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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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GATTO MALANDRINO E NOMADE
Un gatto (a modo suo) è "fedele" al suo padrone, ma non garantisce una presenza costante. Ha bisogno della sua libertà e quando ne ha la possibilità, si allontana anche per ore, facendo ritorno a casa senza problemi. Il felino simpaticissimo che vedete su in foto, è un grandissimo "figghie e' 'ndrocchia": non solo non rinuncia alla sua libertà, ma è disposto a farsi alcuni chilometri per campare in due famiglie "contemporaneamente". Tra gli umani accade che un uomo si faccia due famiglie in due città diverse: campa recandosi, con la scusa del lavoro, da una città all'altra e comportandosi da buon marito, buon padre ed esemplare capo famiglia. Certo, per condurre una doppia vita in tal guisa, è necessario potersi permettere i mezzi economici e disporre di ampie possibilità di tempo, per poter stare in seno all'uno e all'altro nucleo familiare senza creare sospetti. Il gatto di cui parliamo invece, non ha problemi: intanto ha abituato le due famiglie messicane in cui vive, alle sue lunghe assenze, poi gode di due nomi, le famiglie non si conoscono e tutto fila liscio. Mangia, beve, gode di coccole in due contesti e quando si rompe le scatole, parte (senza bagaglio) e torna a casa...l'altra! Pensate che è abituato ai due nomi imposti dai due nuclei: per uno è Pixie e per l'altro è Huarache. E' durata abbastanza questa doppia vita del "corsaro nero felino": tutto tacito, tutto normale e nessuno mai ha sollevato sospetti. Godeva di gran considerazione in ambo i casi e sicuramente la lunga camminata per raggiungere l'altra casa, serviva per smaltire il cibo che assumeva da una parte e dall'altra. Un bel giorno però, la signora Mary Lore Barra, ha cominciato a nutrire qualche dubbio per le sue frequenti assenze e ancor di più per i tempi lunghi, pertanto ha deciso di seguire il malandrino per rendersi conto dove e perché smarrisse l'orientamento. Ovvia la scoperta, non poteva essere altrimenti, tuttavia non è scoppiata una tragedia come sarebbe accaduto se fosse stato un umano: la signora Barra ha inserito nel collare del micio, un semplice biglietto: "Il gattino si chiama Pixie e penso che abbia due case...ahahahah". La seconda proprietaria lo ha rimandato a casa con una breve replica: "Qui da noi si chiama Huarache. Saluti. Gli altri genitori del micio". Ironia piacevole e divertente, un modo per continuare come al solito, senza destabilizzare la vita certamente non noiosa, del gatto furbo e decisamente nomade. A volte, dinanzi a questi comportamenti di un animale, non dovremmo stupirci, ma trarre qualche buona lezione.
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