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DOVE E' FINITA LA SCUOLA CHE VOGLIAMO?

Post n°4076 pubblicato il 25 Ottobre 2021 da monellaccio19
 

 

 

 

“Bella raga, come butta?”. “Qui ci divertiamo una cifra”. «Mitico! Qui invece è tutto una para…. Tra un po’ sclero. Speravo che con Giulia andasse bene (mi piace un botto!), invece sono stato friendzonato. Questa è la situa. Io non ci sto dentro”. “Scialla! Magari cambierà idea”. “Sì… ciaone!”. “Vai tra, ci si becca!”. “Sì… ciaone!”. “Dai tranqui, bro! Camomillati e quando hai voglia whatsappami o chattami. Mi raccomando, asap!”. “Onesto. Ci si becca!”. Surreale, una scelta che non condivido con gli autori che abbiano deciso di arricchire un testo di grammatica italiana, con questo stralcio ritenuto il linguaggio attuale dei ragazzi. Che sia uno slang giovanile e proprietà esclusiva dei giovani, posso accettarlo, ma non condividerlo: è un testo ufficiale di scuola superiore, un testo che viene "insultato"  da questo inserto volutamente posto per richiamare l'attenzione sulla difformità enorme tra italiano perfetto e lecito, e discorsi strampalati tra ragazzi che comunicano, creando termini che non esistono, fraseggi che nella costruzione italiana non compaiono e infine, linguaggio che se fosse ascoltato da Dante, andrebbe...in analisi immediatamente. Lo scopo degli autori è impiantare quella parte virgolettata e farla riscrivere dagli studenti in modo chiaro, leggibile e cassando tutti i termini impropri e fuori da ogni contesto. Chiaro...ma il punto è un altro, ovvero, riscriverlo correttamente non è difficile, anch'io ragazzo anziano, ci riuscirei poiché bene o male, il senso del segmento riportato, è comprensibile. Ma la domanda è un'altra: "Siamo certi che oggi i ragazzi si esprimano in questi termini?". Qualcuno tra voi, conosce qualche termine incluso nel "pezzo" incriminato? Credo e vado a memoria, che alcuni sostantivi, alcuni etimi, siano vecchi e superati. Oggi non mi sembrano più ricorrenti e praticati. Chi parla così oggi? Su un quotidiano asseriscono che oggi parlerebbero in tal guisa i "boomer", ossia i vecchi, coloro che per capirsi si inventano termini e/o discorsi irreali per comunicare. Beh, io no! Sono più che boomer, ma non ho mai parlato così e non cadrò mai in questo trappolone con l'intento di etichettare noi ragazzi anziani (aripassatemi l'ossimoro). I giovani poi, men che mai: liceali o ragazzi delle scuole superiori in genere, non li sento parlare usando frasi fatte, forzate e poco ricorrenti. Certo, tutti usiamo "parole" inventate per evitare termini più pesanti e/o sconci, ma attribuirci discorsi completi e definiti come quello riportato dal libro, decisamente no! Datevi una mossa, avete occupato inconsciamente uno spazio di un testo scolastico ufficiale. Non è stata decisamente ...una cosa buona e giusta!

 
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