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LILIANA E IL PIANOFORTE racconto (806) di Dino Secondo Barili

Post n°16523 pubblicato il 17 Novembre 2014 da dinobarili
 

16 NOVEMBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 16 novembre 2014 – Domenica - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

806

Liliana e il pianoforte di quarant’anni fa …

Un anno fa, la Dott. Gisella era giù di corda. Aveva compiuto da poco sessant’anni e sentiva “il mondo caderle addosso”. Non aveva nulla da rimproverarsi. Nella vita aveva avuto quasi tutto … Il “quasi” era d’obbligo. Nessuno ha mai avuto tutto ciò che avrebbe voluto avere. La Dott. Gisella aveva avuto la Laurea, la carriera, gli amori … Non erano proprio gli amori che avrebbe voluto avere, ma a sessant’anni nel “suo Diario” c’erano tante pagine decisamente piacevoli. Ora, però, era giù di corda. Il Dott. Michele, sua ultima fiamma, se ne era andato da qualche anno. Da allora nessuno aveva preso il suo posto e nessun uomo era apparso all’orizzonte. Un anno fa, la Dott. Gisella decise di chiamare la sua coetanea e amica, la Dott. Liliana. “Liliana sto passando un periodo poco piacevole. Cosa mi suggerisci?” La coetanea era da sempre il suo “pronto soccorso”. Negli anni, ogni volta che Gisella andava in crisi (e ci andava spesso), Liliana era sempre la sua “ultima spiaggia”. Del resto tra coetanee che hanno condiviso le scuole, la stessa Università e non hanno mai perduto l’amicizia si crea un feeling che dura nel tempo. Liliana sapeva come prendere l’amica e la risposta è stata quasi spontanea. “Gisella perché non organizzi una bella rimpatriata tra compagni della Maturità? Qualcuno si sarà perso … ma parecchi saranno ancora disponibili” Per Gisella è stata una boccata di ossigeno … una finestra aperta … sui ricordi. Avrebbe voluto rispondere subito, ma preferì attendere qualche istante. Del resto ci sono istanti che assomigliano a dei flashback … racchiudono un vita. Nella mente di Gisella si era materializzato un ricordo … “Liliana, bella idea la tua … ma ci vorrebbe un pianoforte” Liliana si ricordò immediatamente del pianoforte. Si ricordò del periodo della Maturità in cui Gisella era innamorata di Francesco, compagno di banco … Il fatto è che il bel ragazzo era quasi sequestrato in casa. Curato a vista dalla madre la quale non voleva assolutamente che guardasse o avesse rapporti con le ragazze. Per Francesco e Gisella, l’unico posto per vedersi era proprio la casa di lui, di Francesco, un lussuoso appartamento nel centro di Milano … e in compagnia di Liliana. Infatti, Francesco inventava la scusa che non aveva capito una lezione e l’unica capace di spiegargliela era proprio Gisella … e non solo la lezione. Ci doveva, però, essere anche Liliana, la quale “copriva le spalle” all’amica. Gli incontri tra Gisella, Liliana e Francesco avvenivano nel grande Salone delle Feste dove c’era, appunto, un pianoforte. Dopo il ripasso della lezione (si fa per dire) … Gisella, bravissima musicista, si metteva al pianoforte e suonava qualche valzer e qualche tango. Era il momento magico. Mentre Liliana intratteneva con lunghi giri di parole la domestica di turno messa a guardia della compagnia, Gisella e Francesco ne approfittavano per scambiarsi baci furtivi e intime carezze. Ecco il ricordo. Ecco la scusa perfetta per rivedere quel pianoforte. Anche Liliana aveva le sue ragioni. Durante le visite nel Salone delle Feste, Liliana aveva la possibilità di salutare il fratello maggiore di Francesco, Giambattista, con il quale si incontrava quando questi riusciva a sfuggire al controllo della madre. Insomma, quel pianoforte era magico. L’oggetto del desiderio. Perché non provarci di nuovo? Gisella si diede da fare. In breve tempo recuperò il contatto con Francesco ormai professionista di successo. Francesco non abitava più nel lussuoso appartamento del centro di Milano, ma nell’Attico di un Palazzo di dodici piani … e vi abitava da solo. Nel corso degli anni si era sposato e si era separato. Francesco era stato felice della telefonata e felice dell’idea di passare un pomeriggio tra i ricordi. Quando Gisella accennò a Liliana, lo stesso Francesco si impegnò a contattare il fratello Gianbattista perché tornasse dalla Svizzera dove si trovava. Insomma sembrava che il Destino si divertisse a mettere le tessere al posto giusto. Un sabato pomeriggio di un anno fa, Gisella e Liliana presero l’ascensore per raggiungere il favoloso Attico di Francesco al dodicesimo piano. Un luogo da sogno … Non sembrava neppure di essere a Milano. Il sessantenne abbracciò Gisella come si abbraccia un’amica di lunga data.  Del resto gli anni della Maturità erano ormai lontani … Ne erano passati quaranta e forse più. Gisella non era più quella di quarant’anni prima e neppure Francesco. Con gli anni tutto cambia. A Francesco, Gisella non diceva più nulla. Invece era rimasto sorpreso dalla vivacità e dalla freschezza di Liliana. Non la ricordava così affascinante. Francesco sapeva che Liliana era stata la fiamma di suo fratello Gianbattista. Ora, era diventata l’oggetto dei suoi desideri. Ebbe un’idea. Mostrò alle due ex compagne di Liceo l’Attico in cui viveva. “Gisella, dell’appartamento del Centro di Milano, ho conservato il pianoforte. Perché non ci rallegri con i tuoi valzer e tanghi?” Per Gisella è stato un salto indietro nel tempo. Prese posto al pianoforte e  ritornò l’atmosfera di un tempo. Francesco, però, non era riuscito a staccare gli occhi da Liliana. Sono bastate le primo note e … “Liliana mi concedi un ballo?” La domanda era stata cosi inattesa e intensa che Liliana stessa ne fu sorpresa. Comprese al volo che Francesco aveva messo gli occhi su di lei e non poteva lasciarsi sfuggire una simile occasione. Francesco e Liliana stavano ancora ballando quando arrivò anche Giambattista il quale aveva rinunciato ad un incontro di lavoro a Lugano per essere a Milano … per rivedere le amiche di un tempo. Quando vide Francesco e Liliana ballare comprese che tra i due era nato un idillio. Si complimentò con Gisella e tra i due scoppiò l’amore. A volte non serve correre … basta arrivare primi. - Questo è il racconto 806, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

... e dopo la pioggia cerchiamo di recuperare il tempo

 
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