Creato da OptometriVale il 09/09/2011
Ho deciso che crederci ancora non sia una brutta malattia
 

 

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Mare Calmo

Post n°219 pubblicato il 21 Ottobre 2012 da OptometriVale

 

Ti scrivo qui, dove probabilmente non passerai mai. Ti scrivo ma lo faccio a me. Mi parlo, metto ordine e trovo pace. Trovare pace, hai presente? No. Lo so.

E' trascorso praticamente un anno dall'ultima volta che, completamente disperata, andai contro tutti e presi l'aereo per correre da te ancora. Ricordo che al ritorno guardai amorevolemte dall'aereo quegli appezzamenti arati sui colli bolognesi , e mi sussurrai "chissa' quando ti rivedro' ancora, dolce Terra che diventasti mia". Fu un sospiro d' amore quasi profetico.

Questo ultimo anno è stato una battaglia estenuante. Contro me stessa, contro l'accettazione di una realtà di fatto che mi hai imposto, contro la rabbia, l'odio e la delusione. E' stato un casino, un tormento. Ma è stato presa di coscienza.

Ero disposta ad accontentarmi. 
Delle tue paure, dei tuoi dubbi, dei tuoi limiti, della tua cecità, dei tuoi grigi infiniti. Di quei lampi di Luce che elargivi con il contagocce, ma che mi accecavano di passione.

Mi sono innamorata di te perchè so che hai i dieici talenti, e so quanto questi siano succulenti. Mi sono innamorata perchè ho sempre saputo che puoi essere la più incantevole tra le creature come puoi essere il nero più profondo. Il tanfo più acre.

Lo so cosa sei, l'ho sempre saputo, e ti ho amato incondizionatamente. Ti ho amato per le tue lotte con i mille demoni, per la tua anima travagliata e per la tua capacità di saper  scegliere cosa essere.

Cazzo, se sono stata incosciente. 
Non sei pazzo, no. La tua mente non ti fa brutti scherzi, non te ne ha mai fatti. La tua sensibilità è una porta aperta, e tocca a te fare il butta fuori. Tocca a te la scelta.

Saranno statae due o tre le volte che il mio sguardo ti ha turbato. Mi dicevi di non riconoscerlo, che in quei momenti rimanevi interdetto.

Sono state le volte in cui ho visto il nero più pastoso, in cui ho avuto la lucidità piu' estrema, e ti ho amato forte partendo da lì. Dalla parte più schifosa di te, perchè entrambi sappiamo quanto sia vasta.

Ad un certo punto ti sei incazzato. Lottavi fino a perdere le forze con i tuoi fantasmi, e spesso perdevi. Arrivavo io. Un abbraccio infinito, una carezza densa, ed i demoni si dissipavano.  Ed il tuo cuore si calmava. Tu stesso mi hai confidato che questa cosa ti mandava in bestia. Come facevo? Non era giusto, tu sputavi sangue.

Era solo Amore, sai? Potente, forte e lucente come il sole. Era tenerezza gratuita.

E stai attento a riformulare ancora una volta i tuoi distorti pensieri, perchè io non sono Madre Teresa di Calcutta. Non voglio statue e non mi muovo a compassione. No, perchè di questi discorsi da stronzo ne ho le tasche piene.

So cosa vuol dire essere freddi come il metallo, rifiutare ogni dolcezza, non sapere vedere oltre i miei dubbi. Inferno e nebbia. Oscurità e mancanza di fine.
Io mi sono salvata il culo perchè ho imparato a piegare le ginocchia, ad ammettere che da sola non valgo niente, che sono finita e che la mia mente arriva a ben poca cosa. Ho cacciato via tutto il mio orgoglio intellettuale.

La vedo dura.
L'egocentrismo affamato, il senso di rivalsa continua ed il vittimismo, mescolati insieme, sono peggio di assenzio iniettato nelle vene. 

Io ti ringrazio, per tutto quello che mi hai dato. Perchè non rinnego nulla e perchè anche un pezzetto di te mi è rimasto nel mosaico di ciò che sono. E ne vado fiera.

Come vado fiera del coraggio che ho avuto nell'affrontare una storia che solo io NON trovavo impossibile. Farmi duemila kilometri in un solo giorno per poterti vedere qualche ora, resistere con fiducia anche un mese senza di te per poi rivederti un fine settimana appena, mandare a 'fanculo famiglia e amici increduli, chiudere la valigia e correre per immergermi nel tuo profumo. Progettare una casa, una vita, sentirmi forte come una tempesta e lottare anche per te.

E' stato questo il mio sbaglio: cercare di anteporre la tua felicità alla mia. Cercare di anteporre te alla mia stessa vita. E' stato un disastro rovinoso, non si costruisce così. Che il fine giustifica i mezzi vale solo per le cazzate che combini tu, me ne rendo conto. Per me  vale il "chi sbaglia paga", e i cocci me li conservo.

Ma adesso è andata, è andata da un pò, ed ho graffiato come un gatto selvatico per trattenerla. Possiamo solo il cento per cento della nostra parte, non quella dell'altro. E anche questo me lo hai insegnato tu.

Ricordi la storia della porta?
In tutto questo tempo è rimasta socchiusa. Appositamente socchiusa.

E siccome io adesso esigo l'assenza di ogni fottuto dubbio da parte di alcuno, la chiudo con doppia mandata.
Non avrai mai le palle - e possibilmente neppure la voglia - di buttarla giu' con una ruspa meccanica . Quindi il ciclo si chiude qua.

Ci vogliono palle per lasciarsi amare a prescindere, senza compromessi, senza nascondersi dietro accuse infondate, senza esigere per forza un perchè.

Ci vogliono le palle che non hai tu.

 

 

Ma come posso dare l'Anima e riuscire a credere che tutto 
sia più o meno facile quando è
impossibile? 

Volevo essere più forte di ogni tua perplessita'.

 
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Vale non funziona er linkE.
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