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TRA ACRONIMI E NEOLOGISMI

Post n°3298 pubblicato il 09 Agosto 2019 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

I tempi che viviamo sono questi: ogni dizionario/vocabolario che debba essere aggiornato tempestivamente per i suoi lettori, deve assolutamente provvedere quasi giornalmente alle "new entry" che si affollano puntualmente per essere inserite: sono i neologismi che affiancheranno gli etimi già noti e presenti nelle pagine. La stessa Accademia della Crusca, è sottoposta, giorno dopo giorno, ad uno studio attento e continuo per sdoganare parole che nascono prevalentemente tra i giovani e che se abusate  nel tempo, hanno diritto alla menzione se altre persone o autori, giornalisti e scrittori, se ne servono per arricchire il loro lessico. Un vero e proprio assalto di gerghi inventanti o manipolati immessi nel linguaggio corrente, un viavai continuo poiché molti, dopo un po' di tempo perdono uso corrente e interesse; altri invece, durano e restano là ad imperitura memoria per indicare ai posteri che dopo Dante, altri meno famosi del vate, sono prepotentemente venuti alla ribalta con nuove parole. Prendiamo il termine "Bufu", lo conoscete? Sapete che è nelle pagine della Treccani per diritto acquisito? Bufu è l'acronimo di "By us fuck you" e per chi non conoscesse l'inglese, tradotto elegantemente sarebbe "Vai a quel paese".  Per dovere di cronaca, il termine è stato usato dalla band romana "Dark Polo Gang" e riportata in un loro brano di successo. I ragazzi se ne sono impossessati  e nel  loro linguaggio, in breve tempo è diventato tormentone. Poi si aggiungono altre espressioni o parole che abbiamo sentito o letto e ormai fanno parte del lessico generale: "Ma anche no" è un intercalare troppo diffuso ma che non dice granché. V'è la famosa frase accompagnata dalla gestualità delle mani e delle dita: "Tra virgolette" con le mani alzate e gli indici e i medi a indicare le virgolette. Basito, bella io, bella fra, scialla, top, figo e moltissimi altri che nel breve tempo, se siete accorti, ascolterete o leggerete  sempre più spesso dai ragazzi e da chi scrive. Insomma, la fucina è sempre aperta, produce sinonimi strambi e neologismi anche simpatici talvolta. Non scordiamoci: ciaone, petaloso, detto questo, ci sta, ecc.ecc. A proposito di bufu che è tra gli ultimi partoriti, non usatelo facilmente perché anche se è in inglese, mandare affan'cucolo qualcuno non è poi così educato e potreste beccarvi un immediato "Tyays" come replica in inglese. Come dice signora Clotilde? Che significa? Anche questo è un acronimo come "bufu" e significa "To you and your sister". Ah, vuole pure la traduzione? "A te e a sorrete". Tutto OK?

 
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