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DEBORA E LA PASSEGGIATA A MILANO racconto (594) di Dino Secondo Barili

Post n°13319 pubblicato il 18 Aprile 2014 da dinobarili
 

18 APRILE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 18 aprile 2014 – Venerdì - ore 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Venerdì

594

I racconti di Primavera

Debora e la passeggiata a Milano

La Primavera è anche tempo di vacanze. Quelle “pasquali”, per esempio. Sono la manna per studenti e docenti. E’ uno dei periodi più festosi dell’anno. Primo, perché è Primavera. Il sole è alto nel cielo. L’aria è fresca e accarezza il viso delle persone… come dire. “Visto che è arrivata la nuova stagione? Ora, spetta a te far vedere cosa sai fare”. Un anno fa, era proprio il pensiero che aveva in testa Debora, bellissima quarantenne, single, Docente presso una Scuola Primaria di Pavia. Erano iniziate le vacanze di Pasqua. Debora aveva voglia di muoversi. Era il momento giusto per fare una passeggiata a Milano… alla scoperta delle bellezze locali. Era un po’ che la quarantenne ci pensava… ma non voleva andarci sola. Chiese alla sua amica, collega e coetanea Alessandra se era disponibile per una giornata a Milano. L’amica stava attraversando un periodo poco propizio. Si era lasciata da poco tempo con il “moroso”. Perché non cambiare aria? Perché non cercare nuovi orizzonti? Dopo qualche sollecitazione Alessandra accettò. Da Pavia a Milano, con il treno, è un attimo. Mezz’ora. Se poi si è in due e si chiacchiera… è come bere un bicchiere d’acqua. Quando si vuole fare una passeggiata a Milano, bisogna avere le gambe buone … e camminare. Era proprio quello che voleva fare Debora. Camminare. Del resto è stato detto che una città come Milano è come “un panino imbottito di storie”. Basta osservare e farsi trasportare dal continuo andirivieni delle persone, dal nome delle vie, delle piazze, dei palazzi, delle lapidi applicate qua e là sui muri per rendersi conto di quante e quali cose è fatta una città. Debora e Alessandra, però, avevano un obbiettivo: La Basilica di San Lorenzo. Si tratta di uno dei più importanti e antichi monumenti milanesi, di grande rilevanza nella storia dell’architettura d’Occidente. Ci si accorge appena si mette piede sul Sagrato della Basilica. Ad accogliere i visitatori c’è la statua dell’Imperatore Costantino. Si tratta di una copia in bronzo perché l’originale si trova in Laterano a Roma. Debora ha avuto subito la sensazione di trovarsi in un luogo dove basta poco ad andare in estasi… Non proprio estasi… nel senso comune dell’accezione. Ma quel non so che di antico che prende… per ciò che è stato… per le vicende del tempo che fu. La storia non dovrebbe essere studiata sui libri, ma aspirata con l’aria di certi luoghi storici… come, per esempio, i sotterranei della Cappella di Sant’Aquilino in San Lorenzo… Allora, ci si rende immediatamente conto che non sono solo le battaglie a segnare la storia, ma il lavoro quotidiano delle persone. Un sotterraneo… un luogo dove aleggia il mistero… e, sparsi dappertutto, resti di colonne, capitelli provenienti dall’antico Anfiteatro Romano che si trova poco distante. Debora e Alessandra hanno fatto le loro considerazioni. “Bello, troppo bello”. Poi, come se la visita avesse lasciato il segno, sono uscite dalla Basilica. Si sono sedute alla base delle Colonne di San Lorenzo ed hanno lasciato scorrere lo sguardo sull’incredibile architettura. Lì, la storia parla da sola. Debora e Alessandra osservano in silenzio. Ad un tratto giunge una troupe televisiva… Debora osserva i nuovi arrivati. Di uno ne riconobbe il volto. Era il suo vicino di casa, il Dott. Gianfrancesco, il quale da addetto ai lavori notò subito la Docente della Scuola Primaria. “Debora cosa fai da queste parti?” La Docente spiegò. Gianfrancesco, dinamico cinquantenne, aveva occhi dappertutto. Mentre i suoi compagni di lavoro erano alle prese con cavalletti ed apparecchiature da ripresa, aveva già messo gli occhi sulle due pavesi. “Debora, avrei proprio bisogno di te e della tua amica. Siete disposte a fare ciò che vi dico? Si tratta di fare la parte delle turiste in visita in questo luogo magico. Si tratta di essere impegnate tutta la giornata. Naturalmente, riceverete la dovuta ricompensa.” Debora e Alessandra accettarono. Firmarono alcuni moduli. Da quel momento la loro vita ha preso un’altra piega. Le riprese seguirono alle riprese… come se tutto fosse stato programmato da chissà quanto tempo. Gianfrancesco aveva bisogno della sorpresa, dell’imprevisto. Le due quarantenni si trovarono proiettate in un mondo diverso dal loro. Nel posto giusto al momento giusto. Anche i volti delle persone coinvolte assumevano una dimensione diversa. Debora non perse d’occhio Gianfrancesco. Da vicino di casa non lo immaginava così interessante. Alessandra fissò gli occhi sull’operatore alle riprese. Era curiosa di sapere di quale colore fossero i suoi occhi. La passeggiata a Milano si era trasformata in un mondo nuovo. Milano è sempre stata imprevedibile. Si pensa di fare una cosa … e poi, la mano del Destino sconvolge ogni cosa. Da quella passeggiata di un anno fa è cambiato tutto. Debora e Alessandra si sono innamorate… ed è stato il principio di una nuova vita. …- Questo è il racconto 594, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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