla al balzo. Accettò l’invito. D’altro canto, cosa aveva da fare? Il negozio era chiuso. L’incontro con le solite amiche pavesi (e i soliti discorsi) l’avrebbe rimandato alla domenica successiva. Meglio la “Sala Blu”. Il giorno dell’incontro arrivò in fretta. Sandra e Cristina vennero accolte nel Castello delle Aquile dal Conte Gianfilippo, splendido sessantenne, elegante, raffinato e gentile. Dopo la visita alla struttura esterna circondata da un vasto giardino, fu la volta della struttura interna ricca di scale, ballatoi, stanze segrete e corridoi… E venne il momento della “Sala Blu”. La Sala era veramente dipinta di blu. Anche i mobili erano blu. Blu, però, sembrava l’aria che si respirava …e quel senso di magico e misterioso che la rendeva unica. Il Conte Gianfilippo parlò. “Sono lieto di mostrare il gioiello di questo Castello. Si racconta che in questa Sala sono avvenuti tantissimi innamoramenti. Il più famoso è senz’altro quello della Contessina Eva, nel 1500. Si dice che lo spirito di Eva sia ancora in questa Sala. Una volta l’anno, Eva si materializza. Ammanta di veli una visitatrice di questa Sala e la porta con sé nella Torre delle Aquile per farla incontrare con il Principe Dei Desideri…” In quell’istante, Cristina si sentì delle vampate di calore. Cominciò a togliersi gli abiti che aveva indosso. Una mano invisibile la ricoprì di veli variopinti… Cristina scomparve alla vista dei presenti. Solo il lunedì successivo, nel pomeriggio, la Parrucchiera di Pavia ricomparve allegra e felice come non lo era mai stata in vita sua. Alla domanda cosa le fosse successo rispose con uno sguardo che … voleva dire tutto… e non voleva dire niente. Del resto c’è un proverbio antico che dice: “Chi sa il gioco… non l’insegni” (214)

 
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