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ANGELA E GOFFREDO racconto (746) di Dino Secondo Barili

Post n°15443 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dinobarili
 

17 SETTEMBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 17 Settembre 2014 – Mercoledì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconti di settembre

746

Angela e Goffredo

Ci sono momenti nella vita delle persone in cui i dubbi affiorano alla mente. “Avrò fatto bene…oppure male?”. Ogni atteggiamento è messo in discussione… dal vestire, al mangiare, dal parlare al camminare, dall’uso delle parole… al modo in cui rapportarsi con le persone. Erano proprio i dubbi di cui la Dott. Angela, trent’anni, bellissima era assillata. Non che ne facesse un dramma, ma un anno fa, era il suo cruccio. Ne parlò con la sua amica e coetanea Roberta la quale era nelle sue stesse condizioni. “Angela… non dirlo a me. Oggi, le persone sono diventate difficili. Un giorno sembra tutto facile. Il giorno dopo non è più così. Mi sono dato una regola. Dire il meno possibile …ed avere sempre una via d’uscita. Questo vale, soprattutto con gli uomini… Quelli capiscono ciò che vogliono” Angela non si riferiva agli uomini. Si riferiva al suo lavoro di Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano dove la velocità con cui una persona deve muoversi è tale… che non si ha nemmeno il tempo di pensare. Ecco allora che si ha bisogno di parlare, di esprimersi, di esporre le proprie opinioni in modo libero. Invece, tutto deve essere calcolato al millimetro… anche le parole. Roberta intervenne per la seconda volta. “Angela nel mio Ufficio a Milano, simile al tuo, non parlo più. Faccio le comunicazioni scritte. Così qualche collega (uomo o donna) che ha voglia di discutere posso sempre fare riferimento ad un testo scritto. Proprio per quel motivo ho dovuto cercarmi fuori dall’Ufficio amicizie nuove, vere, reali… dove posso essere finalmente me stessa” Era proprio il problema di Angela la quale, lavorando a Milano e abitando a Pavia…pensava di poter avere un rapporto uguale. E’ stata ancora Roberta a precisarlo. “Angela… l’ambiente di lavoro è un mondo a parte… un mondo di conflitti di varia natura. La cosa migliore è avere un luogo, Pavia, dove è possibile avere amicizie vere, reali, che permettono di vivere la vita quotidiana in modo semplice e naturale. Per esempio. Ogni sabato mattina, alle sette, mi trovo al Ponte Coperto di Pavia per la solita passeggiata sulle rive del fiume Ticino. Ci sono una quarantina di persone di tutte le età… Vedi subito i gruppetti come si formano e persone che si trovano bene. E’ così che deve essere la vita” L’argomento aveva toccato il nervo scoperto di Angela la quale ha voluto sapere qualcosa in più. D’altro canto, la trentenne, non aveva ancora trovato l’anima gemella…ed era alla ricerca dell’uomo ideale. L’anno prima si era illusa di averlo trovato a Milano, nel suo stesso ambiente di lavoro… ma è stata un’illusione. Ora, invece, ecco Pavia, una cittadina tranquilla… dove le persone possono essere finalmente se stesse. Guardarsi in faccia. Dire ciò che pensano. Angela si associò al gruppo dei camminatori del Ponte Coperto di Pavia. E’ stata una scoperta. La gente, quando è libera, si lascia andare a chiacchierate informali… senza un senso logico. Angela, però, cercava un uomo con cui dialogare. Fare belle camminate e sfogarsi su tutto e ogni cosa. Dopo alcuni incontri del sabato mattina, la trentenne, si era quasi convinta che nel gruppo dei camminatori non avrebbe mai trovato la persona che cercava. Un sabato mattina si inventò una scusa. Non partecipò alla camminata pavese. Aveva deciso. Avrebbe passato la mattinata a Milano, Passeggiando di qua e là. Così ha fatto. Si è seduta su una delle panchine che fanno corona al monumento di Leonardo da Vinci… con un libro tra le mani. Il libro era una scusa. Un modo come un altro per darsi un contegno. Ad un tratto, accanto ad Angela, prese posto un uomo, un affascinante cinquantenne. La trentenne accennò ad un sorriso. Anche il cinquantenne rispose al sorriso… e accennò ad una frase sul tempo meteorologico. I discorsi tra le persone iniziano sempre così… argomenti neutri, senza alcun interesse particolare. Angela espresse la sua opinione. Il cinquantenne si presentò. “Sono il Prof. Goffredo. Vengo da Zurigo. E’ la prima volta che vedo Milano. Ho letto da qualche parte che se voglio incontrare persone interessanti dovevo sedermi su queste panchine… Chissà se tale leggenda è vera… oppure no” Il discorso tra Angela e Goffredo si è subito allargato alla città di Milano, vero crocevia di persone di ogni età e di ogni paese. Per Angela è stata una scoperta. Aver capito quanto era facile parlare con le persone… senza rincorrere alcun argomento. Un anno fa, Angela e Goffredo hanno passato uno splendido sabato a Milano. Hanno passeggiato. Pranzato. Si sono scambiati il numero di cellulare e la mail. La trentenne ha cominciato a sognare… “Come è fatta Zurigo?” Non era tanto la domanda in sé… era ciò che stava intorno, a ciò che Zurigo avrebbe potuto rappresentare, per esempio, passeggiando, mano nella mano, con Goffredo…- Questo è il racconto 746, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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