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E’ morto il guru della Apple, ma siamo sicuri che lo rimpiangeremo?

Post n°1816 pubblicato il 06 Ottobre 2011 da massimocoppa
 

Steve Jobs è stato un grande, ma dalla visione troppo elitaria e snobistica
E’ MORTO IL GURU DELLA APPLE, MA SIAMO SICURI CHE LO RIMPIANGEREMO?

Si era intuito che il suo ritiro fosse dovuto ad un fortissimo aggravamento delle sue condizioni di salute: perché non era nello spirito dell’uomo mettersi in panciolle. Ora la conferma: Steve Jobs, il fondatore della Apple Computers, si è spento stanotte, arrendendosi al cancro che lo tormentava da tempo.

Già da stamattina il web sarà pieno di necrologie e strillerà panegirici per ogni dove.

Io mi discosterò dal coro di osanna. Dal punto di vista umano è una cosa terribile, come lo è per ogni persona che viene colpita da una malattia mortale e spesso senza speranza. Però, onestamente, devo dire che non ho mai capito ed accettato questo mito della Apple, dei computer Mac, dei vari “I-qualcosa”.

Steve Jobs entra a buon diritto nella storia dell’informatica e della rivoluzione elettronica, perché è stato davvero lui ad inventare il personal computer ed a fissare delle linee-base che durano ancora oggi.

Prima della Apple i computer erano enormi macchinari ospitati in strutture apposite e gestiti da esperti. Lui, insieme ad un socio, inventò il computer piccolo, da tavolo, per tutti, che ancora oggi usiamo. E non si è fermato lì; perché, dopo tanti anni, ha anche inventato la prosecuzione del PC, cioè i vari tablet ma, soprattutto, il telefono intelligente, lo “smartphone”: un cellulare che è anche un computer.

Ancora lui, a suo tempo, inventò il sistema delle “cartelle”, le icone dei file e quei vari gesti (copia, incolla, cancella) intuitivi e dall’interfaccia grafica semplice che usiamo normalmente: non potremmo immaginare un sistema operativo senza questi mattoni creati da Jobs.

Un grande, insomma.

Detto questo, però, devo anche dire che non ho mai provato alcun trasporto per la persona e per il mito. I primi PC su cui ho lavorato erano dei Macintosh: sue creature, quindi. Poi, non ho mai più voluto sentirli neanche nominare: ed ancora oggi mi prende un senso di repulsione quando sento che qualcuno ha un Mac. Perché questa specie di odio?

Perché, seguendo una sua filosofia elitaria e snobistica, Jobs ha privilegiato la costruzione di un mondo autoreferenziale: che nelle tecnologie è un concetto disastroso e perdente.

Negli ultimi anni le cose sono molto migliorate, nel senso che i computer della Apple hanno implementato programmi ed interfacce che li hanno resi più capaci di interagire col resto del mondo… Ma per moltissimo tempo i Mac “dialogavano” solo con i Mac. Complice anche la scarsa dimestichezza della maggior parte delle persone (unita però ad una supponenza che le portava a comprare quel tipo di computer…), incontrare sul proprio cammino un tizio con un Mac significava bloccare ogni tipo di lavoro. Era impossibile passargli un file, “perché il mio Mac non lo legge…”, mandargli un allegato, “perché il mio Mac non lo apre…”, ed insomma fare qualsiasi cosa cooperativa: e queste persone non si sentivano imbarazzate o diminuite per questo, ma piuttosto membri di un club esclusivo e ristretto. E peggio per noi buoi del resto dell’umanità se un’operazione si bloccava!

Windows di Microsoft e Mac di Apple erano (e sono) due veri e propri universi completamente separati, e specialmente nelle “applicazioni”, cioè quei programmi che usiamo per fare tutto (da Word in su).

Bill Gates ha copiato le intuizioni di Jobs, è vero; ed è anche vero che la Microsoft ha mostrato arroganza imperialistica unita a clamorosi errori tecnici; però il motivo per cui Microsoft è presente nel 90 % dei computer del mondo è la SEMPLICITA’. La Apple ha sempre privilegiato architetture complesse e di difficile accesso per la stragrande maggioranza delle persone. Inoltre, come detto, è un cosmo autoreferenziale.

Ma allora perché se ne parla sempre in maniera a dir poco sognante? Ogni esperto vi dirà che la Apple è nettamente superiore alla Microsoft: per potenza di calcolo e nella grafica computerizzata sarà anche vero. Quindi, sono macchine specialistiche: il guaio è che molte persone hanno voluto usarle (senza saperlo fare), bloccando il lavoro del “gregge” che invece usava Microsoft. In informatica, come in tutte le cose, queste visioni elitarie sono negative.

Infatti, col tempo, la Apple ha cominciato a discendere i gradini del successo. L’invenzione dell’I-Pod, dell’I-Pad e dell’I-Phone le ha consentito di tornare in auge, ma solo perché sono strumenti affascinanti, alla moda e - finalmente! - di semplice uso. Io non ne posseggo alcuno, in verità, e nemmeno ho mai compreso tutto l’appeal che esercitano sulle persone, considerando oltretutto che hanno prezzi veramente proibitivi (ed inspiegabili).
Credo che la morte di Jobs sarà la fine della Apple: non vedo all’orizzonte alcun delfino in grado di avere la sua stessa visionarietà ed il suo stesso coraggio. Però il mondo e la tecnologia andranno avanti lo stesso, vedrete.

AGGIORNAMENTO al 7 ottobre

Com’era prevedibile, ieri sia il web che la televisione ci hanno inondato di lamentazioni per la scomparsa di Steve Jobs. Ed oggi i quotidiani fanno lo stesso. Da questo punto di vista i mass media tradizionali ed Internet non si sono differenziati. L’unica cosa positiva è che su Internet qualcuno ha postato giudizi controcorrente, assolutamente non ammessi dai media tradizionali; io, nel mio piccolissimo; ma anche un giornalista di Libero.it, Giuseppe Morello, (vedi QUI) e qualche lettore, anche addetto ai lavori informatici, nei commenti sia al mio post che a quello di Morello. Ma, in definitiva, siamo poche, pochissime voci.

Eppure sono gli stessi quotidiani, probabilmente in maniera involontaria, a tirare acqua al mulino dei disincantati: ricordando, ad esempio, che l’autoreferenzialità del mondo Apple era una redditizia strategia commerciale, non solo uno snobismo da intellettuali. Sottolineando che spesso la molla all’acquisto di un costosissimo prodotto Apple era nel volersi distinguere dalla massa, senza capire che invece era solo un nuovo conformismo. Anche la dimensione umana di Jobs viene diminuita: anche qui da me molti hanno sottolineato la splendida figura della persona; invece leggiamo che Jobs era probabilmente un tiranno, in azienda, che angariava i sottoposti, era irritabile ed irascibile, e licenziava senza pensarci due volte. Addirittura un lavoratore fu licenziato in tronco mentre si trovava in ascensore con il boss.

Nonostante tutto questo, ad osservare la copertura dei media sembra di assistere alla morte di un altro papa Woytjla… Steve santo subito, insomma.

 
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