Creato da monellaccio19 il 12/10/2010
scampoli, ritagli, frizzi e...lazzi

Area personale

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
Citazioni nei Blog Amici: 176
 

Ultime visite al Blog

John00dglcassetta2monellaccio19apungi1950gianor1alf.cosmosVince198hesse_fDoNnA.SDott.FiccagliaOsservatoreSaggioAlfe0Sassar0limaresogno67OgniGiornoRingrazio
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

 

« NON DI SOLO PANE...E DI ...IO SUONO...E VOI? »

I TEMPI CAMBIANO...ANCHE L'INFINITO

Post n°3263 pubblicato il 01 Luglio 2019 da monellaccio19
 

 

 

Il "Corriere" ha recentemente pubblicato la famosissima e notissima poesia del Leopardi "L'Infinito", proponendola in  alcuni dialetti italiani. Un esperimento curioso, molto divertente: in barese, in bergamasco e altri slang nostrani,  c'è il gusto di rileggere per l'ennesima volta, uno dei capolavori della poesia classica italiana che ci ha fatto impazzire quando sin dalle medie, eravamo costretti ad impararla a memoria. La sfiga di Leopardi ci contagiava, ci perseguitava e con il tempo nessuno ha mai spazzato via il pregiudizio verso il marchigiano, tanto che ci spingeva istintivamente a portare giù le mani verso il basso del nostro corpo. Oggi vi propongo se non vi è ancora capitato di leggerla, la versione dell'Infinito in romanesco. Ammetto che tra le altre scritte in vernacoli diversi, questa mi ha catturato, mi ha attizzato e le mani sono rimaste al loro posto. Francesco De Gregori l'ha tradotta da buon romano e da lui non potevo aspettarmi altro che una buona proposta. Magari un giorno la canterà pure! 

Quanto me pò piacé ‘sto montarozzo 
E ‘sta siepe che er mejo de la vista 
Dell’urtimo traguardo me nasconne. 
Ma si me siedo e guardo, spazzi senza
Confine là de dietro, e ‘na gran pace, 
E silenzi che l’omo nun conosce 
Me raffiguro, e tremo. E quanno er vento 
Smucìna fra le frasche, me viè fatto
De volé confrontà quell’infinito
Silenzio co ‘sta voce: e allora penzo
Ar tempo eterno e a tutte le staggioni
Annate, e a quella attuale e tanto viva
E fracassona. E ‘n mezzo all’universo 
Così s’affoga la raggione mia: 
E è dorce naufragà dentro a ‘sto mare.

 

Me piace 'sta poesia, mejo dell'originale!

E pensare che c'era un tempo in cui molti di noi, alla richiesta del prof di declamare "L'infinito" di Leopardi, si sbrigavano in un attimo:

"Leopardare"

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://gold.libero.it/monellaccio19/trackback.php?msg=14510495

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
lascrivana
lascrivana il 01/07/19 alle 09:50 via WEB
In questo momento il mare fa pensare a tutti a una sola cosa : immigrati. Tra il bene il male, non sempre è dolce naufragar nel mare. Comunque rimane sempre una gran bella poesia. Buongiorno
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 01/07/19 alle 10:33 via WEB
Vero, ma c'è anche il mare "buono" quello che non ingoia e non ammazza. Un mare che abbraccia, un mare che per estrema ratio, unisce i paesi che separa! Ciao Laura, abbi una piacevole settimana.
(Rispondi)
 
prolocoserdiana
prolocoserdiana il 01/07/19 alle 11:53 via WEB
Dagli amici dell'orchestraccia:Sotto casa 2 teneri fidanzatini si apprestano a baciarsi ma lui vuole andare oltre e lei resiste, in tutto questo tempo lui sta appoggiato al portone, lui ci prova per un'ora ma lei resiste. Dopo un'ora si affaccia quello del 1° piano tutto sudato e morto de sonno ed esclama: "Senti! Te manno giu mi moje, basta che levi er braccio dar citofono" Sul Blog la serata di ieri e oggi si replica a Villasimius. Bye, Sal
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 01/07/19 alle 12:06 via WEB
Vecchiotta ma sempre divertente. Buondì Sal.
(Rispondi)
 
divinacreatura59
divinacreatura59 il 01/07/19 alle 15:42 via WEB
Un passaggio per un saluto e un abbraccio al mentolo.Smackssssssssssssssss
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 01/07/19 alle 16:15 via WEB
Ci avrei scommesso che eri tu: appena acceso il PC, un penetrante odore di mentolo mi solleticato le narici. Ma chi può essere? E chi poteva essere? La dea fumante, la dea aspirante!!!!! AhAhAhAhAhAhAh!!!!! Spero tutto bene mia cara. Buona serata Divy, Bacione. I miei sigari alla "pigna colada" però, sono molti meno penetranti ma sono piacevolissimi all'odorato!!!!
(Rispondi)
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 01/07/19 alle 17:53 via WEB
Grande De Gregori! Letta così sa più di "infinito" piacere che di "infinita" tristezza :))
Così, mi è venuto in mente Fiorello che cantando la nebbia agli irti colli l'ha fatta diventare poplare e poiacevolissima...alle volte il potere dell musica, della fantasia, della versatilità fa prodigi anche sul classico andante senza brio!
Buon pomeriggio, Carlo! :)
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 01/07/19 alle 18:16 via WEB
Ho provato a leggerla in barese, ma non mi ha procurato lo stesso piacere. La verità è che il romanesco, più accessibile del mio dialetto, può attirare tutti: è più comprensibile e quindi più facile fare accostamenti con il testo orignale: quel "...smucina tra le frasche..." e il "...montarozzo...", sono perle incastonate e molto bene pure. Ciao Elena, una lieta serata.
(Rispondi)
 
 
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 01/07/19 alle 18:33 via WEB
La voglio cercare in veneto: secondo me sarà una cantilena senza fine :))) ciaoooo
(Rispondi)
 
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 01/07/19 alle 18:37 via WEB
Scansa comunque il "bergamasco". AhAhAhAhAhAhAh!!!!!!!! Bye cara.
(Rispondi)
 
occhi_digatta
occhi_digatta il 01/07/19 alle 19:19 via WEB
Buona sera Carlo, giuro non saprei che dire di poesie in versione dialettali. La versione romanesca la rallegra, ovviamente ogni regione ha un suo intercalare quindi se lette hanno un effetto, se invece si ascoltano potrebbero assumere una sfumatura particolare. Un abbraccio grande
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 01/07/19 alle 19:43 via WEB
La curiosità è nella esposizione in dialetto, questa scritta in romanesco è simpatica: Francesco ha scelto bene i vocaboli, ha mantenuto i significati e il romanesco è facile da seguire rispetto a dialetti più chiusi. Divertente. Ciao Serenella dolce serata.
(Rispondi)
 
nina.monamour
nina.monamour il 01/07/19 alle 19:40 via WEB
Questa poesia mi riporta sui banchi si scuola media, quanti ricordi. Amavo e odiavo Leopardi, mi piaceva tanto l'Infinito, siamo nelle prime fasi del pessimismo storico leopardiano, quando cioè il poeta capiva che il progressivo distacco dell'uomo dalla natura, l'avvento della civiltà, aveva creato disagio nell'umanità. E così al di là della siepe immagina spazi senza limite, silenzi profondi e pace assoluta, tanto da provarne sgomento. Mi ha fatto ridere questa poesia in versione romanesca, troppo forte, grazi e Carlé e grazie anche a De Gregori, buon inizio di settimana.
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 01/07/19 alle 19:46 via WEB
Divertente e Francesco ha fatto un buon lavoro. Certo in barese o in bergamasco, meglio evitare perché al contrario del romanesco, sono difficili da capire. Grazie a te e bella serata mia cara.
(Rispondi)
 
woodenship
woodenship il 02/07/19 alle 01:36 via WEB
Povero Leo, non so se si starà rivoltando nella tomba, però debbo dargli un ulteriore dispiacere, dicendo che non è davvero male questa cover dell'infinito in romanesco........Abbraccione.......W....
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 02/07/19 alle 07:50 via WEB
Beh, abbiamo quanto meno dato una ripassata e una rinfrescata a quel vecchio capolavoro che è "L'Infinito". Francesco poi è sempre un grande. Ha incastonato vocaboli in romanesco da grande poeta. Piace anche a me, del resto il romanesco è molto accessibile. Pensa te se avessimo dovuto appassionarci alla versione...in bergamasco!!!!!! Buona giornata Boss.
(Rispondi)
 
Vince198
Vince198 il 02/07/19 alle 08:14 via WEB
É sicuramente originale però la reputo più che altro una boutade o giù di lì. Non tanto e solo per rispetto al celebre "recanatese" che abbiamo conosciuto anche attraverso i banchi di scuola ma, personalmente, per certi ricordi che questi versi hanno lasciato, indelebili, dentro me. Off topic: vi sono altri brani di De Gregori che mi piacciono non poco e che restano perfettamente appiccicati alla memoria del mio cuore. Ciao Carlo, buona giornata ^____^
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 02/07/19 alle 09:05 via WEB
Nessuna pretesa da parte di chicchessia e nessun accostamento irriverente, ci mancherebbe altro. Certamente è un piccolo sforzo per sorridere su un componimento di cui tutti conosciamo l'importanza letteraria. Tra le diverse riproposte in dialetti diversi, questa in romanesco non solo è abbordabile ma sottolinea, nel caso ce ne fosse bisogno, la bravura di De Gregori nello scrivere testi. Tutto qui. Grazie Vince, buona giornata.
(Rispondi)
 
mariateresa.savino
mariateresa.savino il 02/07/19 alle 20:59 via WEB
Leopardi è Leopardi e la versione dialettale delle sue poesie, può anche apparirci abbordabile e sottrarci a quel "Leopardare" di matrice studentesca, ma,nonostante la simpatia che ho verso De Gregori,manipolazioni del genere sanno di goliardia e quasi di profanazione. Le poesie di Leopardi e tra esse l'Infinito, assurto a rappresentazione istituzionale della Poesia italiana, non possono e debbono, secondo me, essere toccate neppure da quei poeti che le riscriverebbero in modo più accessibile. Addirittura, esse perdono la loro particolarità e il loro fascino, pure quando sono tradotte in altre lingue. Questo il mio parere, poi..."De gustibus, non disputandum est". Ciao, Carlo.
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 03/07/19 alle 08:02 via WEB
Anche tu sei severa a giusta ragione. Io invece, riesco a distaccarmi dalla tradizionale postura leopardiana, dal sacrilegio della caricatura e dalla voglia di scuotere versi immortali che tali erano, sono e saranno. Certo, la scimmiottatura del dialetto espressa in sostituzione di etimi imprescindibili, non può che essere ironia caricaturale e niente altro. Detto questo, credimi, non sono rimasto sconvolto mentre leggevo l'ameno testo di De Gregori. La comparazione tra i due testi, è irricevibile, improponibile. Ma io ci sto a questi voli pindarici. Buondì mia cara.
(Rispondi)
 
 
 
mariateresa.savino
mariateresa.savino il 03/07/19 alle 12:35 via WEB
Voli pittorici più che pindarici... Ciao
(Rispondi)
 
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 03/07/19 alle 12:37 via WEB
Mi è venuto in mente prima pindarici......ormai ci sono: vuoti a perdere. Bye.
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963