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DORIS racconto (494) di Dino Secondo Barili

Post n°14754 pubblicato il 05 Agosto 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Mercoledì

Doris (494)

Doris, quarant’anni, bellissima, ricercatrice di Storia dell’Arte presso una Università di Milano, un anno fa, era in crisi. Nel corso degli anni si era impegnata al massimo negli studi, rinunciando ad un’infinità di cose… per la “passione degli studi e dell’arte”. A quarant’anni, però, si era ritrovata con un “montagna di anni” sulle spalle, un risultato economico “non soddisfacente” (diciamo pure irrisorio), una prospettiva “di lavoro e di carriera” limitata… e alcuni possibili candidati (fidanzati) … diventati “mariti” di qualche altra donna o collega. La crisi di Doris partiva proprio dal lato sentimentale… dalla mancanza di una presenza maschile al suo fianco. E’ vero. Qualche soddisfazione l’aveva avuta. Alcuni libri e pubblicazioni portavano “anche” il suo nome… ma era roba da “specialisti”. Dove stava il nocciolo del problema? Stava in parecchi aspetti… nell’età, nel lato economico e in quello sentimentale (preponderante!). “Per l’arte, una persona, fa qualsiasi cosa…” – si diceva una volta. Ma erano (e sono) solo parole. Una persona può amare l’arte, farne l’obbiettivo della propria vita, ma nella vita ci sono altre cose (indispensabili)… soprattutto i sentimenti. Sotto quell’aspetto, Doris, a quarant’anni, un anno fa, si sentiva una fallita. Non proprio… ma quasi. Per diverse settimane si era svegliata di notte in preda agli incubi. Aveva un sogno ricorrente. Sognava di camminare a piedi nudi in Piazza del Duomo a Milano… vestita di stracci, capelli sciolti, disordinati, sporca ed angosciata. Camminava tra persone sorridenti, ben vestite, con in braccio i loro bambini che cinguettavano come uccellini… Lei, invece, no. Si svegliava di soprassalto con il fiato in gola. Comprese che era giunto il momento di parlare al suo Medico di Fiducia, il Dott Giuseppe. Il Medico ascoltò ogni cosa e mentre ascoltava guardava la quarantenne visibilmente affranta e delusa. Per evitare che il discorso diventasse ripetitivo, l’interruppe. “Cara Doris, ti conosco da quando era una ragazzina. Ti ho vista crescere e conosco la tua passione per gli studi. Non posso essere tuo padre anche se ho i miei sessant’anni, ma una cosa posso dirla francamente. Tu hai bisogno di un uomo. Sposati o convivi… Oggi, le donne pensano alla carriera… A qualcuna va bene ad altre, no. Le donne (non tutte)…in questi anni, hanno dato spazio alla carriera lasciando la famiglia come …ultima spiaggia. Sbagliato… secondo me. La carriera è uno specchietto “per le allodole”. A volte va bene… altre no. La famiglia, invece, è una “azienda” che cresce con la persona e con le persone che ne comprendono il significato. Non sono tutte rose e fiori, ma è la vita, la vita quotidiana. Il giorno dopo giorno. La capacità di reagire alle avversità nel modo più naturale possibile. Cara Doris, sei ancora in tempo. Rimetti “il treno della tua vita” sul giusto binario… e cerca un bravo ragazzo come te.” Doris rimase colpita dalla sicurezza con la quale il Dott Giuseppe aveva parlato. Una volta raggiunto il suo appartamento, Doris, si guardò allo specchio… e si mise a piangere. Non si ricordava di averlo fatto, ma ora ne aveva bisogno. A volte piangere fa bene. Doris si fece una doccia e uscì per fare una passeggiata in Galleria. Stava guardando una vetrina quando si sentì chiamare. “Doris. Doris.” La Ricercatrice di Storia dell’Arte si girò e incrociò lo sguardo del suo compagno di scuola della scuole medie, Filippo. Aveva la sua età ed era un uomo fatto e sicuro di sé. Non era più l’imbranato, un po’ discolo della scuola media. Ora, Filippo, aveva un modo di fare ed una parlantina che incantava. Si vedeva che era un uomo che aveva avuto successo. Filippo e Doris presero il caffè insieme. Insieme passarono il pomeriggio anche se la Ricercatrice era stata invitata ad una conferenza. Insieme cenarono… e passarono la notte nello stesso letto. Al mattino, Doris si era resa conto che non aveva avuto il sogno ricorrente. Anzi, stava benissimo. I due innamorati (perché ormai erano diventati tali) decisero di partire per una vacanza a Parigi, città dell’amore… prima tappa di una nuova vita. - (494)

 
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