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Borse in caduta libera

Post n°1746 pubblicato il 15 Ottobre 2014 da Lucky340
 

Era stata una buona seduta per l’Asia, ma in Europa la paura si sta trasformando in terrore e gli Usa non sono di aiuto, anzi!

La Borsa di Atene sprofonda (-9%), il comparto bancario precipita, ed il ben noto effetto domino fa sì che alla fine non si salvi nessuno.

Londra perde il 2,8%, Francoforte il 2,9% e Parigi il 3,6% e la nostra Piazza Affari, in questo contesto, è ovviamente la peggiore con l’indice di riferimento, il Ftse Mib (-4,44%) che affonda a 18.305 punti.

E l’assurdo è che in una situazione così disperata la nostra moneta, l’euro, si rafforza enormemente rispetto a tutte le altre valute.

Negli Stati Uniti, che volevano faticosamente e gradualmente, uscire dal Quantitative Easing si torna a parlare di nuove misure eccezionali per cercare di arginare la situazione prima che non sia più gestibile, insomma si conferma quanto avevo scritto giorni fa, e cioè che la Fed non sa come uscire da una trappola che si è costruita con le proprie mani.

Naturalmente sul nostro indice principale nessun titolo è riuscito a sfuggire alle vendite, ma è stato il comparto bancario a subire un vero e proprio sell-off, ecco le performances: Banco Popolare (-8,09%), Bper (-7,73%), Banca Popolare di Milano (-7,64%), Banca MPS (-7,59%), Unicredit (-6,14%), Intesa Sanpaolo (-5,85%), Mediobanca (-5,77%) e Ubi Banca (-5,25%).

E questa è la risposta che il mercato ha dato  dopo che ci avevano detto che la Grecia era stata completamente risanata (ed in anticipo rispetto alla tempistica) e stava vivendo quasi un boom economico, che le nostre Banche erano sane e dopo i massicci aumenti di capitale erano in grado di tornare a supportare una economia che si stava riprendendo.

Non è colpa di Renzi, naturalmente, ma le bugie hanno le gambe corte.

Adesso la situazione diventa difficilmente gestibile, l’Italia, ma anche la Francia ed altri chiederanno a gran voce interventi straordinari della Bce, ma soprattutto un allentamento dei vincoli di bilancio (anzi, per la verità la Francia non li chiede, se li prende e basta).

Draghi dirà che è pronto ad intervenire con misure straordinarie, quello è sempre pronto, è sempre sul punto di … ma poi ecco i risultati.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro

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Commenti al Post:
Lucky340
Lucky340 il 16/10/14 alle 06:54 via WEB
Wall Street chiude in rosso, ma sopra i minimi una seduta caratterizzata da forti oscillazioni in basso con il Dow Jones arrivato a perdere 400 punti. Timori per l'economia americana e mondiale, insieme alle incertezze sulla scena geopolitica internazionale e le preoccupazioni che l'epidemia di ebola possa allargarsi a Europa e Stati Uniti hanno contribuito al generale pessimismo in vista della fine del QE3, nelle prossime riunioni della Fed.
A fine seduta, il Dow Jones cede l'1,06% a 16.142 punti, il Nasdaq arretra dello 0,29% a 4.215 punti e lo S&P 500 cala dello 0,86% a 1.862 punti.
Sui mercati valutari, l'euro avanza a 1,2779 dollari mentre il biglietto verde cede terreno contro lo yen a 105,96.
I Forti cali a Wall Street spingono gli investitori verso porti considerati sicuri. E' in atto il cosiddetto "flight to quality", con il rendimento del decennale che dopo essere sceso sotto il 2,1% ha rotto al ribasso anche quota 1,9% arrivando a toccare 1.86%, il maggiore declino da quando l'ex presidente della Fed Bernanke ha annunciato il QE a marzo del 2008. Nel finale, i titoli di Stato americani chiudono in rally con rendimenti in calo al 2,08% per il benchmark decennale e al 2,87% per il titolo trentennale
 
Lucky340
Lucky340 il 17/10/14 alle 07:32 via WEB
NEW YORK (WSI) - Dopo un avvio in netto calo, Wall Street risale dai minimi e chiude la giornata poco mossa. Il Dow Jones cede lo 0,15% a quota 16.117, l'S&P 500 guadagna lo 0,03%, a quota 1.853 punti, il Nasdaq segna un aumento dello 0,04%, a quota 4.217.
Ad allentare le tensioni, le parole del presidente della Fed di St. Louis, James Bullard secondo cui la Federal Reserve dovrebbe posticipare la fine del programma di acquisto dei bons (QE) per fermare le aspettative di declino dell'inflazione. Il prossimo incontro del board della banca centrale statunitense č il 28 e 29 ottobre, riunione che, secondo le previsioni, dovrebbe sancire la fine del programma.
Il petrolio a novembre ha guadagnato 92 centesimi, chiudendo a quota 82,70 dollari al barile. Nel frattempo, i titoli di Stato americani chiudono negativi con rendimenti in aumento al 2,15% per il benchmark decennale e al 2,93% per il titolo trentennale. Sui mercati valutari, l'euro cala a 1,2804 dollari e il biglietto verde guadagna terreno a 106,10 yen.
 
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