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LORENZO E IL PROFESSORE DI DISEGNO racconto (471) di Dino Secondo Barili

Post n°14409 pubblicato il 16 Luglio 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Lunedì

Lorenzo (471)

Un vecchio detto dice che “nella vita tutto si pareggia… il male e il bene, il bello e il brutto”. Lorenzo era nato sfortunato. Aveva una gamba più corta dell’altra. Poca cosa, ma tanto da essere notata. La penitenza cominciò alla scuola materna. Era il bambino che non riusciva a correre. Mentre gli altri correvano come pazzi, lui, Lorenzo, no. Inoltre, era segnato a dito da alcuni compagni che per prenderlo in giro, glielo facevano notare in continuazione. Gli anni delle Elementari passarono in un volo, ma l’atteggiamento dei compagni era sempre lo stesso. Lorenzo cercava di non farci caso, ma ogni tanto andava giù di corda. Un giorno, in secondo media, Lorenzo era particolarmente scoraggiato. Anche sua madre se ne accorse e cercò di rincuorarlo. “Lorenzo, non prendertela, nella vita tutto si pareggia, il bene e il male, il bello e il brutto..” Per la prima volta, Lorenzo reagì. “E come dovrei fare? Allungarmi una gamba… per farla diventare come l’altra?” La madre del ragazzo ebbe un nodo alla gola, ma mantenne la calma. Anzi, cercò nella mente una risposta adeguata. “Lorenzo, se non puoi correre come gli altri… hai sempre due mani particolarmente capaci.” Lorenzo capì che sua madre gli aveva dato il consiglio giusto. Il consiglio che cercava e non trovava. Il ragazzo aveva una capacità incredibile nel disegnare. Disegnava anche sulla strada con qualsiasi materiale. Cominciò ad applicarsi. I visi erano la parte del corpo in cui riusciva ad esprimersi meglio. Purtroppo, in seconda media, il Professore di Disegno, teneva d’occhio Lorenzo. Non certo per fargli i complimenti, ma per richiamarlo ogni volta che faceva un disegno. Mentre tutti gli altri suoi compagni avevano la sufficienza in disegno, Lorenzo aveva il cinque in pagella. Il ragazzo non diceva nulla, ma mastica amaro. Intervenne ancora sua madre. “Lorenzo non prendertela, certi Professori sono fatti così… Devono far valere la loro autorità su tutti coloro che non riescono “a dominare”. Con chi se la prendono? Con coloro che hanno qualità. Taci e sopporta… Domani il mondo sarà tuo.” Le scuole medie erano ormai un ricordo, ma anche alle superiori, Lorenzo non ebbe vita facile. Era sempre sotto il tiro del Professore di Disegno. Un giorno, Lorenzo, non riuscì più a sopportare i richiami. Lasciò la scuola e venne assunto come commesso presso un negozio che vendeva vernici e colori. Lorenzo, però, non aveva perso il piacere di disegnare volti, volti di uomini e donne, di ragazzi e ragazze. Un giorno, mentre stava mescolando colori, entrò nel Negozio una ragazza bellissima di nome Silvia. Lorenzo, appena la vide se ne emozionò. Siccome, era solo in Negozio, dopo aver consegnato la merce richiesta, si fece forza. Chiese a Silvia se si sentiva di farsi fare un ritratto. La ragazza pensò che fosse uno scherzo. Invece, in pochissimo tempo, Lorenzo disegnò un ritratto bellissimo… da fine del mondo. La stessa Silvia rimase allibita. Chiese di poterlo avere, ma Lorenzo fece una contro proposta. Chiese a Silvia di poterne fare altri. Silvia, per quanto giovane, si era resa conto che il commesso aveva delle qualità eccezionali. Non si era neppure accorta che Lorenzo zoppicava, che aveva una gamba più corta dell’altra. Il commesso, però, non si fece illusioni. La sua forza era tutta… nelle sue mani, in quelle mani magiche che sapevano ritrarre volti straordinari. Lorenzo e Silvia diventarono amici. Per poter stare insieme a Silvia più tempo possibile, Lorenzo, fissò molte sedute di disegno nei vari spazi della città, piazze, vie, giardini. Così, Lorenzo era diventato un “personaggio” della città. Le persone si avvicinavano per vedere il disegnatore all’opera… e le persone, chiedevano come poter avere il proprio ritratto. Le commissioni aumentarono in modo incredibile, tanto che Lorenzo lasciò il posto di commesso e si dedicò… a “ritrarre volti”. Si sa che la pratica, a volte, vale più della grammatica. Un giorno di un anno fa, Lorenzo, mentre era intento a disegnare Silvia in Piazza della Vittoria a Pavia si vide avvicinare da un Signore avanti negli anni. Era il suo Professore di Disegno della Scuola Media, quello che gli aveva dato “cinque” sulla pagella. Lorenzo lo riconobbe. “Professore, la ringrazio per avermi dato cinque in disegno sulla pagella. Mi ha fatto “mangiare” tanta di quella rabbia che per smaltirla dovrò disegnare per tutta la vita.” (471)

 
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