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Post n°3329 pubblicato il 13 Settembre 2019 da monellaccio19
 

 

 

Sarò un inguaribile nostalgico, sarò legato ad un tempo lontano, sarà che non riesco ad accettare mutamenti profondi e radicali, ma il solo pensare ad una "scomparsa" dei giornali, della carta stampata e quindi, della primaria (oltre la vecchia radio) via di comunicazione, mi aliena e mi spiazza un eventuale cessazione delle pubblicazioni cartacee. Quanto mi piace il termine cartaceo: prefigura e rappresenta non solo i giornali, le riviste ma anche i libri, ovvero, tutto ciò che si possa sfogliare. Mi mancherà tanto questo primordiale e poco igienico modo: il dito inumidito sulle labbra per passare alla pagina successiva. Lo so, tante volte mi sono imposto di smettere di fare con le labbra la "spugnetta" per l'indice e non ci sono mai riuscito. Ma poi a volerla dire tutta: i muratori come faranno a farsi i cappellini con "Libero" o con "Il Giornale"? E le barchette di carta come potremo farle? E i venditori ambulanti, pescivendoli e ortofrutticoli, come faranno ad incartare? Come dite? E' già da tempo che non lo fanno più? E' da molto che non si servono più dei giornali? E allora come farà chi avrà da mettere il foglio di giornale sul fondo della gabbia del suo uccello o altro animaletto che sia? E i coiffeur per uomo e donna, come faranno a tenere sui tavolini presenti nei loro locali, le diverse  riviste a disposizione della clientela? A luglio, ancora una volta le vendite dei quotidiani italiani, hanno perso punti percentuali, continua la tragica discesa, la debacle delle testate  e a parte il "Corsera" e "Repubblica" che tengono ancora una posizione primaria, sono in leggera perdita insieme alle altre testate. Continua da mesi questo calo, resta purtroppo preoccupante e si vocifera su chiusure che possano avvenire in un prossimo futuro se la situazione non si riprendesse. Andiamo su, non poteva essere altrimenti: la rete fagocita i suoi stessi "figli", tutti in rete a dispensare edizioni on line, i libri poi, sono in vendita sugli e-book. Non c'è voglia di sfogliare, non c'è voglia di comprare quando poi si può ottenere molto sulla rete e gratis. Certo non c'è la completezza della informazione, in taluni casi, c'è da pagare qualcosina per  accedere, ma di questo passo, potrebbe essere una fine sentenziata e inevitabile se non si inventassero qualcosa altro. Mancherebbero le entrate pubblicitarie ma potrebbero aumentare quelle sulle edizioni on line: se vanno bene quelle stampate, potrebbero andare e costituire stessa redditività quelle on line. Insomma una drammatica situazione che lascia spazio a eventuali chiusure o possibili mutamenti per mantenere in vita le due edizioni: la cartacea e la digitale in rete. Io compro qualche quotidiano, ma il resto me lo "sfoglio" tutto in rete: a volte tanto è l'abitudine ormai radicalizzata, mi bagno l'indice e giro la pagina sul...monitor. Dai raga', non voglio gufare, ma i dati sono eloquenti e nel momento in  cui ci sarà da risparmiare carta e quindi alberi, una soluzione esclusiva in linea sarà la benvenuta: più pubblicità e magari pochi spicciolini per accedere agli articoli preservati e la vita continua....

 
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maps.14
maps.14 il 13/09/19 alle 12:07 via WEB
Sì, è vero. Stiamo assistendo ad una profonda trasformazione, ma a me non provoca tristezza o rimpianto, perché il fatto di poter accedere a tutte le informazioni gratuitamente, lo considero progresso. E’ sicuramente un dato irreversibile e mondiale, visto i cambiamenti sostanziali delle abitudini generali. Considerando il fatto che esistono più SIM che abitanti sul pianeta, questo dato ti fa anche capire quanto velocemente assisteremo ad altre crisi ed evoluzioni nel settore del commercio e dell’intrattenimento. Gli italiani passano circa 6 ore al giorno su internet (fonte: https://www.focus.it/tecnologia/digital-life/global-digital-report-2019-ecco-cosa-facciamo-online-e-quanto-ci-stiamo), ciò significa anche che acquistano (vedi la crescita a doppia cifra di Amazon, Alì Babà e altri e.commerce degli ultimi 3 anni), mangiano (i servizi Just Eat o Deliveroo stanno spopolando tra i giovani) e si intrattengono con Spotify e Youtube, quindi sarà inevitabile anche il calo di ascolti di radio e tv che comporterà meno investitori pubblicitari in quei settori e meno cura del prodotto-programma. La crisi dei quotidiani, poi ha origini lontane e legate all’informazione televisiva. E l’avvento della tv satellitare in chiaro, con più offerta nei palinsesti settoriali, ha peggiorato la situazione. Lo sviluppo di internet gli ha soltanto dato il colpo di grazia, visto che le notizie sono immediatamente online (vedi Ansa.it). Quindi, comprendo che sarà difficile x te che sei un nostalgico accettare tutto ciò, però l’hai scritto tu che continuerai comunque a cercare le notizie in rete…gratis, così come le nuove generazioni che s’informano coi titoli che gli manda GoogleNews. In più stai condividendo i tuoi pareri attraverso i vari social, così come fanno tanti giovani. Anzi, i giovani più convinti della propria popolarità in rete creano contenuti ad hoc con un proprio canale su youtube, diventando così dei trend setter. Ciò significa che c’è già in atto una serie di innovazioni nel sistema pubblicitario, che ha trovato in questo settore un bacino di utenza ben preciso a cui dedicare strategie di marketing e business online. Quindi…buttati Monellaccio! Non immalinconirti col cartaceo, ma preparati alla tua personale rivoluzione digitale!!! Trasformati in uno youtuber della 3^ età e potrai dire “ciaone” a tutti i vari giornalisti-markettari tv (Vespa, Costanzo, Santoro) che non se li fila più nessuno. ^_______^
 
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