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CALOGERO E I VALZER DI STRAUSS racconto (509) di Dino Secondo Barili

Post n°14992 pubblicato il 20 Agosto 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Giovedì

509

Calogero…e i magici valzer di Strauss

Per alcune persone “cinquant’anni”… è “un’età difficile”. Lo è stato anche per il Dott. Calogero, noto Commercialista in Milano, abitante a Pavia in un appartamento al quinto piano… con “lo sguardo” sul fiume Ticino. Un anno fa, il Dott. Calogero era in crisi profonda. Sentiva dolori dappertutto. A volte si sveglia di notte in preda ad attacchi di ansia. Aveva paura di non riuscire a svolgere tutte le sue pratiche d’Ufficio. Ormai convinto di avere una qualche malattia “di cui preoccuparsi” si recò dal proprio Medico di Fiducia, il Dott. Giuseppe. Il Dott. Giuseppe, sessantenne dall’ampia esperienza, aveva il potere di calmare le persone. Di metterle a loro agio. Per prima cosa sottopose il Dott. Calogero ad una “raffica” di domande di rito… poi entrò nei particolari. Il Dott. Giuseppe aveva già capito che non c’era nulla di grave. L’origine dei sintomi elencati dal cinquantenne potevano essere di ben altra natura… Adagio, adagio, con delicatezza, il Dott. Giuseppe ha cercato di sondare tra le “pieghe del discorso”. Infatti, sei mesi prima, il Dott. Calogero era stato “piantato in asso dalla sua donna” con la quale aveva condiviso gli ultimi dieci anni di vita. Il rapporto di coppia tra il Dott. Calogero e la sua compagna, Dott. Carolina, era scivolato sulla buccia “dell’abitudine” cioè di quella “ripetizione continua degli stessi atti”. Un giorno Carolina “scelse la libertà”. Le parole sono state chiare.“Calogero, così non si può andare avanti… Questo non è un rapporto di coppia… è una camera a gas. L’aria è diventata irrespirabile…non ce la faccio più. Ho bisogno di un periodo di riflessione…” L’accordo venne subito trovato e i due “non” si sono più cercati. Il Dott. Calogero, però, dopo i primi giorni di “quasi” euforia si era “sentito perso”. Gli mancava quel divano… Il divano della casa di Carolina sul quale guardava ogni sera la TV… accanto a lei. A volte, Calogero si sedeva su quel divano e… subito si addormentava. Carolina, quarantacinque anni si sentiva sola… con accanto un uomo addormentato. Si chiedeva. “Ma che vita è questa? Quale coppia siamo? … un uomo e una donna irrimediabilmente soli. Soli con i propri problemi e le proprie aspettative.” Quando la corda si tira troppo … si rompe. Carolina e Calogero avevano perso la loro ragione dello stare insieme. Ora, però, a Calogero mancava quel divano… Lo disse al Dott. Giuseppe, il quale aveva già capito tutto. “Dott. Calogero, lei non ha assolutamente niente. Tutti i sintomi di cui mi ha parlato sono solo espressione del suo disagio interiore. Per un problema del genere serve “una bella scossa”, “cambiare aria… ragazzo”, trovare una compagnia interessante che faccia risvegliare i sensi e la gioia di vivere.” Il cinquantenne uscì dall’Ambulatorio del Dott. Giuseppe soddisfatto… ma non troppo. A volte è più facile prendere una pastiglia che affrontare i propri problemi personali. Si recò nel suo Ufficio col viso preoccupato. Anche la sua Segretaria, la Dott. Lidia, se ne accorse. “Dott. Calogero, non si sente bene? Posso esserle d’aiuto?” La Dott. Lidia aveva sessant’anni e sapeva come far parlare le persone. Il Dott. Calogero (forse convinto di parlare ancora con il suo Medico di Fiducia) continuò la confessione. “Per il Dott. Giuseppe è facile parlare di “una bella scossa”, di una compagnia interessante che faccia rinascere i sensi e la gioia di vivere… Per uno come me, che passa dieci ore al giorno tra problemi di ogni genere… come è possibile?” La domanda sembrava una invocazione lanciata nel vento… “La Dott. Lidia aveva afferrato il risvolto del problema. “Dott. Calogero penso di poterle esserle d’aiuto. Mia figlia Clara si è Laureata in Scienza della Comunicazione con 110 e lode. Si è specializzata “negli itinerari magici di Vienna”. Perché non parte per un bel viaggio a Vienna e si abbandona ai magici valzer di Strauss? Mia figlia sarebbe lieta di poterle fare da guida turistica. Lei non dovrebbe pensare a niente … solo sognare.” In quell’istante entrò nell’Ufficio una splendida ragazza trentenne. Alta, bionda, capelli lungi, occhi chiari, fascino oltre misura… La Dott. Lidia continuò. “Dott. Calogero, le presento, mia figlia Sofia.” Il cinquantenne Commercialista di Milano si dimenticò immediatamente delle pratiche incombenti. Si lanciò come freccia. “Sofia… da questo momento sono nelle tue mani. Vienna è sempre stata il mio sogno. All’Ufficio ci pensa mamma Lidia.” - (509)

 
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