Ancora una battaglia di civiltà esaspera gli animi della nostra politica. La "Ius Soli" proprio in questi giorni è al centro di dibattiti, di scontri verbali animati e la volontà politica di una parte cerca di soverchiare l'altra parte opposta. La "Legge del suolo" dal latino "ius soli", non è una battaglia ideologica ma un serio confronto (tale dovrebbe essere) di civiltà, di uguaglianza e di inserimento. I bambini nati in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno sia in possesso di un lungo permesso di soggiorno e risieda legalmente e assiduamente da almeno cinque anni nel nostro paese, diventa automaticamente italiano a tutti gli effetti. L'altra possibilità per la "ius soli" comporta che un bambino di genitori stranieri giunto in Italia e prima dei dodici anni, possa divenire italiano premesso che abbia frequentato un percorso formativo per almeno cinque anni nel nostro paese. Ossia il bambino avrà subito una prima integrazione scolastica con altri soggetti e nel contempo, avrà vissuto un clima di cultura ed educazione esclusivamente italiano. Questa è la legge per cui ci si batte: un destra che rifiuta con manifesto pregiudizio questa inclusione di fatto visto che non parliamo di bambini appena arrivati...dal mare e una sinistra che cerca di regolarizzare una schiera di piccoli bambini in un società civile e accogliente, fornendo loro tutto ciò che possa servire per essere ITALIANI a tutti gli effetti. La verità è che ormai siamo giunti al punto che si debba a tutti i costi contrapporsi energicamente su problemi che potrebbero essere superati con il buon senso. Io sono a favore di questa legge, la ritengo fondamentale anche per aver meno problemi nel prossimo futuro. Saranno italiani come me, saranno soggetti obbligati ad osservare le nostre leggi, i nostri usi e consumi. A parte la religione che nel nostro stato laico, non è un problema. Facciamolo se non vogliamo tra qualche anno vivere situazioni di questo genere.
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