Generalmente lavorano in coppia: sono sempre in attività e in tutto il mondo, laddove sono presenti con la loro religione, fanno apostolato porta a porta. Non si scoraggiano mai, la loro fede è granitica e non sarà mai una porta chiusa o socchiusa, ad impedire loro di svolgere il servizio fondamentale e prioritario per raccogliere adepti. La domanda nasce spontanea: "Ma in periodo covid-19, con i divieti e le misure restrittive in atto, come fanno i Testimoni di Geova a suonare ai citofoni, come sia loro abitudine per scambiare qualche parola con i cittadini e proporre la loro religione?". Ormai conoscono tutti (o quasi) quale sia il loro standard lavorativo: entrare in uno stabile o edificio, suonare il campanello una porta dopo l'altra e se nella migliore delle ipotesi, una porta si aprisse con la catenella ben inserita, dalla feritoia appena accennata, v'è un breve e insistito scambio tra la "coppia" e la persona che sporgendo appena la testa dalla piccola apertura, espone immediatamente il suo: "No, grazie, non sono interessata/o". E chiude la porta. Non va sempre così intendiamoci: qualcuno non apre nemmeno, qualcuno risponde senza aprire la porta, altri improvvisano con "abbiamo già dato" e non hanno capito niente. Tanti ancora trovano scuse ignobili per non aprire: "Ho le mani bagnate" oppure "Sono col bambino nudo e non posso aprire" e ancora "Sto poco bene....sto a letto..." e magari e anche vero, se fosse in buona compagnia. Quali sono i motivi veri perché quasi tutti respingano i devoti testimoni di Geova che prendono porte in faccia più che potenziali proseliti? La loro invadenza elegante e gentile ma insistente, è un buon motivo. Poi ci sono buone ragioni perché un cattolico cristiano debba perdere tempo per farsi convincere a cambiare religione. In fondo, se qualcuno volesse o fosse propenso, li chiamerebbe o si rivolgerebbe alla sede più vicina per ascoltarli e decidere se farsi convincere o meno. Il "NewYork Times" ha affrontato il caso, in America i testimoni di Geova son tantissimi e presenti ovunque, loro segnano una presenza numerosa e molto pesante. In piena crisi si lamentano di non poter fare il loro lavoro casa per casa e lo capisco: questo è un particolare caso critico, in cui le fedi confessionali possono perdere fedeli e proseliti: il male che ci affligge è tale da far vacillare chiunque e quindi, perdere questo momento fatidico per loro, sta costituendo un caso unico in America: loro vogliono continuare a girare per le case e sperare in "cambi di casacca" proprio per la difficoltà di chi non si sente più protetto da Dio o altri dei. Insomma: la buona salute contro l'assunzione potenziale di nuovi proseliti. Come andrà a finire? Ora c'è più bisogno e ora sono impediti. Quando si dice la sfortuna...o no?