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ADALBERTO E IL MATRIMONIO COMBINATO racconto (736) di Dino Secondo Barili

Post n°15279 pubblicato il 07 Settembre 2014 da dinobarili
 

7 SETTEMBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 7 Settembre 2014 – Domenica - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconti di settembre

736

Adalberto e il matrimonio combinato

Non è sempre facile riprendere il ritmo del lavoro dopo le ferie estive. Un po’ perché ci si abitua subito ai momenti piacevoli. Secondo perché la mente va dove porta il vento… cioè senza una meta precisa. Proprio quello che è accaduto un anno fa, al Dott. Adalberto, un quarantenne, single, alla ricerca dell’anima gemella. Si fa presto a dire anima gemella… difficile da trovare. Infatti, il Dott. Adalberto, Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia, ci aveva provato un paio di volte. Tutte le volte aveva fatto fiasco. La prima volta è stata con Silvia. Allora, Adalberto si era appena laureato con centodieci e lode. Era pieno di entusiasmo e illusioni. Anche Silvia si era appena laureata. Non aveva preso la Lode, ma solo per un soffio. Alla festa di laurea uno aveva invitato l’altro …e tutti e due si erano illusi di formare una coppia… come fosse uno più uno… uguale a due. Invece, non è accaduto. Ognuno dei due stava nel proprio brodo…e cullava le proprie illusioni (di gloria). Normale, dirà qualche lettore. Infatti, Adalberto è partito per un anno in Francia con un contratto a progetto. Silvia ha fatto altrettanto andando in Inghilterra. Un anno è lungo da passare. Per un po’ i due si sono sentiti… Poi, tutto è finito in una bolla di sapone. A trent’anni Adalberto ha avuto un’altra possibilità. Ad una festa aveva incontrato Cesira, una ragazza carina. La relazione è durata qualche mesi. Poi, Cesira ha incontrato Vincenzo, l’uomo del cuore …. Anche allora … nulla di fatto. Cosi un anno fa, a quarant’anni, Adalberto si trovò a meditare sulla domanda, “mi sposo o non sposo?”, “mi faccio la morosa oppure no?” Certe domande sono facili a farsi… difficili a cui dare risposte. Questa volta, però, c’era di mezzo la mamma di Adalberto che spingeva…Voleva che il figlio quarantenne si sistemasse ed avesse una sua famiglia. Le mamme hanno sempre un potere in più nei confronti dei figli maschi. Un ascendente particolare. Adalberto non poteva deludere sua mamma Rosa Era stata la sola che in quarant’anni non l’aveva mai lasciato solo neppure un giorno. Anche quando era in Francia per un contratto a progetto. Adalberto si arrovellava il cervello, ma non riusciva ad arrivare a capo di nulla. Un anno fa pensò, di parlarne con la sua Segretaria, la Dott. Edgarda, una sessantenne che sapeva tutto di tutti. “Edgarda, sono negli affanni. Mia mamma vuole che mi sposi, ma non so da quale parte cominciare. Lo so che sembrerò ridicolo, ma non tutti gli uomini sono nati latin lover… conquistatori che vanno alla cavallina. Ho impiegato tutto il mio tempo per studiare. Trovare un posto di lavoro. Seguire tutti i corsi di aggiornamento possibili. Impiegarmi al massimo per fare carriera… Non ho certo avuto una vita facile. Ora, però, non voglio deludere mia madre… la quale, un giorno si, e l’altro pure, mi tampina sempre con la stessa domanda. Anzi, mi ripete una frase vecchia come Noè…Mi dice… “Un om senza dona… l’e ne dal Signur … ne dla Madona” (Un uomo senza moglie … non è… né del Signore… né dalla Madonna). Con un simile assedio … non ho proprio alternativa. Tu, Edgarda cosa ne dici? “ Le Segretarie, specialmente se sessantenni, ne hanno viste di cotte e di crude. Non solo sanno molte cose, ma hanno infinite risorse. Rispose in modo interlocutorio. “Adalberto tua mamma ha ragione. Solo gli anni insegnano a vivere… Il tuo è un caso unico (non era vero). Lasciami pensare” Il giorno dopo, Edgarda, appena giunta in Ufficio a Milano cercò il Dott. Adalberto, ma questi era ad una riunione presso un Ufficio Pubblico. Ne ha avuto fino a pomeriggio inoltrato. Edgarda aveva fretta. Era sulle spine. Voleva parlare il più velocemente possibile con il “Suo Capo”. Finalmente Adalberto era giunto in Ufficio, ma aveva sul tavolo numerosi appunti per telefonate urgenti da fare. Alle Segretarie non sfugge nulla. Trovano mille strade per avere la precedenza assoluta. Infatti, Adalberto si è seduto alla sua scrivania ed ha ascoltato la proposta della Segretaria Edgarda. “Adalberto, questa sera sei invitato a cena a casa mia. Non ti prometto nulla… ma avrai una sorpresa” Ormai, il quarantenne aveva intuito qualcosa che lo riguardava personalmente. Sbrigò nel più breve tempo possibile le pratiche e lasciò l’Ufficio per prepararsi alla cena. Quando Adalberto entrò nella casa della Segretaria per poco non svenne. Edgarda presentò la nipote Rosalia, una bellezza unica, superlativa. Venticinque anni, alta, bionda, occhi azzurri, gambe da fine del mondo. “Adalberto, questa è Rosalia, la figlia di mia sorella Giuseppina. Si è appena laureata in economia e commercio… ma al primo posto ha messo il matrimonio. Ora, sta a voi due capire chi siete e cosa volete. Nella vita si possono inseguire le illusioni o realizzare fatti concreti. A voi la risposta” E’s tata una serata magnifica. Adalberto e Rosalia hanno capito che avevano una possibilità. Le esplorazioni cominciano sempre con un sorriso… l’amore non è che la conseguenza. - Questo è il racconto 736, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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