|
Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, come prevede la normativa n.62 del 2001. Alcune foto di questo blog e del relativo profilo e/o sito sono state reperite sul web. Ove fosse stato violato il diritto di copyright, prego i proprietari di darmene avviso, per la relativa rimozione. Ogni testo e foto di mia proprietà non possono essere copiati o riprodotti, senza mia autorizzazione, ai sensi della normativa n.29 del 2001.
Menu
Area personale
Chi puņ scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
« OCCUPARE PER COSA? | QUANDO CURARE E' UNA NO... » |
IL DE PROFUNDIS E' SERVITO
Non occorrono sfere di cristallo e veggenti patentati, questa previsone la potrebbe fare anche il mago Otelma e...ho detto tutto. La fine annunciata già da tempo della carta stampata, dei quotidiani, è solo questione di tempo. Non avremmo bisogno di prove, ma quanto accaduto ieri è un caso palese di come una notizia in anteprima, battendo sul tempo la opportuna e immediata informazione cartacea, possa giungere più veloce attraverso il web. La morte di Riina, sarà perché accaduta ad un orario improprio per una testata giornalisitica, è avvenuta alle 3.37 e la rete subito ha battuto la notizia diffondendola immeditamente: chi ha aperto i giornali già sapeva ed era abbastanza informato. Fatte fuori le fonti a che servirebbe leggere un quotidiano? E' vero, ci sarebbero gli approfondimenti ma sempre per la stessa ragione, leggerli su carta sarebbe come leggere/ascoltare un profeta che guarda...all'indietro! I bilanci delle società editrici di giornali sono impietosi nel confermare quanto il loro passo non riesca a mantenere i ritmi di web, tv, radio: tempi non sopportabili e pure veloci nel recepire una notizia, la pubblicazione fatalmente allarga i tempi e giunge in ritardo. Dovranno riciclarsi nel prossimo futuro, la situazione è destinata a divenire inostenibile per loro e a comincare da me che sono il loro peggior nemico, sfoglio tutto il cartaceo in rete. Presumo lo facciano già in tanti e le vendite calano così come cala la fonte essenziale di sostentamento: la pubblicità. Ancora un segno maligno del nostro tempo, della nostra dilagante e inesorabile tecnologia. Eppure sembra ieri quando la mattina, prima di andare al lavoro, si passava dall'edicola e fidelizzati come al supermercato, manco la bocca dovevamo aprire e avevamo sotto braccio il nostro bel pacco di qotidiani, almeno quelli che ci interessavano e che l'edicolante sapeva a memoria. Ora, basta un tablet, uno smartphone e senza avere tanta "carta" da portare sul posto di lavoro, siamo ugualmente pronti per avere sottomano tutto ciò che ci informa. Sono dispiaciuto per i lavoratori (tutti) dell'editoria, mentre non lo sono per alcuni giornalisti che dovranno riciclarsi diversamente per raccontare le loro balle e i loro scoop da mercato rionale. Ci voleva un "de profundis" per capirlo?
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |