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VADEMECUM ANTI-STUPRO E ANTI-VIOLENZA

Post n°4470 pubblicato il 14 Gennaio 2023 da monellaccio19
 

 

 

 

 

Ogni tanto qualcuno ci ricasca, certo di proporre le soluzioni più giuste e azzeccate. Quello che vedete è l'oggetto della disputa e della polemica esplosa appena sia stato distribuito nelle scuole superiori di Cividale del Friuli. Un manualetto utile per le studentesse in particolare, visti i suggerimenti specifici e personali riguardanti il gentil sesso. Non siamo di fronte a qualcosa di nuovo o di originale, siamo dinanzi al vademecum del "NULLA", ovvero, ciò che non si dovrebbe lontanamente pensare e indicare, nemmeno per scherzo. Il punto fondamentale per polemizzare o meno sul manualetto è uno solo: "La violenza sulle donne è attribuibile a chi la compie o a chi la subisce?". Ossia, chi è il colpevole punibile e perseguibile a termini di legge? Una sfilza di consigli arricchisce questo libretto: "Non guardate insistentemente e non fate commenti indirizzati all’altrui ragazza/o, né sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti". "Evitate di indossare oggetti di valore, abbigliamento eccessivamente elegante e/o vistoso, non indossare abiti succinti".  Insomma, la solita tiritera che conosciamo e che ci riporta indietro nel tempo...molto lontano nel passato. Distribuito in tutte le scuole superiori site nell'ambito comunale, gli studenti hanno reagito male (era ovvio), non si può subire la vecchia retorica della donna che provoca, non sta al posto suo e quindi...è colpevole! Poiché, manco a dirlo, la giunta comunale di Cividale sia di centrodestra, la discussione accesa e vibrante, è scoppiata a livello politico: scontro verboso e duro, con sviluppi portati anche in parlamento. Che dire? I soliti vecchi e atavici pregiudizi, i soliti maschilisti che rompono le palle e la richiesta a gran voce, di ritirare immediatamente l'opuscolo distribuito, perché è un sonoro ceffone alle donne, alla loro dignità. Siamo al solito concetto sbagliato e superato, che la violenza non è mai provocata da chi la subisce e la vittima non ha nemmeno la libertà di essere se stessa, senza alienazioni e inibizioni di sorta, solo perché donna. 

 
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