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Grecia:la resa incondizionata di Tsipras

Post n°1866 pubblicato il 15 Luglio 2015 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

PierGiorgio Gawroski

su http://www.ilfattoquotidiano.it/

 

La prima amara sorpresa di questo week end è stato un articolo di Varoufakis sul Guardian, in cui l’ex ministro delle Finanze di Tsipras rivela che la Grecia non ha un piano B in caso di mancato accordo con i creditori. Non ha preparato l’introduzione di una moneta nazionale, né ritiene possibile farlo in tempi rapidi: “In Iraq la creazione dal nulla di una nuova moneta richiese quasi un anno, 20 boeing 747, la mobilitazione dell’esercito Usa, tre società specializzate nella stampa di banconote, e centinaia di TIR. In mancanza di ciò, il Grexit equivarrebbe all’annuncio di una forte svalutazione cono 18 mesi di anticipo: causerebbe la liquidazione dell’intero stock di capitale greco, e il suo trasferimento all’estero con ogni mezzo possibile”.

L’articolo di Varoufakis è un must per chiunque voglia capire la crisi greca. Ma il paragrafo citato è inaccettabile, perché rivela un’incredibile superficialità del governo Tsipras e del suo ex ministro. Il quale oltretutto sopravvaluta di molto le difficoltà e i tempi dell’introduzione fisica di una nuova moneta: in Grecia gran parte della moneta è elettronica, per cui basta un click del computer della Banca di Grecia per crearla; e per il resto la gente è perfettamente in grado di crearsela da sola, firmando dei ‘pagherò’ in attesa delle banconote. L’articolo di Varoufakis ha invece disastrosamente rivelato alle controparti negoziali che le carte in mano a Tsipras sono ancora peggiori di quanto non si credesse. A causa dell’insipienza del suo governo (e della cattura della Bce da parte dei creditori), la Grecia è in balia dei suoi nemici (mi spiace, di questo si tratta). E questi ne hanno subito approfittato per umiliarla e schiacciarla fino in fondo, senza trovare resistenza.

La seconda amara sorpresa, di ieri, è infatti l’assurda lista di richieste totalmente distruttive che l’Eurogruppo ha subito presentato alla Grecia. Essa fa strame di qualsiasi parvenza di dignità e sovranità nazionale, e cancella ogni possibilità di ripresa in Grecia. Non solo l’austerità riprenderebbe su vasta scala e per un orizzonte del quale non si vede la fine. Non solo alla Grecia viene dettato un particolare assetto socio-economico senza lasciarle neppure la scelta delle virgole. Non solo non si offre ancora, in cambio, alcuno sconto sul debito (impagabile), trattandosi di pre-condizioni per future trattative. Ma anche tutti gli asset principali dello Stato greco verrebbero espropriati, a saldo (“a garanzia”) di una quota di debito, tolta la quale il debito resterebbe insostenibile e i greci ‘schiavi’ dei creditori.

Quando un debitore entra in una trappola di debito eccessivo alimentato dagli interessi, la colpa è di norma da ripartire fra creditori incauti e debitori poco trasparenti. Così è stato fino al 2010, quando la Grecia annunciò di non poter fare fronte alle scadenze e chiese di negoziare con i creditori: banche soprattutto francesi e tedesche.

Ma i governi europei si opposero, nell’interesse delle banche, e costrinsero la Grecia ad accollarsi altro debito pur di pagare le rate in scadenza e gli interessi montanti. E, violando i Trattati, si assunsero in proprio crediti e rischi che le banche, dopo aver lucrato sugli interessi per anni, volentieri scaricarono. In questo gioco ci rimettemmo soprattutto noi italiani. Il grafico (in_allegato_nota_mia) mostra la distribuzione del debito greco al 30-4-2015: rispetto al 2009 è ora quasi tutto in mani pubbliche, e la quota italiana è salita molto.

Che i debiti greci non fossero rimborsabili lo sapevano tutti già nel 2010 (grazie al Fmi). Perciò se gli andamenti del debito fino al 2009 sono da imputare a greci e banche, gli sviluppi successivi – accollare i debiti ai cittadini europei, aumentare il debito totale, imporre ai greci un’assurda austerità che ha distrutto il valore dei nostri crediti – sono da imputare unicamente ai governi europei. (Se qualcuno crede che la Grecia in questi anni non abbia fatto niente per pagare i debiti, o poche riforme strutturali, si informi meglio). Ma l’Eurogruppo a trazione tedesca rifiuta ogni responsabilità per le politiche depressive impartite. Dare tutta la colpa ai greci serve a proteggere l’ideologia dominante: se le cose vanno male non è colpa nostra. Ed a manipolare l’elettorato: fingono di difendere i nostri soldi mentre li gettano via in malo modo.

La violenza continuerà anche oggi? La Bce ci pensi. È l’unica in grado di stampare moneta in Europa; ma proprio per questo ha il dovere di farlo: nessuna economia moderna funziona senza. Deve farlo in particolare nelle occasioni tassativamente indicate dal Trattato sull’Ue: come all’art. 127 c.2 tr. 4°; e c.5; che in questo momento riguardano la Grecia. Non farlo significa bloccare l’intera economia greca, e fare un colpo di stato in Europa. Qui si gioca la vera partita, e qui le conseguenze saranno devastanti. Dobbiamo prendere atto che le nazioni debitrici dell’Eurozona sono alla completa mercé dei creditori; e questo grazie alla violazione dell’Art.7 Statuto Bce: la quale subordina la sua collaborazione monetaria con la nazione debitrice alla soddisfazione delle istanze dei suoi creditori. Se questo comportamento perdura, il governo greco dovrebbe ritrovare dignità, coraggio, e fiducia, ed uscire immediatamente dall’Euro.

 
 
 
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Data di creazione: 04/05/2010
 

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