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GABRIELLA E L'ETA' DELL'AMORE racconto (473) di Dino Secondo Barili

Post n°14453 pubblicato il 19 Luglio 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Mercoledì

Gabriella (473)

Un anno fa, Gabriella, ha compiuto sessantadue anni e non era contenta. Vedova da due anni, aveva cercato di mantenersi giovane. Siccome era proprietaria di un Negozio di Fiori a Milano faceva di tutto per “fermare il tempo”. Salone di bellezza alcune volte al mese, Parrucchiera parecchie volte la settimana, ginnastica quotidiana sotto la guida di una Esperta in “medicina estetica”. Insomma tutto ciò che poteva fare una donna per mantenersi in perfetta forma. Tuttavia, Gabriella, non era soddisfatta. Ne parlò con la sua amica e coetanea Silvana, la quale le consigliò un viaggio in Lomellina da una donna conosciuta come “La Madama di Tebe”. Anzi, Silvana si offrì essa stessa di portarla nel luogo dove La Madama di Tebe riceveva. Gabriella aveva possibilità economiche e voleva utilizzarle il massimo. “Dopo tutto” – diceva la sessantaduenne – “la vita è una sola. Non ho figli. La vita va goduta fino in fondo… senza tralasciare nulla. Silvana prese appuntamento con La Madama per il primo sabato del mese. Ormai era fatta. Gabriella non aspettava altro. Le due amiche partirono da Milano di buon mattino. Essendo novembre, non avevano tenuto conto che in Lomellina si verificano dei nebbioni dove… la nebbia si può “tagliare con il coltello”. Arrivati in Lomellina, Gabriella e Silvana, si trovarono immerse in un banco di nebbia eccezionale. Silvana, giunta ad una rotatoria, prese la prima strada che si trovò davanti e proseguì senza farsi domande. Ad un certo punto, però, venne presa dal panico. “Lo sai Gabriella che non so più dove mi trovo? Non so più dove sto andando.” Gabriella era una donna pratica. Aveva sempre la risposta pronta. “Silvana vai avanti fino alla prima casa che incontriamo. Lì ci fermiamo e chiediamo informazioni.” Silvana accettò il consiglio, ma molte strade della Lomellina sono diritte …e non finiscono mai. Silvana, alla prima piazzuola di sosta, si fermò. Scese dall’auto per respirare e darsi una calmata. Improvvisamente si trovò accanto una Signora lussuosamente vestita con una tonaca dorata. Sul capo aveva una corona d’oro… come fosse una Regina. Chiese a Gabriella di scendere dall’auto e fece loro il seguente discorso. “Sono la Madama di Tebe. Voi siete venute in Lomellina per incontrare me ed io so già cosa volete chiedermi. Voi siete di Milano. La grande città ha perso gli antichi saperi della civiltà agricola. In Lomellina, invece, tali “saperi” sono rimasti intatti. Ecco perché le donne in Lomellina sanno cosa vogliono e sono soddisfatte. Per prima cosa si accettano per quelle che sono e come natura le ha fatte. Non hanno bisogno del Salone di Bellezza, della Parrucchiera o della ginnastica. Alle donne in Lomellina basta essere donne, donne vere, donne che sanno attrarre gli uomini come calamita, vivere la vita di coppia con lo scopo di stare bene insieme. E’, ovvio, che alla base del reciproco stare insieme vi è il “piacere reciproco”. Senza “piacere reciproco” la coppia si sfascia. Naturalmente è l’uomo che fa sentire la donna giovane e importante. Adesso vi porto nella mia “Cascina” dove ho allestito il più bel spettacolo del mondo. “Il Ballo del tempo che fu”. Detto fatto, Silvana e Gabriella, si trovarono in un grande Salone delle Feste. Un’orchestra suonava valzer della tradizione viennese. Coppie di mezza età ballavano spensieratamente. Due baldi giovanotti si avvicinarono a Gabriella e Silvana e le invitarono a ballare. Per le due sessantaduenni milanesi è stato come vivere un sogno… un sogno senza fine. Come tutti i sogni, però, hanno termine. La Madama di Tebe si ripresentò con la sua tonaca dorata e la sua corona in testa. Disse loro. “Silvana e Gabriella… la vita va costruita giorno dopo giorno. Prima di tutto va costruita dentro di noi… La musica è fondamentale. La coreografia altrettanto. L’uomo giusto è indispensabile… ma tutto dipende da ciò che c’è “dentro di noi”, nella nostra testa… dove “sogno e realtà” fanno la differenza.” (473)

 
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