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VALERIO racconto (495) di Dino Secondo Barili

Post n°14772 pubblicato il 06 Agosto 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Giovedì

Valerio (495)

Il Prof. Valerio aveva sempre avuto un debole per la bicicletta. Fin da bambino suo padre l’aveva “istruito” sui vantaggi della bicicletta. Sia come mezzo per muoversi, sia come mezzo per mantenersi in forma fisica. Insomma, vantaggi sotto tutti gli aspetti. Da Insegnante di Educazione Fisica, poi, il Prof aveva cercato di “iniettare il virus” della bicicletta ai propri studenti. “Ragazzi, noi dobbiamo vivere una vita sana… quindi, movimento. Non danneggiare l’ambiente con emissioni “spurie ed inquinanti”… La bicicletta è l’ideale. Se in una città ci fossero più piste ciclabili ben sistemate, sicure, ne trarrebbe beneficio tutto il sistema. Prima di tutto… le persone.”Ormai gli studenti del Prof. conoscevano a memoria il ritornello. Un anno fa, però, al compimento del cinquantesimo anno di età, il Prof. Valerio si sentì in. crisi. In un primo tempo pensava dipendesse dall’influenza che lo aveva colpito durante l’inverno… Poi, si accorse che si sentiva… solo. Infine il Prof. disse la verità a sé stesso: si era innamorato. Sei mesi prima, durante uno dei suoi giri quotidiani in bicicletta, il cinquantenne aveva raggiunto una Cascina della Lomellina, chiamata la “Cascina della Mora”. Improvvisamente sentì una gomma a terra. Aveva bucato. Scese dalla bicicletta con disappunto. Dal cielo cadeva una leggera e fitta pioggerellina. Come fare con la gomma a terra? Per fortuna che la bici si era bucata vicino ad una Cascina… Da una casa uscì una ragazza alta, bionda, sui trent’anni… bellissima. La ragazza si presentò. “Sono Chiara. Se vuole può entrare nel cortile della mia casa. C’è un portico sotto il quale potrà sostituire la gomma della sua bicicletta…Se vuole… le posso offrire un caffè.” Il Prof. Valerio non aveva mai sentito una voce così dolce, gentile… invitante. Accettò. Entrò nel cortile. Si sistemò sotto il portico e sostituì il pneumatico bucato. Intanto Chiara aveva preparato il caffè. Per il Professore è stato come vivere in un mondo da sogno… Se non fosse perché … sarebbe rimasto lì per sempre. Invece… Ringraziamenti, saluti e un cordiale “arrivederci”. Il giorno dopo, il Prof, fece in modo di passare nuovamente dalla “Cascina della Mora”. Fece finta di avere dei problemi alla bicicletta, ma di Chiara, la bellissima ragazza bionda del giorno prima, neanche l’ombra. Il cinquantenne rifece la stessa strada tantissime volte, ma… niente da fare. Si diede dello “stupido da solo” … “Perché non le ho chiesto, almeno, il numero di telefono?” Ormai erano passati troppi giorni. Il Prof capiva che stava “dando i numeri”, che si era “imbambolato per una donna”… ma era la prima donna che l’aveva “stregato” nel vero senso della parola. Decise. Il giorno successivo, passando in bicicletta dalla “Cascina della Mora”, si sarebbe fermato ed avrebbe chiesto di Chiara. Così fece. Bussò alla porta della casa dove aveva preso il caffè. “Scusi, potrei parlare con Chiara?” Alla porta si presentò un uomo vecchio che faticava a parlare… “Chiara, qui non è mai esistita… “ Il Prof. Valerio cominciò ad andare in tilt. Non osò chiedere altro. Pensò di avere le traveggole… Si diede una calmata. “Eppure non sono diventato scemo… quella donna c’era. Era una donna reale, vera. Anche il caffè era vero.” Un anno fa la crisi del Prof. Valerio stava degenerando. Il cinquantenne decise di lasciare la bicicletta al suo posto e cambiare aria… Un sabato pomeriggio partì in treno da Pavia… per Milano… Così, tanto per prendere contatto con una realtà diversa. In Piazza del Duomo a Milano, Valerio fece un paio di giri per dare un’occhiata alla piazza. Stava compiendo il secondo giro quanto si sentì chiamare. “Professore, Professore…” Valerio si girò di scatto. Era Chiara. “Possiamo prendere un caffè insieme?” Era tanta la contentezza del Professore che non osò fare domande. Chiara e Valerio presero il caffè e si diedero appuntamento per il sabato successivo… Da quel sabato, ogni sabato pomeriggio, Chiara e Valerio si incontrano in Piazza del Duomo. Prendono il caffè insieme. Poi… Chiara, con voce dolce saluta Valerio… “Ci vediamo sabato prossimo…stessa posto, stessa ora.” (495)

 
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