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E SIAMO A 18 DALL'INIZIO DELL'ANNO

Post n°2813 pubblicato il 21 Marzo 2018 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per femminicidio

 

 

Rilevare che l'Italia registri un tasso dello 0,5 su 100.000 donne vittime di omicidio, inferiore ad altri stati dell'Europa o dell'America del nord, dovrebbe essere consolante e quindi "rallegrarci", oppure dovrebbe sollecitarci a non abbassare la guardia? Facciamo a capirci: dall'inizio dell'anno ogni sessanta ore circa, una donna viene ammazzata. Non mi sembra che vi siano i presupposti per non tener conto di queste cifre, 18 donne in meno di tre mesi sono state ammazzate, dal 2000 ad oggi 3.000 donne sono state vittime di femminicidio. Le ultime due donne ammazzate nei giorni scorsi, sono l'ennesima prova che si deve intervenire immediatamente e non si può contare allo stato attuale, di aiuti istituzionali. Fateci caso: puntualmente ogni vittima ha in precedenza e dopo le prime aggressioni, denunciato percosse e minacce, segnali inequivocabili per temere assalti molto più violenti. Le forze dell'ordine hanno i loro limiti, gesti e parole non costituiscono prove, solo il sangue, i lividi e gli ecchimosi sono sufficienti per procedere. E intanto, tra un tentennamento, una perplessità e un avere le mani legate, le donne muoiono. La ragazza italiana morta in Inghilterra l'altro ieri, vittima di bullismo, aveva denunciato gli assalti subiti ma non è servito a salvarle la pelle. Che fare? Continuare a subire gli attacchi proditori di queste bestie patentate, oppure cercare subito di applicare nuove norme e/o leggi che proteggano le donne alle prime avvisaglie? Non ci si può chiudere in casa, non ci si può rallegrare se queste bestie, dopo aver fatto stragi, si ammazzano come a  dire: "Missione compiuta!". Loro si ammazzano ma portano insieme donne e a volte anche i figli. E a noi, poco cristianamente per gli assassini, interessa sia salvaguardata la vita di questi  ultimi. Si può? Si deve? O no?

 
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