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La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

 

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Le Polveri Antigottose della Farmacia delle Benedettine

Post n°68 pubblicato il 22 Febbraio 2011 da lafarmaciadepoca
 

Buona giornata a tutti, avete mai sentito parlare delle mitiche, epiche, venerabili Polveri Antigottose della Farmacia delle Benedettine di Pistoia?
Ma sì, quelle nella scatola verde, uno dei “mostri sacri” della farmacia italiana, ce le avete in mente vero?

No? Allora, temo di dovervi rinfrescare la memoria, perché ci troviamo davanti ad una scatola che ha ampiamente superato il secolo di vita, ed è anche una delle più preziose che possiedo.

 

L’epopea delle Polveri Antigottose della Farmacia delle Benedettine iniziò nel 1892, anno in cui venne eletta Abbadessa  Maria Cristina Carobbi nel monastero benedettino di Pistoia situato a Palazzo Tolomei .
Come tutti i monasteri che si rispettino, ma ancora di più in quelli di ordine benedettino, c’è una forte correlazione tra il lavoro e la preghiera, riassunto nel motto “ora et labora” (prega e lavora).

Questo la nostra Abbadessa lo sapeva bene, così sfruttò la conoscenza e l’esperienza di secoli di cura e utilizzo delle piante medicinali per  ideare una polvere da infusione per guarire la gotta.

 

La gotta è una malattia metabolica che si verifica in presenza di alti tassi ematici di acido urico, che non viene eliminato propriamente, ma anzi, tende ad accumularsi nelle zone periferiche del corpo, soprattutto nei piedi, ma anche a livello della caviglia, del ginocchio e del polso.
Solitamente la gotta è sintomo di una errata alimentazione, troppo ricca di proteine, ma anche di scarsa attività renale, che comporta una bassa filtrazione del sangue.

 

Le Polveri Antigottose furono da subito un successone: oltre ad essere vendute in Italia, erano richieste anche all’estero: sulla scatola sono presenti le presentazioni del prodotto in 4 lingue ( spagnolo, tedesco, francese ed inglese) oltre a quella in italiano.

Non c’è traccia invece degli ingredienti e del principio attivo delle polveri, solo un laconico bigliettino interno su cui era riportata la seguente frase: “non contengono né colchico né belladonna, né qualsiasi sostanza venefica”. Per la serie “prendi la tisanina che Suor Germana ha preparato senza sapere cosa c’è dentro”. Non ci sarà la belladonna ma potrebbe esserci dell’arsenico in pezzettoni!
Scherzo, e spero che le Sorelle abbiano il senso dell’umorismo, non vorrei ritrovarmi tra la posta di domani una lettera di scomunica.
Anche se non conosciamo l’esatta ricetta delle Polveri Antigottose, si può stare tranquilli: la tisana in questione, da un po’ di tempo a questa parte, è stata riproposta sul mercato. Io non ho verificato, ma credo che i filtri possano essere reperibili in erboristeria, ovviamente, se qualcuno ha qualche informazione in più sulla composizione della tisana è bene accetta!

Ecco qualche foto della scatola con i particolari.

Polveri antigottose

Polveri antigottose

Polveri antigottose

Personalmente ritengo sia una delle più belle della mia collezione, e anche una delle meglio conservate di tutta la rete. Non nascondo che per averla ho dovuto lottare strenuamente.

 

Risale al periodo d’oro delle Polveri Antigottose, cioè tra il 1892 e il 1904. È molto grande: misura 17,7 cm x 9 cm x 6,5 cm di altezza.
La scatola era chiusa con un sigillo di piombo che era sicurezza dell’integrità della scatola e dell’originalità del prodotto: già all’epoca esistevano i contraffattori, come ben dice la scritta sul fronte della scatola.

Riporto quanto scritto: “Essendo a nostra notizia che in alcune Città d’ Italia e dell’estero si spacciano dei farmaci antigottosi col nome di “Polveri vegetali Antigottose del Convento” o “Polveri di Pistoia” o altra denominazione consimile, generando nel pubblico la fiducia che essi provengano da questa Farmacia deve considerarsi come un prodotto di contraffazione, a meno che, tanto l’involucro esterno che interno e i suggelli appositivi attestino la vera provenienza. E questo dichiariamo perché rispettabili Farmacie italiane e straniere, acquistano, rivendendolo, il vero nostro medicinale”.

I decori sulla scatola sono legati all’araldica ecclesiastica, materia di cui non sono esperta, l’ unica cosa che posso fare è tradurre le iscrizioni in latino, ma non conosco il significato della simbologia. Se qualcuno se ne intende e vuole spiegarmi  il loro significato può contattarmi tramite mail o tramite messaggio: provvederò ad aggiungere al post le informazioni che vorrete fornirmi.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 
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