Resto sempre dell'idea che ricerche, rilevamenti e dati statistici effettuati con sondaggi e studi eseguiti da ricercatori universitari, sono una perdita di tempo e danaro. Certo, se ci riferiamo alla ricerca e agli studi su malattie e problemi gravi che possono nuocere alla umanità, allora qualunque siano gli effetti, cause e conclusioni, sono ricerche necessarie ed encomiabili. Questa di cui oggi vi propongo l'esito non solo fa ridere, non solo è di una banalità unica, ma abbatte un stereotipo, un luogo comune che abbiamo sempre cavalcato tutti: "I soldi non fanno la felicità" e la Marisa Laurito era solita replicare "Fiiiigurati!". Un prof. americano, nel 2010 ebbe a stabilire dopo una ricerca ad hoc, che i soldi effettivamente non assicuravano la felicità di chi li possedesse, oggi a distanza di molti anni, un suo collega americano, dopo aver studiato e sondato i pareri dei tanti intervistati, ha sostenuto il contrario del collega. Allora, i due ricercatori, per non scontarsi e approntare un preciso e attendibile rilevamento della situazione, hanno studiato insieme, riaprendo la ricerca ed effettuando nuovi sondaggi. Per essere certi di compiere un iter professionale zelante e parziale, hanno coinvolto una professoressa che ha aiutato i due, comportandosi da arbitro. "Traccia la tua felicità...come ti senti oggi?". Questa domanda è stata inoltrata a mezzo whatsup a 1,7 milioni di persone e studiando le risposte, sono giunti a stabilire che chi guadagna più soldi è sempre più felice, e infine sono riusciti anche a definire il tetto di 100 mila dollari, ovvero, dopo quella cifra la felicità si blocca e si stabilizza. Ovviamente ci sono persone che sono infelici e nonostante aumentino i soldi, restano infelici per una serie di ragioni personali che sono patologiche. Ma secondo voi, la "banalità" l'hanno rasentata o no? E al vecchio adagio "I soldi non fanno la felicità", voi ci credevate? Insomma hanno o no, scoperto l'acqua calda questi signori della ricerca?
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