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QUALE EUROPA DOPO SABATO SCORSO?

Post n°2146 pubblicato il 27 Marzo 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per firma europa roma 2017

 

Due grandi avvenimenti importanti sabato scorso in Italia: l'incontro a Roma dei rappresentanti dei 27 paesi aderenti all'Unione Europea per festeggiare i sessanta anni dalla nascita dell'Europa unita, e la prima visita di Papa Francesco a Milano: un giornata piena e ricca di emozioni. Due grandi avvenimenti, ma un solo vincitore: il Papa. Ha raccolto attorno a LUI fiumi di persone, ha unito tanta gente, ha visitato  posti che non si fila nessuno e ha confortato chi non ha il privilegio di essere agli onori delle cronache ogni giorno che passi. La star della giornata è Francesco e i risultati sono innegabili; mentre a Roma, tra paure, cortei, negozi chiusi e strade deserte, i grandi capi della Europa ponevano i nuovi paletti e apponevano tutti, anche i più riottosi paesi dell'Est, le firme sul documento unico d'intesa. L'incontro, e meno male, non ha goduto nemmeno della cronaca nera che generalmente accompagna questi momenti in cui scendano in campo tutti i personaggi coinvolti dalla politica comunitaria: lo sceriffo Minniti e i suoi collaboratori, hanno svolto perfettamente il compito di prevenire ed evitare il sacco di Roma, la distruzione e lo scempio che abbiamo visto puntualmente in ogni occasione del genere. Un plauso a tutte le forze dell'ordine e a tutti coloro che abbiano garantito collaborazione e supporto. Ma alla fine, accreditato al Papa il ruolo primario della sua proficua giornata milanese, della riunione dei big politici cosa è rimasto? A parte le 27 firme poste sotto il documento ufficiale dell'incontro, cosa portiamo, cosa portano a casa i delusi del nostro continente? Quali impegni sono stati raggiunti? Quanta fiducia nutriamo noi italiani delusi fortemente dall'azione di questa nostra comunità europea?  In una parola: qualcuno ha avvertito il pathos di questa annunciata pseudo rinascita? Ha avvertito un emozione, una scossa, un fremito di buon auspicio per il futuro di domattina? La freddezza, anche se ben mascherata da facce sorridenti, dai sorrisi stereotipati, dalle strette di mano di circostanza, era palpabile? Una timida euforia per i risultati ottenuti, qualcuno l'ha percepita? A noi non interessava, né ci interessa, se l'Europa festeggerà anche i cento anni dalla sua costituzione, a noi interessa essenzialmente come passeremo i prossimi mesi, i prossimi anni. Manca ancora L'Europa che vogliamo: un grande stato confederato e tutti sullo stesso piano, liberi come è scritto sulle carte dei padri, politicamente unico, stessi diritti, sussistenza tra stati, rispetto per i piccoli e per i grandi, nessun razzismo, nessun atto discriminatorio e autoritario, una europa con una polizia unica, con una politica unica. Dove è finito il grande stato che impostato come gli USA, sarebbe stato il più grande stato democratico del mondo? Utopie? Ancora oggi, dopo sessanta anni di inseguimenti, di tentativi andati a vuoto, parliamo di utopie e di sogni irraggiungibili? Giù la maschera chi conta di affossare gli altri stati più deboli per fortificare la propria nazione; una nuova pagina, o la scriviamo subito, oppure non ci sarà mai una nuova Europa univoca e sovrana, un' Europa senza cultura e religione non potrà mai esserci: le sue radici, non dimentichiamolo, affondano proprio in quei valori. Credo nei segni: sapete che le 27 firme dei capi di stato, da apporre sul documento finale, avevano una sequenza stabilita e un "posto" preciso dove scriverle, cioè affianco al nome del personaggio. Bene, è accaduto che i rappresentanti di Lituania, Cipro, Bulgaria e Romania, vuoi per la fretta, vuoi perché emozionati, abbiano apposto le loro firme in maniera sgraziata, non esattamente nello spazio assegnato e invadendo il campo di altre firme. Per me un gesto di nervosismo, un apporre una firma forzata e non voluta. I paesi dell'Est sono sul sentiero di guerra e avevano deciso di non firmare il documento. Poi....e poi, c'è stata la firma apposta e poco convinta. Brutta premessa? Un cattivo viatico alle nostre speranze? Confidiamo nella buona volontà di tutti.

 
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