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IMBARAZZANTE SITUAZIONE FEMMINILE...

Post n°4065 pubblicato il 13 Ottobre 2021 da monellaccio19
 

 

 

 

Vi accennerò un caso che ho tratto da una lettera inviata alla redazione di una rivista. Una trentasettenne che chiamerò Maria, lavora da 12 anni in un'azienda con mansioni organizzative per eventi. Impegnata pienamente e con trasferte in giro per il mondo, ha sempre lavorato al meglio: non subendo alcuna alienazione da affetti personali, famiglia e figli, la nostra amica, molto affezionata al suo vorticoso lavoro che le prende pienamente la giornata, ha guadagnato nel tempo la stima dei suoi colleghi e dei suoi dirigenti, specie il suo diretto superiore che l'ha sempre gratificata esprimendole la sua piena fiducia per il suo operato. Quattro anni fa, Maria ha conosciuto un uomo, c'è stato feeling intenso tra i due e quindi hanno deciso di vivere insieme. Felicissimi entrambi, dopo due anni dalla loro unione, hanno messo al mondo un bambino. Una gioia indescrivibile, una famiglia che cresce, dona momenti di gioia e ovviamente, in ufficio, tutti contenti per l'evento. Tuttavia, al lavoro qualche problema per la donna c'è stato. Non avendo parenti da cui ricevere aiuti, le è rimasta una sola scelta: chiedere il  part-time che l'aiuterebbe a lavorare con il solito impegno e nel contempo, avere più tempo per badare al figlio e alla famiglia.  A Maria non le è stato rifiutato il part-time, ma per lei è cambiato il clima, l'atmosfera magica che aleggiava in azienda ora è scomparsa, i rapporti con i colleghi sono i soliti, ma la freddezza e il distacco lei li coglie e capisce che in fondo non v'è più il feeling che aleggiava prima dell'avvento del nascituro. Anche i dirigenti, subiscono il "cambiamento", ritengono di aver perso una "collaboratrice" che non sia più in grado di mantenere lo standard precedente e in più, una terribile frase colta senza volerlo ed espressa dal suo capo mentre chiacchierava con un collega, l'ha disorientata molto: "Era brava, peccato che poi abbia avuto un figlio". Questo il sunto della lettera molto intensa e sofferta, inviata da Maria in redazione. Secondo voi, avere un figlio ha da essere un impiccio? E' motivo di rendimento scarso al lavoro? Una donna che lavora cosa dovrebbe fare? Smettere di pensare alla famiglia e alla sua condizione di donna capace di lavorare e scegliere: o il lavoro o la famiglia? Insieme i due impegni...no?

 
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monellaccio19
monellaccio19 il 13/10/21 alle 11:04 via WEB
Vedi mia cara, in linea di principio tu esponi una realtà che viviamo da tempo e che conosciamo benissimo. Io ho letto la lettera della Maria, ho cercato di riassumerla riferendomi ai punti salienti. Lei non rimpiange la posizione eccellente e gratificante precedente, lei ha fatto la sua scelta, non ha rimpianti e ha gradito anche il part-time concessole. Il punto discriminatorio è la posizione pregiudiziale generica dei colleghi e dei dirigenti. Per non scrivere daccapo, ti riporto virgolettato il senso di questa situazione creata nei confronti di Maria: "Triturate dalla macchina dei pregiudizi!!!! La dimostrazione palese, lampante, è nella battuta idiota del suo capo: "Era brava, peccato che poi abbia avuto un figlio". Che significa? Cosa è cambiato rispetto agli anni precedenti? Il figlio l'ha resa scema? E' brava oggi, come lo era prima! Questo è la mia replica al commento di Ely. Leggilo attentamente, il punto in discussione è tutto in quelle poche parole espresse dal suo capo e che lei ha udito casualmente. Ciao Giovanna, non voglio parlare del futuro...arriva così presto!!!! Ti abbraccio.
 
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