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Senza farlo apposta

Post n°1270 pubblicato il 23 Febbraio 2019 da lightdew
 

foto lightdew

Forse non tutto è perduto.

Mi ritrovo a bocca aperta, attratta dalla bellezza del momento: sono sull'autobus, diretta a Teatro, mentre vedo un ragazzino dell'età all'incirca di mia figlia, parlare da solo. Mi incuriosisco e mi metto ad asservarlo cercando di comprendere quello che dice. Ha in mano un aggeggio ovale, bianco, che non emette alcun suono, mentre lui parla.

No: reppa. Si dice così?
Per me è soltanto poesia, a suon di musica, di ritmo in questo caso.

Cerco di capire, tutta la mia attenzione è focalizzata nel cercare di sentire meglio le sue frasi, ma mi vede e non si stupisce neppure, continua ancora per un pò e poi chiude l'apparecchio. E' arrivato il momento di scendere per me, ma lascio quel mezzo come se scendessi da un fumetto, dove regna la speranza.


Da qualche automobile con il finestrino aperto esce una frase, che a me risulta essere la più appropriata in questi anni, seppur di poesia intrisa di mancata fede, si tratta... dammi il mio panico quotidiano.

 

Passeggio per il viale e sorrido.

 

 

 
 
 
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