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EDVIGE E MARCEL racconto (861) di Dino Secondo Barili

Post n°17360 pubblicato il 10 Gennaio 2015 da dinobarili
 

10 GENNAIO 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 10 gennaio 2015 – Sabato - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

861

Edvige e Marcel

Pavia è una piccola città (70mila abitanti) rispetto a Milano (un milione e mezzo di persone). Una volta a Pavia gli abitanti si conoscevano tutti o quasi. Erano tutti imparentati tra loro o quasi. Oggi, non è più così. Sono ben poche le persone che a Pavia si conoscono … ed è quasi sempre una conoscenza superficiale. Limitata all’ambiente di lavoro o poco altro. In compenso le persone che si conoscono cercano di mantenersi in contatto il più possibile … quasi fosse un bisogno di sopravvivenza. Un anno fa, ne sapeva qualcosa la Dott. Edvige, quarant’anni, single, bellissima, Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia. Al compimento del quarantesimo compleanno, la Dott. Edvige si è sentita poco bene. Vivendo sola, ha potuto contare sulle sue due amiche, Flavia e Lucia, che abitavano nel suo stesso Palazzo. Flavia aveva settant’anni ed era sempre disponibile ogni qual volta Edvige aveva bisogno. Una volta per l’idraulico … un’altra per il i piccoli inconvenienti che capitano nella case. Con Flavia, quindi, Edvige aveva una certa confidenza, quasi fosse una mamma. La settantenne ne approfittava per fare quattro chiacchiere anche confidenziali. “Edvige, non per entrare nei tuoi affari privati … ma perché non ti cerchi un bell’uomo e ti sposi o convivi?” Non era la prima volta che Flavia poneva la domanda. Le altre volte Edvige faceva un sorrisino … e rispondeva in modo sibillino “Ci penserò” Un anno fa, invece, dopo essersi sentita poco bene, Edvige ci pensò due volte prima di rispondere a Flavia “Ci penserò” Comprese che la vita è complessa e in mezzo a tutte le nostre attuali comodità … essere soli non è mai una buona soluzione. Inoltre, Edvige, da qualche notte aveva un sogno ricorrente. Nel sogno la quarantenne si era persa nei boschi che costeggiano il fiume Ticino. Non riuscendo a trovare al strada per uscire … era stata presa dal panico e si era messa ad urlare. In quell’istante Edvige si svegliava in preda agli incubi. Un anno fa, dopo essere stata poco bene … Edvige comprese che era giunto il momento di intervenire. Di chiedere aiuto. Scelse di parlarne con un suo amico Psicologo, il Dott. Adolfo, il quale la tranquillizzò. “Vedi, Edvige, le tue preoccupazioni sono più che legittime nella società attuale. Le persone rimangono scosse non solo dai propri problemi personali, ma anche dalle notizie diffuse da giornali e TV. E’ il momento di riscoprire il valore delle amicizie … quelle che durano nel tempo. Quelle fatte di confidenze, sfoghi, scambi di opinioni. Per  una donna poi … avere un compagno è fondamentale. Se poi è un amore … ancora meglio” A quel punto Edvige ha avuto un’illuminazione mentale. Si ricordò che nel sogno, mentre cercava la via d’uscita dal bosco, ha messo il piede in una buca. La buca era vicina ad una quercia che conosceva benissimo per le sue dimensioni e maestosità. Chiesa al suo amico Psicologo cosa potesse significare. Il Dott. Adolfo ci pensò prima di rispondere. Poi … “Secondo me potrebbe voler dire … che tu, Edvige, dovresti ritornare in quel bosco … proprio vicino a quella quercia. A volte il Destino gioca strani scherzi” Quando certe opinioni vengono espresse da Psicologi il discorso si allarga di molto. Del resto la psiche umana è ancora tutta da scoprire o quasi. Edvige avanzò le sue perplessità. “Adolfo io sarei disposta anche ad andare nel bosco della grande quercia … ma non da sola” Lo Psicologo capì che non poteva tirarsi indietro. “Edvige … ti accompagno io” Detto fatto, Edvige e Adolfo decisero di andare nel bosco. Quando furono vicini alla grande quercia si accorsero che c’era un uomo sui cinquant’anni con accanto una giovane trentenne. Edvige lo riconobbe. Era stato il suo Docente di francese, Marcel, quando ha dovuto sostenere un esame all’Università. L’ultimo giorno che si erano visti Marcel aveva detto una frase. “Edvige, la prossima volta che ci vediamo … è per chiederti se mi vuoi sposare” I due non hanno più avuto occasione di vedersi … ma ora erano uno di fronte all’altro. Marcel è stato il primo a parlare. “Edvige sono venuto a chiederti se mi vuoi sposare” La quarantenne non aveva nulla in contrario … anche perché l’amore non sempre compare a prima vista. Intanto il Dott. Adolfo aveva messo gli occhi sulla trentenne che accompagnava Marcel. Non riusciva più a staccare gli occhi dalla trentenne. E’ stato ancora Marcel a fare le presentazioni. “Vi presento mia sorella Elisa … Ha voluto che l’accompagnassi in questo luogo perché il suo oroscopo di stamane diceva. “Incontrerai l’amore accanto ad una grande quercia … Il suo nome è Adolfo” A volte le persone fanno tanti ragionamenti con l’intento di spiegare ogni cosa. Nella vita e nell’amore, invece, i ragionamenti non servono  … bisogna lasciar fare al Destino. Questo è il racconto 861, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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