La farmacia d'epoca
Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone
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La Farmacia d'Epoca è un blog dedicato al collezionismo di vecchie scatole di latta di medicinali. Dal momento che le informazioni su questi oggetti sono piuttosto rare, se conoscete delle curiosità, degli aneddoti, o anche solo qualche notizia in più, contattatemi, provvederò a modificare i post, per renderli ancora più ricchi!
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Dott.ssa Giulia Bovone
I FARMACI NELLA LETTERATURA
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Se c’è qualcosa che noi Italiani amiamo comprare in farmacia, sono proprio i probiotici. Proprio l’anno scorso, stando ai dati FederSalus, i fermenti lattici sono stati sul podio dei farmaci più venduti, subito dopo i preparati per la tosse: peccato che, nonostante il nostro amore per i microrganismi probiotici, solo pochi di noi sanno usarli correttamente per trarne beneficio.
Riconosco che molti di voi ci rimarranno male perché la fede nello yogurtino che ti rafforza così tanto le difese immunitarie da dover vaccinare i batteri contro di te è un dogma della pubblicità moderna, ma la realtà non è così.
I nostri bei probiotici mossero i primi passi nella prima metà del Novecento, quando in un mondo senza antibiotici si era sempre alla ricerca di nuovi vaccini per proteggersi dalle infezioni batteriche: infatti comparvero sul mercato proprio con la terminologia di “vaccino polivalente”.
Se avessero continuato a chiamarsi in questo modo, molto probabilmente oggi non se ne venderebbe nemmeno una confezione, ed infatti è piuttosto curioso come questi farmaci siano arrivati fino a noi, quando con l’avvento degli antibiotici il loro utilizzo iniziò via via a scemare.
Il Vaxitiol della francese Bouty di cui vi voglio parlare oggi, ha avuto la fortuna di attraversare indenne gli anni Cinquanta, il periodo di massimo splendore degli antibiotici e di riaffermarsi poi modernamente con una formulazione differente: il brand, infatti, esiste ancora oggi.
Le soluzioni di microrganismi probiotici dell’epoca non erano strutturate secondo i principi moderni, ossia con la funzione di saturare il nostro intestino evitando così il crearsi di “nicchie” in cui i batteri nocivi possano prosperare, ma erano ideati per scatenare una risposta immunitaria.
Il Vaxitiol dell’epoca conteneva un mix tra colibacilli, enterococchi, stafilococchi, Proteus vulgaris (batterio responsabile di una dolorosissima infezione alle vie urinarie)con l’aggiunta di solfato di soda (anti addensante), iposolfito di soda (o tiosolfato di soda, impiegato come antidoto negli avvelenamenti da cianuro), fosfato disodico ( per gli avvelenamenti da piombo e come tampone)e bicarbonato di sodio (come antiacido). Come potete vedere, la formulazione è completamente differente da ogni probiotico moderno, ed effettivamente sorge spontaneo chiedersi come abbiano fatto a giungere fino a noi, perché non credo che nessun moderno si trangugerebbe Proteus vulgaris come aranciata.
L’ascesa dei probiotici è legata ad una categoria di farmaci che standosene in sordina riuscì ad accaparrarsi una simbiosi con gli antibiotici: ossia i fermenti lattici. Essi rimasero un prodotto di lusso per tutta la prima metà del Novecento, come per esempio i Fermenti Lattici Fides della Maggioni, che furono poi riscoperti nel momento in cui ci si accorse che i “super antibiotici” anni Cinquanta avevano il potere di debellare le infezioni accompagnando il tutto con episodi di diarrea.
Da questo momento tutti i “vaccini polivalenti” cambiarono faccia e diventarono fermenti lattici, non solo il nostro Vaxitiol, ma anche l’Enterogermina ed altri famosi brand subirono questo destino.
I fermenti lattici sono uno strumento utile per il nostro benessere, ma occorre saperli usare. Infatti spesso rimaniamo ingannati da pubblicità che ci vogliono presentare questi prodotti come il non plus ultra per la nostra salute, mentre la realtà dei fatti ridimensiona molto queste affermazioni.
Pochi sanno che per ottenere un effetto duraturo sul nostro intestino, è necessario protrarre i cicli di terapia anche per dei mesi, sperando di non incappare in un’influenza intestinale che mandi a monte tutto il nostro lavoro: le due settimane pubblicitarie non bastano.
In più occorre tenere presente che non tutti i prodotti sono uguali in termine di quantità di carica, ed è buona norma cercare di preferire le preparazioni in spore perché più stabili nella conservazione e più resistenti al passaggio nello stomaco. In sostanza il pH acido dello stomaco uccide buona parte dei 10 miliardi di probiotici in media presenti nei vari beveroni, e sappiate che se 10 miliardi vi sembrano moltissimi, biologicamente parlando è acqua fresca. In commercio, infatti si trovano formulazioni ben più potenti che arrivano senza troppo sforzo ai 24 miliardi e più, sicuramente di maggiore impatto su un intestino devastato dalla dissenteria.
Concludendo, i probiotici e i fermenti lattici, non proteggono dall’influenza, dalla tosse, dal raffreddore, non riducono il colesterolo, etc, ma la loro azione è legata ad un ripristino della flora batterica intestinale, e nulla più, al contrario di quanto ci vuole far credere la pubblicità. Persino l’effetto lassativo tanto pubblicizzato non è immune da contestazione: è possibile ottenerlo in meno tempo introducendo più fibre e acqua. Insomma, non avete idea di come una “visione critica” in questi casi sia un giubbotto antiproiettile per il portafoglio.
Misura 17,5 cm x 11,5 cm x 2,3 cm e risale all’inizio degli anni Sessanta. La posologia raccomandava di assumere il prodotto secondo prescrizione medica con un massimo di due ampolline al giorno per bocca.
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