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NON ALZATE IL PONTE...ABBASSATE IL FIUME

Post n°3857 pubblicato il 22 Marzo 2021 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

E volano stracci tra gli amministratori di quel ramo del lago di Como,  precisamente nel lecchese a Calolziocorte, laddove un vasto fronte di verde si affaccia sul lungo Adda,  e i "Verdi" che vigilano sulle iniziative comunali e amministrative, quando si tenta di mettere mani al verde pubblico.  Orbene, a Calolziocorte, vi è un parco che costeggia il lungo Adda dove ormai da tempo si ritrovano spacciatori e acquirenti: un mercato movimentato dove il buio e la fitta vegetazione, favoriscono il commercio di droga. Un peccato che un parco naturale sia oltraggiato e violato nella sua verde bellezza, da gente pronta allo spaccio: pertanto, spesso e volentieri le forze dell'ordine piombano improvvisamente nella zona, per scoraggiare e stroncare il traffico illecito. Purtroppo quel luogo non è stato scelto a caso: gli spacciatori con il favore delle tenebre, scappano e si nascondono appunto tra alti e folti cespugli, alberi e piante dove al buio e difficile beccarli. Allora è accaduto che la giunta leghista, abbia messo a punto un piano per bonificare tutto il parco, con interventi di manutenzione straordinaria: ovvero la zona che si allunga per circa due kilometri, verrà "aggiustata" buttando giù i grandi cespugli, alberi secolari e tutta la vegetazione e facilitare quindi le forze dell'ordine. Siamo alla serie: "Il verde ci piace, ma lo scombiniamo per procedere agli arresti". A questo punto gli stracci volano passando di mano in mano: i verdi protestano per l'ardita scelta, gli amministratori si difendono precisando che saranno piantati 250 nuovi cespugli e tutto avverrà con la sovraintendenza di un agronomo professionista. In fondo, la zona interessata dagli spacciatori è lunga solo duecento metri circa, loro invece metteranno mano a tutto il parco per rinnovarlo e renderlo più bello e sicuro. La questione si dibatte in questi termini e tra leghisti e verdi, sono stati coinvolti anche  la "Sopraintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggi" che dopo aver studiato il piano, ha autorizzato il progetto comunale. Infine anche il Prefetto di Lecco, interrogato in proposito e conoscendo la situazione dei pusher che ormai sono padroni di quella fetta del parco, ha negato di essere informato e ha riferito che essendo nuovo per l'incarico, controllerà le carte per capire come stiano le cose. I verdi invece, nella persona di Angelo Bonelli, hanno capito come funzionano le cose e pertanto si attivano per fermare uno scempio preannunciato, avvertendo il "Ministero della Transazione Ecologica": " L'Italia continua a girare al contrario..." sostiene Bonelli: "...invece di prevenire lo spaccio e arrestare i colpevoli,  si taglia un bosco". Poiché non sia il primo caso in Italia dove per raggiungere uno scopo, si ricorra a mezzi più veloci e sbrigativi, il politico "Verde" ricorda come a Rogoredo, a Viterbo, a Ferrara gli amministratori locali, per ottenere immediati risultati per altre questioni correlate, abbiano fatto abbattere un viale di tigli perché si annidavano pusher, panchine eliminate per le stesse ragioni, insomma, un disastro dopo l'altro per eliminare una piaga sociale come lo spaccio di droga. Quindi la domanda nasce spontanea: se gli spacciatori cambiano boschi e luoghi appartati per fare il loro lavoro in santa pace, le istituzioni che faranno? Abbatteranno, secondo i casi e le necessità, i boschi e il verde ovunque siano impedite le irruzioni delle forze dell'ordine?". Già, domanda lecita e provocatoria, ma non proprio peregrina: "Alziamo il ponte e abbassiamo il fiume oppure alziamo il fiume e abbassiamo il ponte?".

 
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