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GISELLA, ROMA E IL PRIMO AMORE racconto (784) di Dino Secondo Barili

Post n°16077 pubblicato il 25 Ottobre 2014 da dinobarili
 

25 OTTOBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 25 ottobre 2014 – Sabato - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

784

Gisella, Roma e il primo amore

Un anno fa, Gisella, cinquant’anni, single, bellissima, impiegata presso una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia, aveva dei problemi… Il problema che la metteva più a disagio era … alzarsi al mattino… quando suonava la sveglia. Erano mesi che aveva questo problema. Ne aveva parlato anche con il suo Medico di Fiducia, il Dott. Giuseppe, il quale si era rifiutato di darle delle pastiglie. “Per me” – disse il Dott. Giuseppe – “E’ un problema psicologico. Potrebbe rivolgersi ad un Competente in materia” Dopo mesi, però, Gisella, non riusciva a prendere una decisione. Per caso, ne accennò alla sua coetanea Rossella, amica del cuore. A Rossella, Gisella cercava di dire il meno possibile perché la riteneva una “mezza strega”, una di quelle donne che hanno una marcia in più. Leggeva molto… ed era una psicologa nata. Inoltre, Rossella aveva una vita sentimentale vivacissima ed un accattivante sorriso sulle labbra. Appena Rossella seppe del problema di Gisella si entusiasmò. “Gisella, io lo so perché fai fatica a svegliarti al mattino” La cinquantenne era cascata nella “pentola” di Rossella e doveva fare buon viso a cattiva sorte… cioè, sputare il rospo! “A te, Rossella non si può dire nulla… perché arrivi subito alle conclusioni” – L’amica si inalberò. “Gisella dovresti ringraziarmi. Tu fai fatica a svegliarti al mattino perché … di notte sogni. Non è un sogno qualunque… sempre lo stesso sogno” Gisella è stata costretta ad ammetterlo. Effettivamente, ogni notte, la cinquantenne, aveva un sogno ricorrente. Sempre lo stesso. Nel sogno c’era Alfredo, il suo primo amore. Raccontò il sogno a Rossella la quale le fece il terzo grado. “Adesso, Gisella, a costo di ripeterlo cento volte, devi raccontarmi il sogno per filo e per segno, senza tralasciare nulla” Alfredo era stato il primo amore di Gisella… trent’anni prima. Lei aveva vent’anni, lui venticinque, bellissimo, estrosissimo e, per questo motivo, un po’ folle… Infatti, dopo un anno d’amore favoloso, Alfredo aveva preso una decisione… “Gisella, parto per Roma. Vado a fare lo scrittore e lo sceneggiatore… Un giorno, ricco e famoso, sarò tuo … per sempre” Gisella, lo sapeva fin dal primo momento che un amore così non sarebbe durato…Era troppo bello. Ora, a distanza di trent’anni, quell’amore ritornava… di notte… nel sogno. Rossella, però voleva conoscere i particolari del sogno. Gisella non voleva dire tutto. Cercò di temporeggiare. “Nel sogno Alfredo non l’ho mai visto in faccia… so solo che era lui. Era dietro di me e mi sussurrava qualcosa… G… G… G…” Rossella si arrabbiò. “Allora, Gisella vuoi sputare il rospo o no. Hai cinquant’anni e sembri una bambina. Dove ti trovi nel sogno?” Rossella fu più precisa. “Ero con tante persone…guardavo una fontana…e alcune ragazze gettavano delle monetine…” Rossella l’interruppe. “Gisella, allora, è Fontana di Trevi a Roma. Ho trovato la soluzione. Gisella andiamo a Roma” La cinquantenne cercò di opporsi all’amica. Sapeva, però, che era tempo perso. Quando Rossella si metteva in testa un cosa … quella era… e quella doveva restare. Non solo continuò a parlare “Gisella, per avere un sogno ricorrente come tuo devi aver conservato qualcosa che portavi quando hai vissuto il tuo primo amore, con Alfredo. Gisella l’ammise. “Si, è vero. Ho conservato la gonna a pieghe che indossavo ogni volta che uscivo con lui” Per Rossella è stata la ciliegina sulla torta. “Gisella andiamo a Roma. Porta la tua gonna a pieghe e una sera ti confondi tra la folla davanti a Fontana di Trevi” La due amiche sapevano di vivere un’avventura folle… Una follia che solo a cinquant’anni ha un senso. Rivivere un’ emozione unica, irripetibile, assoluta. Quello stesso giorno, un anno fa, Gisella e Rossella partirono per Roma. Alloggiarono in un Albergo vicino a Fontana di Trevi e attesero la sera… La grande sera del primo amore. Gisella per l’occasione indossò la gonna a pieghe, la stessa che aveva indossato trent’anni prima. Anche Rossella voleva assistere alla scena, ma improvvisamente ebbe un crampo alla caviglia. Un crampo terribile. Un dolore lancinante…. Ormai per Rossella la partita era persa. Non era in grado di uscire dall’Albergo. Gisella, dopo tanti preparativi non poteva rinunciare. Era a Roma… di sera… a pochi passi da Fontana di Trevi. Come poteva non mescolarsi alla folla che sostava davanti alla Fontana? Gisella si muoveva quasi in trance… come se una mano la guidasse. Del resto portare la stessa gonna dopo trent’anni è già una magia, qualcosa di straordinario. Gisella si confuse tra la folla. I suoi occhi erano attratti da Fontana di Trevi… un sussurrio incredibile di voci che si mescolavano… voci che sembravano musica… Ad un tratto una voce… una voce ben definita… “G…. G… G…” La voce si fece più chiara… “Gily, Gily, Gily…” Non poteva essere che lui, Alfredo. Nessun altro l’aveva mai chiamata così. Gisella avrebbe voluto girarsi… cercare tra la folla… Preferì restare immobile. La voce calda ed appassionata dell’uomo era vicina alle sue orecchie. “Gily… non mi riconosci? Sono Alfredo. Sono tornato… sono tornato per restare sempre con te” Gisella non credeva alle proprie orecchie. Non voleva girarsi …guardare in faccia l’uomo. Pensava fosse la sua mente a produrre quel fantasma... e quel fantasma non lo voleva perdere. Lo voleva conservare il più a lungo possibile. Gisella sentì una mano che le accarezzava i capelli… le dita raggiunsero il collo … dietro le orecchie. Era lui. “Gisella, sono Alfredo. Proprio Alfredo… vivo e reale. Questa sarà la nostra nuova … prima notte d’amore” - Questo è il racconto 784 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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