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RENATO E RENATA racconto (678) di Dino Secondo Barili

Post n°14323 pubblicato il 11 Luglio 2014 da dinobarili
 

11 LUGLIO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 11 Luglio 2014 – Venerdì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Venerdì

678

I racconti dell’estate

Renato e Renata

La grande città offre possibilità che i piccoli centri urbani non sono in grado di offrire. Prendiamo, per esempio, Milano. Più che una città… è una megalopoli. Quando si esce in automobile da Milano per Pavia… ci si trova sulle rive del fiume Ticino dopo un ininterrotto susseguirsi di case, Palazzi, fabbriche, Osterie, Ristoranti, ville, campagne lussureggianti. Insomma, non si sa quando finisce Milano e quando inizia Pavia. E’ proprio quel ininterrotto susseguirsi di un paesaggio ripetitivo che fa riflettere. Allora… che cos’è la città? La stessa cosa accade negli Uffici milanesi. A Milano Uffici mega… con tantissimi impiegati e impiegate. Venti, trenta, cinquanta persone che si muovono come formiche in ambiti ristretti…Presi da una frenesia senza limiti. Però, anche negli Uffici… la vita non perde il suo fascino di sempre: l’amore. Un anno fa, in un Ufficio mega poco lontano dal centro… dal Duomo, dalla Galleria Vittorio Emanuele II, il quarantenne Renato osservava le College dalla sua postazione di lavoro. Renato era single… come molti Colleghi e Colleghe. Single, però, non vuol dire che una persona rimanga sola… e passa la sua vita da sola. Anzi, è proprio quando è sola… che cerca la compagnia. Come diceva un Professore di Sociologia “l’uomo è un animale sociale. Gira e rigira, l’uomo cerca la donna…e la donna cerca l’uomo” Renato aveva lavorato tutto il giorno un po’ svogliato. Non aveva voglia di cenare da solo. Gli occhi del quarantenne erano fissi sulla trentacinquenne Renata la quale, con la sua postazione, si trovava proprio davanti a lui. Anche Renata era single e da quel che sapeva il quarantenne… libera da impegni sentimentali. Perché non chiedere a Renata se era disposta a “condividere” una pizza? Dalla postazione non ci si poteva muovere. Renato, velocemente, inviò un SMS alla Collega. Il quarantenne tenne d’occhio la Collega. L’osservò mentre leggeva il messaggio sul display. La trentacinquenne non lasciò trasparire alcuna emozione. Lesse e ripose il telefonino dov’era. Accanto al monitor. Renato era sulla spine. Non era riuscito a capire se la Collega avesse avuto intenzione di accettare oppure no. Era passato un quarto d’ora e la risposta non era ancora arrivata. Renato ne ignorava il motivo… Renata, invece, ci stava ancora pensando. Un anno prima, il quarantenne aveva avuto una storia con Marisa, sua amica intima. Difficile che un’amica tenga nascosto dei particolari. Era proprio quello che Renata sapeva… e Renato ignorava. La trentacinquenne ci stava pensando. La relazione tra Marisa e Renato era durata sei mesi e, come al solito… per l’amica … la colpa era tutta e solo del quarantenne. Ora, la trentacinquenne doveva decidersi: prendere o lasciare. Dopo circa mezz’ora, Renata, prese il telefonino e digitò il messaggio: “Va bene. Ci vediamo a fine turno” Per Renato è stato un sollievo. Quella sera di luglio di un anno fa è stato come se il sole stesse per sorgere… nell’Ufficio mega del centro di Milano. Esistono dei momenti nella vita che lasciano il segno… Quello era uno di quelli. Renato ne era pienamente consapevole. Ora, dipendeva da lui … o forse dal Destino. La pizza era stata squisita. Anche Renata ne era convinta. Come era convinta che la pizza sarebbe stata solo l’inizio della serata. Renato propose “quattro passi in via Dante… poi quattro passi al Castello Sforzesco… poi quattro passi al Parco Sempione… E’ lì che le coppie spesso trovano il luogo adatto per i loro approcci… Al Parco Sempione non sembra neanche di essere a Milano. In certi angoli del Parco sembra di essere in qualche bosco sulle rive del fiume Ticino a Vigevano o Bereguardo. Ormai il discorso di Renato e Renata aveva preso la piega giusta. La trentacinquenne stava fortemente avvinghiata al quarantenne il quale ne subiva il fascino ed il calore…Il primo bacio è stato solo una scusa… per sottolineare la bellezza del Parco… Il secondo, però, è stato dichiaratamente cercato da entrambe le parti. Renato aveva accarezzato i capelli della Collega e, guardandola negli occhi, ne aveva fissato il nasino perfetto. “Renata, lo sai che hai proprio un bel nasino?” Da lì… al bacio… il passo è stato breve. E non aveva l’aria di essere l’unico. Infatti, ci pensò Renata a mantenere la presa…a non offrire resistenza… Tutto in perfetta armonia. Persino l’ombra della sera che stava scendendo adagio sulla città. Si dice che il bacio della sera… è “messaggero di novità”… di primo mattino. Gli amori che iniziano alla sera sono spesso molto fortunati. Renata lo sapeva. Quando, Renato, le propose di passare la notte a casa sua, nel suo letto…accettò subito. E’ stata una notte lunga, appassionata, favolosa… Un’appassionata, favolosa, lunga notte di luglio di un anno fa. Al mattino, dopo che Renato e Renata si erano preparati per andare in Ufficio… il telefonino della trentacinquenne si è messo a strillare. Era la sorella di Renata che aveva una comunicazione importante. “Renata, preparati per la settimana prossima. Dobbiamo partire per gli Stati Uniti. La Zia Piera, sorella di nostra madre… la Zia che ha sposato il Re delle patatine fritte, ci vuole vedere. Ha importanti decisioni da comunicarci” Renata e Renato si guardarono negli occhi. Entrambi pensarono la stessa cosa. “La fortuna non arriva mai da sola… prima l’amore … poi, tutto il resto” - Questo è il racconto 678, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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