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SPIARE PER PREVENIRE: GIUSTO O SBAGLIATO?

Post n°1821 pubblicato il 05 Agosto 2016 da monellaccio19
 

 

 “I miei figli più giovani ormai sono arrivati alla fine del liceo, e a questo punto della loro vita non mi sognerei mai d'andare a spiare nei loro telefonini, ma quand'erano più piccoli mi son sempre riservata il diritto di frugare nei loro cellulari e nei loro profili Facebook, nel caso avessi il sospetto che si fossero andati a cacciare in qualche situazione rischiosa. In realtà alla fine questo diritto me lo sono arrogato solo in un'occasione e posso asserire in tutta onestà che mi sentirò per sempre grata d'averlo fatto. Sono assolutamente convinta che ciò che scoprii quel giorno di tanti anni fa, scorrendo i messaggi su Facebook di mia figlia e guardando sul suo cellulare, finì per salvarle la pelle”. Ho tratto questa parte di un articolo di Lara Estep sull’Huffington Post americano e piuttosto stupito, mi piacerebbe parlarne con voi. Vi siete mai permessi di spiare, frugare e ficcare il naso nel PC o nello smartphone di qualcuno? Figli (minorenni o meno), marito, compagno o parenti vicinissimi? Ovvero, a prescindere dalle scoperte scottanti o meno, avete mai avuto un senso di colpa? Un pentimento? Il rimpianto per averlo fatto? Oppure, nel caso di un figlio minorenne, aver scoperto qualcosa di molto sensibile, simile al caso citato sopra nell’articolo, vi siete complimentati per aver violato la privacy dei vostri cari? Insomma, se il risultato fosse di cattivo auspicio e vi consentisse di intervenire su una faccenda che avrebbe potuto causare grossi fastidi e problemi ad una figlia giovane e ingenua, vi sentireste sollevati perché avrete evitato una tragedia? Il punto è questo: si può o si deve essere segugi, attenti e ficcanaso per la serenità della famiglia e quindi violare ogni forma di riservatezza e privacy, oppure rispettiamo categoricamente tutti, non spiamo nessuno e aspettiamo magari che un figlio/a ci parli dei suoi problemi? La mamma in questione si vanta della sua trasgressione e accetta critiche poiché è felicissima di ciò che ha fatto. E se non avesse trovato nulla di problematico, come si sarebbe sentita? E voi come vi sentireste nell’anima e nel cuore?

 
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nina.monamour
nina.monamour il 05/08/16 alle 20:20 via WEB
Buonasera Carlé, un giusto grado di controllo e vigilanza non va confuso con un atteggiamento inquisitorio (secondo me). Spesso i genitori, noi genitori, non si accontentano di quello che i figli raccontano spontaneamente, hanno bisogno di indagare, sapere dove vanno e con chi. Quali sono gli amici che frequentano, da quale famiglia provengono, mille domande invadenti che sarebbe meglio risparmiarsi. Molti bambini sin da piccoli imparano così a mentire, a dire bugie o addirittura a tacere. Spesso, mi rendo conto, che l'amore viene confuso con l'idea di controllare l'altra persona. Noi genitori non siamo estranei a questo atteggiamento. In passato ho sempre insegnato ai miei figli di parlare, di esternare qualsiasi problema, ho dato fiducia a loro, si parlava a tavola, si parlava ovunque di qualsiasi problema. Posta elettronica, cellulari, social network, tutti i ragazzi ormai li utilizzano, ma mai mi sono permessa di "guardare". Molti sono i genitori che ammettono di guardare i cellulari o le mail dei propri figli e dei propri partner. Dove sono, cosa fanno, perché non rispondono subito al cellulare? Tutto questo alimenta ansie, angosce e tormenti e molte volte non è chiaro il confine fra l'interesse per la loro vita e la necessità di essere presenti, tra la volontà di protezione e il bisogno di sapere tutto. Controllare, scrutare nella vita dei figli è una pratica molto diffusa, ma non va bene, anche loro hanno bisogno di "sbagliare", mica noi siamo venuti su così perfetti? E che cacchio Carlé, lasciamoli vivere e "sbirciamo" con discrezione se è solo..necessario!!
 
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