Creato da emma01 il 16/05/2014
capaci infine di fermarsi

Area personale

 

.

 

 

Ultime visite al Blog

emma01je_est_un_autrebluaquilegiaAlessandra12101992fastframetsukamoto1968hfacecassetta2m12ps12Dott.Ficcagliamarc1961udmonellaccio19Arianna1921Miele.Speziato0
 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Ultimi commenti

amare con dolore… presidente, solo i più forti
Inviato da: emma01
il 19/12/2023 alle 05:48
 
mi sono bruciato la lingua mangiando una patata al forno......
Inviato da: cassetta2
il 17/12/2023 alle 20:49
 
Quelli troppo buoni vengono mangiati per primi.
Inviato da: cassetta2
il 21/09/2023 alle 15:36
 
Sei coraggioso presidente.
Inviato da: emma01
il 12/09/2023 alle 18:22
 
La sensazione è quella cosa che ti indica sempre la giusta...
Inviato da: cassetta2
il 12/09/2023 alle 17:45
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 5
 

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 

 

« dragonflychi guarda »

bastarda dentro (e pure fuori) - piece abbastanza immorale

Post n°203 pubblicato il 26 Ottobre 2017 da emma01



MUSE, TIME IS RUNNING







IRVINE WELSH, TRAINSPOTTING - 1993

"Il modo migliore di tirarli dalla mia parte, senza concedere troppo all'ipocrisia schifosa che ha riempito tutta la stanza, e che per qualche strano motivo si cerca di far passare per decenza, secondo me è quello di parlare per frasi fatte. La gente le adora, nei momenti come questo, perché diventano vere, e una volta tanto significano qualche cosa."

 

 

MUSE, FOLLOW ME

 

 

IRVINE WELSH, TOLLERANZA ZERO - 1995

"Il dolore non fa che girare e rigirare in giro. Ci vuole uno eccezionalmente forte per dire:basta. Ci vuole un debole per tenerselo tutto per sé, per lasciarsi straziare senza ferire nessuno.".

 


MUSE, MADNESS





MUSE, ANIMALS


 

 

IRVINE WELSH

"Non me n'è mai fottuto un cazzo del nazionalismo, mi fa vomitare e basta. Perché non li aboliscono tutti, sti paesi del cazzo? E non ammazzano tutti i politici, cazzo? Quei parassiti in doppio petto sempre pronti a schizzare in piedi, a dire palle e coglionate da fascisti con un bel sorriso stampato in faccia."

 

 

 

 

sbocca_nota

cosa dire, un cazzo in verità.
più isola che mai,
in questo nord nord nord est
con paralleli 
e meridiani
fatti di vigne.
con le banche che hanno compiuto
la ben singolare magia di fottersi 
futuri ancora da disegnare,
o piccoli resti di futuri,
succhiando il sudore di 
settant'anni di frugalità,
con un senso di 
appartenenza che spesso nasce
da degli sprofondi di solitudini 
che a starci accanto si suda freddo,
che ad ascoltarle prende un groppo in gola.
e ci sono
perfezioni, fuggevoli invero, 
visto che a noi non appaiono,
fatte di abusi che divengono vanto,
piccole umiliazioni inconsapevoli
frutto di ignoranze ma orgogliose.
brava gente però,
tu non puoi sapere
quello che riescono a fare, proprio 
per un fortissimo senso del dovere,
dell'appartenenza: quando sale in 
superficie, e succede quando le cose
sono gravi per davvero,
quando i gesti elevati e silenziosissimi
si fanno costante consistenza,
e salvezza.
penso, con la presunzione che non ho
mai mai negato, penso di essere qui per gioco
di lila, destino avverso e karma:
maledetti.
deve essere stata una svista di madre natura,
mi ha piazzata qui, in questo nord est
e non ci capisco un cazzo.
sono così stufa di essere dalla parte di
una barricata che ho scoperto essere
solo mia, invisibile a chiunque.
sai cosa è strano in tutto ciò?
è strano ci si aspetti da me esattamente
ciò che sono: nessuno ma fatta così,
sbagliata così.
e se poi ti dico che per farmi perdonare
per lo sfogo e per la boccaccia sozza del vecchio Irv.,
ti poggio sotto un foglietto con un autunno di j. keats,
non stupirti,
sono così
come pare ci si aspetti
debba essere.

01

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UNINTENDEN , ancora MUSE ;-)

 

JOHN KEATS - ALL'AUTUNNO

 

Stagione delle nebbie e della molle fecondità,
stretta amica del cuore del maturante sole;
che cospiri con lui per caricare e beare
di frutti le viti che intorno alle grondaie corrono;
per piegare sotto le mele i muscosi alberi della capanna,
ed empire tutti i frutti di maturità fino al torso,
per gonfiare la zucca, e arrotondare i gusci delle nocciuole
con un dolce nòcciolo; per far gemmare altri
e ancora altri, più tardivi fiori per le api,
finché esse pensino che i giorni tepidi non finiranno mai,
perché l'Estate ha colmate fino all'orlo le loro viscose celle.

Chi non t' ha veduto spesso fra la tua dovizia?
Talvolta chiunque vada fuori cercando può trovar
te a sedere senza pensieri su d'un'aia,
i tuoi capelli mollemente sollevati dal vaglio del vento;
o su un solco mietuto a mezzo profondamente addormentato,
assopito dai fumi dei papaveri, mentre il tuo falcetto
risparmia il prossimo mannello, e tutti i suoi fiori
e talvolta come uno spigolatore tu tieni intrecciati:
fermo il tuo capo carico attraversando un ruscello;
o presso un torchio da sidro, con sguardo paziente,
tu osservi gli ultimi trasudamenti per ore ed ore.

Dove sono i canti della Primavera? Sì, dove sono essi?
Non pensare ad essi; tu hai la tua musica pure,
mentre nuvole a sbarre fioriscono il giorno che lento muore,
e toccano i piani di stoppie con una rosea tinta;
allora in un lamentoso coro i moscerini gemono
tra i salici del fiume, portati in alto
o affondando, come il lieve vento vive o muore;
e adulti agnelli belano forte dal limite collinoso;
grilli di siepe cantano; ed ora con soave tenore
il pettirosso fischia dal recinto d'un giardino;
e le rondini si raccolgono trillando nei cieli.

VERSI DA IPERIONE, ODI E SONETTI - SANSONI EDITORE

 

 

 

 

spunto da commento di spa


WILFRED OWEN - CASI MENTALI

Chi sono costoro? Perché siedono qui al crepuscolo?
Perché mai dondolano, ombre purgatoriali,
la lingua penzoloni da mascelle che sbavano il pasto,
scoprendo denti che ghignano come perfidi denti di teschi?
Fitte su fitte di dolore - ma quale lento panico,
cerchiò di tali abissi le loro logore occhiaie?
Dai loro capelli, dal palmo delle mani, trasuda
infinita miseria. Certo siamo morti dormendo
e ora traversiamo l'inferno; ma chi sono queste
creature infernali ?
- Sono uomini ai quali i Morti hanno rapito la mente.
La memoria fruga omicidi nei loro capelli.
Ne hanno visti di omicidi in massa.
Guadando pantani di carne questi inermi vagano,
calpestando sangue da polmoni che amavano ridere.
Per sempre sono dannati a vedere e sentire
cannoneggiamenti, muscoli che volano a brandelli,
supreme carneficine e spreco d'uomini
troppo fitti ammassati per districarli.
Se le loro pupille arretrano torturate
fin dentro il cervello, è perché ai loro occhi il sole
pare una macchia di sangue, nera di sangue la notte;
l'alba si schiude sanguinante come una ferita fresca.
- Perciò le loro teste vestono l'ilare, orrida,
terribile fissità dei finti sorrisi da cadavere.
- Perciò le loro mani si stringono l'una all'altra;
impigliandosi ai nodi delle loro sferze;
ghermendo noi che li colpimmo, fratello,
scalciando noi che demmo loro morte e follia.

 

 

suggerimento di tob

Sex Pistols... Anarchy in the UK

 

 

gentilezza silenziosa di so far away





 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963