CARICO A CHIACCHIERE

Il p.m. Woodcock è stato torchiato per molte ore dai suoi colleghi: interrogatorio molto ricco di dettagli e di precisazioni. Risultato? Il p.m. pare che se la sia cavata molto bene, anzi tanto bene che la sua deposizione si può concentrare in poche parole: "I dettagli coperti dal segreto istruttorio e quindi riservatissimi, non erano solo nella mia pratica professionale, c'erano altre persone in grado di conoscerli e  magari disponibili alla divulgazione". Pertanto, non resta che tornare sul personaggio già inquisito per il caso "Papà di Renzi", cioè, colui che aveva la volontà esclusiva di colpire l'ex presidente del consiglio. Un colpaccio a regola d'arte e concepito con meticolosità e ricchezza di dettagli: quindi il capitano Scafarto dei CC, non solo si è cimentato nella trascrizione adulterata del colloquio che inchiodava il vecchio Renzi, ma avrebbe provveduto anche a "passare" le carte importanti a Marco Lillo del "Fatto Quotidiano". Già, e se fosse andata così, si continua a indagare in questa direzione, quale interesse avrebbe avuto il capitano a compiere questi gesti? Rischiava la carriera (come è accaduto per ora) e non poteva farlo solo per divertimento personale. Ha eseguito ordini di mandanti? Mandanti politici che intendevano colpire il giovane Renzi per buttarlo fuori dall'agone politico? Tutto da dimostrare e chiarire, resta tuttavia molto delicata la situazione del "Fatto", di Marco Lillo e del grande pensatore Travaglio che più di questo non riesce a fare per sconfiggere politicamente i suoi avversari: batterli con pseudo verità, trescando e impiantando colpi di scena "ad capocchiam". I suoi collaboratori sono della stessa pasta e inciuciati col boss, vanno avanti con scoop giornalistici sensazionali e  di qualunque natura, purché facciano vendere. Ora è il momento per questi signori della stampa e della Tv (basta vedere chi li ospita e chi li paga), che vengano al sodo, la smettano di menar il can per l'aia, concludano con quel fastidioso ciurlare nel manico, sputino tutta la verità: dicano chi abbia passato loro il "merdaio Consip" e come abbiano, dopo appena un paio di giorni dalla soffiata, cominciato a fare dalle colonne del giornale, la campagna contro Renzi. Ora tocca a loro e prima che arrivino i giudici, faranno più bella figura se vuoteranno il sacco dimostrando quanto siano giornalisti molto più seri di quanto dimostrino.