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« SE NON CI FOSSE...FASCINO"DECIDI: O IO O LORO" »

ALLORA NON ESISTEVA IL...TELEFONO AZZURRO

Post n°2899 pubblicato il 10 Giugno 2018 da monellaccio19
 

Risultati immagini per foto in bianco e nero  nonna

 

 

In un momento di pausa, non so come e non so perché, la mente mi ha riportato indietro negli anni. Ai primi anni cinquanta, quando noi bambini, cercavamo ogni occasione per passare il tempo: giocattoli neanche a parlarne, amici coetanei non sempre disponibili, pertanto spesso ci incuriosiva osservare il lavoro degli adulti. Specie quello delle nostre nonne, donne speciali che il lavoro se lo cercavano in casa: dal cucito a macchina, al cucito a mano tipo: "Nonna fai presto che devo uscire", oppure a lavorare la lana non prima di aver messo su un corposo gomitolo. Spesso, proprio per questi lavoretti, vedendoci sfaccendati e incuriositi, si servivano di noi prendendoci con tatto e cortesia: "Vuoi aiutare la nonna?" e noi, senza farci pregare: "Certo nonna, dimmi che devo fare?". Ci piazzavano su una sedia dove magari non riuscivamo nemmeno a tenere i piedi per terra, ci facevano allargare le braccia di 50/60 cm. e  ci infilavano sulle mani, una bella matassa di lana. Noi la tenevamo e dovevamo muovere le mani con una certa tecnica, perché loro potessero tirare agevolmente il filo e avvolgere il gomitolo! Un lavoretto che all'inizio ci affascinava, ma passando il tempo e considerando la nostra irrequietezza, non vedevamo l'ora che finisse quella maledetta matassa che sembrava essere sempre allo stesso punto. Ci sfruttavano a quel tempo e noi non lo capivamo. L'altro lavoraccio, questo più di origine meridionale, era quello di farci "giocare" girando la manovella della macchinetta per passare i pomodori e farne salsa. A quei tempi tutti facevamo la salsa in casa: genuina, costava poco e i boccacci in vetro, le bottiglie vuote non mancavano. Mi svegliavano la mattina all'alba quei fetentoni dei miei parenti: tutti insieme perché il lavoro era tanto, ognuno aveva un compito e tutti erano impegnati per guadagnarsi la loro scorta per l'inverno. Addirittura, quando mi stancavo a girare in continuazione la  manovella e frignavo, mi davano il cambio e mi mettevano ad imbottigliare i pomodori tagliati a pezzi. Lavoro immane, ma alla sera tutto doveva terminare, all'imbrunire si toglieva tutto di mezzo e le conserve erano belle e pronte. Ti facevano passare tutto come un gioco: dai vieni, gira la manovella....oppure, in caso di massa per pizze, panzerotti, focacce o calzone: "Vuoi giocare con il matterello? Dai Carle' fai cosi....giralo andando su e giù così si stende la massa". E poi la famosa rotella dentata per rifinire gli orli dei panzerotti dopo averli chiusi per  poi passarli in padella. Una pena che non vi dico, specie quando dopo i primi impieghi e impegni, soddisfatta abbondantemente la curiosità di certi lavoretti, la pazienza...non era infinita. Ne abbiamo subite di "torture" noi bambini: con la scusa del gioco e del divertimento, ci sfruttavano con il lavoro minorile! Roba da chiamare il "Telefono Azzurro". Ma la cosa che più ci mortificava, oggi possiamo dirlo e riconoscerlo, erano quei giochetti stupidi come quello che facevano con le dita "Vola Gigino...vola Gigetto... vola sul tetto..."  battendole sull'orlo del tavolo. Ci facevano rimbambire ma nel contempo ci intrattenevano. Comunque mai come quello che vedete qui sotto: questo secondo me è il massimo che abbiamo subito da piccoli e in questo caso, altro che telefono azzurro, qua si trattava di chiamare i carabinieri!

AhAhAhAhAhAhAh!!!!!


Vaccata

 
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Commenti al Post:
ambradistelle
ambradistelle il 10/06/18 alle 09:09 via WEB
Mamma mia Carlo che bei ricordi!! Ma che ne sanno i giovani d'oggi!! Un bacione e grazie per avermi fatto rivivere giorni stupendi!! Smackkkkkkkkkkkkk
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monellaccio19
monellaccio19 il 10/06/18 alle 10:24 via WEB
Ogni tanto capita, così, improvvisamente ti vengono in mente e fai...l'inventario. Piacevolissima domenica cara Tina. Un bacione.
(Rispondi)
 
lascrivana
lascrivana il 10/06/18 alle 09:17 via WEB
Non ho mai voluto impegnare le mie figlie da piccole. Ho lasciato che giocassero e mi aiutassero solo quando ne avevano voglia. Da piccola, oltre che a essere impegnata per quelle stesse cose di cui scrivi tu, ero impegnata anche in altri lavori; e quando a sette anni finì in collegio, ero costretta anche alla preghiera. Ho sempre dovuto fare il dovere prima del piacere. E' andata così.Ciao Carlo
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 10/06/18 alle 10:27 via WEB
Il senso della famiglia all'ora era molto spiccato e sentito. Anche da piccoli capivamo cosa signifcasse farne parte e condividere. I servizietti qunado non eravamo occupati a fare altro, era piacevoli, non avendo altro da fare si passava il tempo. Era l'insitere e il lungo tempo ciò che fregava la nostra pazienza. Buona domenica Laura.
(Rispondi)
 
Spiky03
Spiky03 il 10/06/18 alle 11:18 via WEB
Bel post monello. Un salto nel passato che sebbene, più povero di soldi, molto più ricco di valori. Bella anche la foto che hai postato. Sfruttamento? Ma noooo.. Vuoi mettere voi ragazzi di ieri con i ragazzi di oggi? Depressi, egoisti ed arroganti, ma fragili come bolle di cristallo che si frantumano in mille pezzi di fronte alla prima difficoltà. Ti auguro una bellissima domenica di sole. Abbracci.
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 10/06/18 alle 11:46 via WEB
Grazie cara. Salti improvvisi, capita: sei là a pensare e di punto in bianco, ti passa davanti un film del passato. Ho tanti ricordi, tanti flash che immortalano quadri della mia vita. Credo succeda un po' a tutti a meno che non abbiano avuto una fanciullezza amara e da dimenticare. Trascorri una serena e piacevole domenica Spiky. Ti abbraccio.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
ALDO il 10/06/18 alle 11:46 via WEB
Questo post mi ricorda attività didattiche quando preparavo con gli alunni un questionario da somministrare ai nonni. Un lavoro particolarmente interessante sotto il profilo pedagogico. Così si delineava un profilo di famiglia degli anni ’50, molto numerosa rispetto a quelle odierne (anche 14 figli). Gli anziani godevano di grande rispetto e considerazione. I lavori domestici erano totalmente a carico delle donne, mentre gli uomini avevano solamente il compito di lavorare fuori casa. Alla sera c’era l’abitudine di riunirsi e raccontare delle storie: dai fatti della giornata, alle storie fantastiche, ai proverbi. Le case disposte su uno o due piani. Non tutte avevano le camere da letto separate. Inoltre quasi tutti non avevano il bagno all'interno, non c’era acqua calda e venivano riscaldate con dei caminetti, delle stufe a legna e dei bracieri....
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 10/06/18 alle 11:57 via WEB
Istantanee anora nitide di un passato storico. Immediato dopo guerra, il paese che tenta di risollevarsie e la civiltà contadina che conserva i suoi usi e costumi. In città invece la vita non è poi tanto diversa: le famiglie comunque si riuniscono, magari appartamenti vicini, e per quell'operazione della salsa di pomodoro, il più delle volte, qunado si allargava di molto il numero dei parenti, si andava da qualche commara in campagna:posto ideale per accendere il fuoco sotto grandi calderoni per bollire le bottiglie e poi ognuno con il suo compito. A casa si faceva la stessa cosa, ma più limitato regolandosi con gli spazi oppure trasferendosi in cortile. Buona domenica Aldo.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
ALDO il 10/06/18 alle 11:54 via WEB
Realismo, intento argutamente dissacratorio, vena intimista sono tre dei fili rossi che percorrono questo bellissimo post che io vorrei veder pubblicato.
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 10/06/18 alle 12:14 via WEB
Sono in sciopero e/o fanno vacanza. Ma sì, siamo abituati a colpi improvvisi. Orami siamo scafati e pronti a tutto! Grazie Aldo.
(Rispondi)
 
woodenship
woodenship il 10/06/18 alle 17:10 via WEB
Altri tempi, vecchio mio, mi vien da dirti con la lacrimuccia agli occhi:anche tu lo sai che essi ci cambiano senza nemmeno che noi ce ne accorgiamo,al punto che non li riconosciamo più, nemmeno negli occhi dei giovani.Eppure,guardando qulcuno di essi,ncora ce li vedi risplendere............Un abbraccione........W........
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 10/06/18 alle 17:24 via WEB
Vecchi tempi ma indimenticabili, la nostra educazione e la nostra cultura sono là, in quella società che si accngeva a mutare lentamente passando dalla quella contadina a quella cittadina. Periodo di qrandi transizioni sociali e noi nel nostro piccolo abbiamo dato il nostro modesto contributo. Ti abbraccio Sal, buona domenica.
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e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 10/06/18 alle 18:32 via WEB
Anche a metà anni '70 si allargavano le braccia compiendo quel movimento là perchè la matassa diventasse gomitolo. E poi a volte nonna o mamma ci insegnavano a fare la calza: diritto e rovescio. Sapessi quante sciarpe ho realizzato!
Ho girato anche io manovelle per fare *i bigoli col torcio* su cui poi sfarinavo. Ho zappato e piantato bulbi di tulipano. Il tutto sotto forma di gioco. Altro che il gioco del naso! C'era un detto che per un po' di anni mi angosciava:" Se non te ghe moli, te ve' in leto coi calcagni per da drio" che tradotto vuol dire: " se non la smetti, vai a letto con i talloni dietro..." Buona serata, Carlo :)
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 10/06/18 alle 18:41 via WEB
Certo, usi e costumi non hanno età e i ragazzini hanno vissuto i loro contesti con quelle che erano le trazionali abitudini di famiglia. Tutti coinvolti, un po' per gioco e un po' per dare una mano, era il modo per far parte della famiglia, la si viveva anche così e no come oggi: camere chiuse, cellulari in mano, vedersi a tavola e parlare solo se ci sono cose importanti da dire. Secondo il mio modesto parere, la nostra buona educazione nasce proprio da quei vecchi contesti famliari, oggi non ci sono quasi più. Una spendida serata Elena.
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aldogiorno
aldogiorno il 10/06/18 alle 23:34 via WEB
CIAO CARLO. COMPLIMENTI PER IL POST. UN BUON INIZIO SETTIMANA ED UN CARO SALUTO ALDO.
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monellaccio19
monellaccio19 il 11/06/18 alle 07:52 via WEB
Anche per te, una strepitosa settimana.
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prolocoserdiana
prolocoserdiana il 11/06/18 alle 06:36 via WEB
Ciao..."“Un giorno anche la guerra s'inchinerà al suono di una chitarra.”J.Morrison Accadrà mai? E' il sogno di tanti contro il volere di pochi. Serena giornata, Sal PS. EPPURE QUEI TEMPI NON ERANO POI COSI' BRUTTI E TUTTI CI SI VOLEVAUN PO' PIU' DI BENE.
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 11/06/18 alle 07:55 via WEB
Magari!?!?!?!? Ma dubito che possa accadere!!! Quei tempi erano bellissimi, c'erano le famiglie, ossia, il fulcro della società. Dalla famiglia si partiva e ci si avviava per affrontare la vita. Abbi una buona e serena settimana Sal.
(Rispondi)
 
nina.monamour
nina.monamour il 11/06/18 alle 14:45 via WEB
E chi non ricorda la matassa di lana della nonna? Fino ad anni fa lo facevo anche io con i miei figli per farli stare seduti. Il classico erano le bottiglie di pomodoro, la casa in campagna della nonna sembrava una piccola industria, chi tagliava i pomodori, chi il basilico, chi si occupava delle bottiglie di vetro, chi lavava i pomodori sotto il sole cocente. Per non parlare del ragu' e preparare i maccheroni col buco per la Domenica e si iniziava di Sabato, stendendo la pasta su un grande telo di cotone all'aria aperta, che giorni belli però Carlé; buon pomeriggio.
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monellaccio19
monellaccio19 il 11/06/18 alle 16:28 via WEB
Parliamo di quando esisteva la famiglia vera e compatta, unita e pronta alla condivisone e alla solidarietà. Noi eravamo i piccoli testimoni e se abbiamo fatto tesoro di tutte quelle esperienze, sappiamo di educazione e rispetto. Buona serata Nina.
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mariateresa.savino
mariateresa.savino il 11/06/18 alle 16:10 via WEB
In effetti, un po' ci stressavano... Non eravamo certo l'ombelico del mondo,come i piccoli lo sono oggi. I grandi erano sempre orientati ad educarci, anche per quanto concerneva l'allontanarci dall'ozio o dal continuo giocare.Io ricordo bene la mia repulsione ad alcuni "servizi" imposti da mia madre o nonne e zie della famiglia allargata di allora: asciugare le posate benissimo per non farle macchiare; stendere i calzini quasi sempre accartocciati, previa una idonea preparazione perché, appesi, asciugassero bene; spolverare i mobili scuotendo continuamente il panno, ecc...Erano una tortura, ma tutto quel sollecitarci, fin da piccoli, ad essere d'aiuto nelle piccole faccende, in casa e fuori, ci hanno condotti ad affrontare con competenza e con una certa leggerezza i ben altri impegni che la vita ci ha poi richiesto. Oggi è molto ma molto diverso e coloro che, non più giovanissimi, hanno ancora figli adulti in casa, sono, per un motivo o per l'altro,costretti ad accudirli e servirli ancora come ragazzini.E questo non va bene...Ciao, Carlo.
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 11/06/18 alle 16:34 via WEB
Abbiamo avuto radici solide, abbiamo goduto della famiglia in tutte le sue manifestazioni buone e meno buone, se abbiamo dovuto essere anche vittime. Ma è stato un bene: aldilà delle sperienze maturate che oggi ricorrono specie nelle donne che in casa più o meno, si sanno muovere alla perfezione, abbiamo imparato ciò che poi serve necessariamente per far parte della società: avere educazione e rispetto per tutto e tutti. Come dici bene: oggi non funziona proprio così. Ti abbraccio Mariateresa, bella serata.
(Rispondi)
 
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