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MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°16700 pubblicato il 28 Novembre 2014 da dinobarili
 

MILANO 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 27/11/14 alle 18:43 via WEB
MILANO----Nel cuore del centro storico di Milano, a ridosso di via Torino, si trova via Bagnera, un tempo chiamata "Stretta Bagnera", un budello dove ci passa a malapena un' auto. Da via Santa Marta, la «stretta Bagnera» si allunga fino a via Nerino, a ridosso di via Torino. Tutto ebbe inizio intorno alla seconda metà dell’Ottocento con la denuncia della scomparsa di Ester Maria Perrocchio, madre del pittore Maurier. Unico indizio il suo nuovo uomo di fiducia, il capomastro Antonio Boggia. Boggia nato a Urlo sul Lago di Como, si trasferì a Milano. Vedovo e con figli cercava di mantenersi con piccoli lavori di manutenzione. Frequentava spesso la chiesa e dai vicini era considerato una brava persona sempre pronto ad aiutare il prossimo. Nulla di sospetto, ma dalle varie indagini risulta in archivio una denuncia per tentato omicidio verso un anziano contabile. Dagli scritti risulta che il Boggia, con la scusa di farsi controllare i conti, si recò dall’uomo, mentre era intento nel suo lavoro gli sferrò un colpo di scure in testa. Sanguinante riuscì a scappare, grazie l’incontro di un suo amico finanziere riuscì a far arrestare il Boggia. Ma fu dichiarato in stato di follia, rinchiuso in manicomio venne sottoposto a cure mediche e dopo qualche anno rilasciato. Antonio Boggia cominciò a uccidere nel 1849, il cadavere della prima vittima venne smembrato e nascosto nel suo scantinato. La seconda vittima e la terza , uccisi sempre per denaro intorno al 1850. Nel 1861 invitò Ester Maria Perrocchio a casa sua, la uccise con l’ascia e poi la decapitò. Un’incubo durato quasi 10 anni, le persone venivano scelte e assassinate, fatte a pezzi e nascoste in uno scantinato in via Bagnera. Nel novembre del 1861 dopo un processo durato cinque giorni Antonio Boggia venne condannato a morte per impiccagione, fu l’ultima condanna a morte su un civile a Milano. La testa venne data in custodia al gabinetto Anatomico dell’Ospedale Maggiore così da poter essere studiata da medici e scienziati come il Lombroso, che ne giudicò la fisionomia tipica dell’assassino. Buona lettura ,ciao Teresa

 

 

 

 
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