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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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« CHI CERCA.... NON TROVA! | DUE PICCIONI CON UNA...FAVA!!!! » |
C'E' CHI PUO' E CHI NON PUO' : NOI POTIAMO?
"...Ecco, verosimilmente, nella prospettiva deontologica di quanto esperito fin'ora, avremmo la possibilità di estrapolare dal contesto dell' avvenimento, i necessari elementi per argomentare, come se trattasi di una comunissima sintesi clorofilliana, gli aspetti positivi del probema. In tal senso e potendo, il nostro proverbiale e garantito impegno, non potrà che generare le opportune scelte perchè ciò che si dovrà fare sia fatto subito per il completo e improcastinabile beneficio dei cittadini...". Sapete in che lingua ho scritto? Chi di voi ha detto italiano? Sì, è lingua italiana, ma in particolare si tratta di politichese! E qualcuno, leggendo, ha capito cosa ho appena scritto? Chi ha detto un caxxo? Ebbene, lo ammetto, non ho detto un bel niente, bla,bla,bla, senza dire niente di niente!!! Ecco il braccio violento, inutile e becero della lingua italiana: il politichese. Lo parlano solo coloro che hanno il nome preceduto da una carica istituzionale, On. Sen. Consigliere, che fanno politica per mestiere e che devono affidarsi ad un linguaggio recepibile da tutti e doverosamente incomprensibile per tutti. Dire per rispondere, dire per comunicare il nulla, cioè esattamente quello che non fanno e che, invece, dovrebbero fare per rispondere ai cittadini, agli elettrori. Questo momentaccio che stiamo vivendo, in particolare, è il più prolifico per il politichese, ora è il momento migliore per riempirci di chiacchiere e non concludere una beneamata mazza; sono tutti presi dal bla,bla che non riescono a fare discorsi seri e diretti. Al politichese servono in particolare gli "assist" di alcuni verbi, se ne servono e ne abusano perchè sono i più indicati per comunicare intenzioni che non realizzeranno: "è opportuno fare ciò...", "avere la necessità di attuare...", "occorre cogliere l'occasione...". Poi tutta la sfilza dei condizionali sprecati un tanto al kilo: "Si potrebbe... dovrebbero, comincerebbero, accorcerebbero ecc.ecc." . Poi il futuro di domani mattina: "Potenzieremo, approveremo, legifereremo, concederemo, penseremo eccetera. Ecco come si costruisce il politichese: servendosi della lingua italiana con piccoli trucchetti del "nonsense" e ricorrendo agli assist magistrali che i nostri tempi della coniugazione offrono. Ci sarebbe un modo per metterli leggermente in crisi (niente di che intendiamoci, sono troppo sgamati i furboni) e sono gli avverbi di tempo: ai politici che si imbarcano in risposte piene zeppe di verbi ausiliari, verbi occorrenti, tempi futuri e condizionali a iosa, provate a dire: "E quando?" oppure: "E come?". Andranno in crisi, si agiteranno un po', faranno gli equilibristi, i funamboli, i contorsionisti, ma alla fine, una risposta ve la daranno: "Laddove i tempi ci consentiranno di superare gli invalicabili muri della burocrazia, noi potremmo assicurare che nel giro di sei mesi questa struttura sarà abilitata all'uso per cui è destinata. Ovviamente e semprechè l'iter procedurale, sia commisurato alla verifica consiliare, dove l'assessore potrà porre la firma definitiva, mentre la delibera attuativa procurerà alla commissione di vigilanza un'opportuno documento esplicativo tendente a dimostare la nostra totale buona fede e la completà estraneità nel concorso di colpe a noi attrubuite da una magistratura vigile ma di parte. Comunque abbiamo fiducia in codesta magistratura e sicuramente andrà tutto a buon fine". Questo è il politichese, io spero di avervi fornito una dimostrazione di quanto sia inutile e sprecato: questo post ne è la prova. Ho scritto un sacco come al solito e non ho detto una cippa!!!!! Cambierò mestiere, farò il...blogger...ops...pardon, il politico a perdere... come i vuoti.
"Buon politico è chi sa mentire; grande politco è chi sa mentire col credere alle proprie menzogne". (R. Gervaso)
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