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CSI : Crimini Scientificamente Incredibili

Post n°241 pubblicato il 05 Luglio 2012 da lafarmaciadepoca
 

Sì, lo so, la televisione non è più quella di una volta, ed è difficile trovare un programma di intrattenimento che faccia trascorrere una serata in allegria. Dove sono finiti quei bei programmi di cabaret, con quei comici che ti facevano sganasciare dalle risate con i loro tormentoni e le loro battute?

Adesso fanno vedere tutti quei telefilm truculenti dove si ammazzano prendendosi a coltellate e a padellate in testa, dove ci sono tutti quei detective che analizzano le prove come scienziati navigati e schiaffano l’assassino in gattabuia senza sbagliarsi mai.
Saranno belli, saranno avvincenti, ma non sono il massimo della comicità.

Sbagliato, amici miei, sono la cosa più divertente del creato se si presta attenzione, perché traboccano di errori fin dal primo minuto e soprattutto non ci va un “topo di laboratorio” per individuarli.

Analizziamo la serie televisiva investigativa per eccellenza, il caro buon vecchio CSI: credo che molti di voi saranno rimasti abbagliati da questi laboratori attrezzatissimi, ultramoderni e bui.

Mai nella realtà troverete un laboratorio talmente buio da far pensare che metà dei lavoratori siano vampiri: la prima cosa che rende un laboratorio (o qualunque posto di lavoro) funzionale è appunto un’adeguata illuminazione. Se devi avere a che fare con liquidi da travasare esattamente o con la temuta pipetta a bocca enologica ( quanto vino ho bevuto la prima volta!) non puoi lavorare al buio, esattamente come non può fare misure esatte un falegname o un’incisione un chirurgo.

Voi avete mai visto un tappo sui matracci di CSI? Io no. Il matraccio non è nient’altro che un contenitore di vetro utilizzato per conservare i reagenti nei laboratori, e si sa che essi devono rimanere incontaminati. Se ci ragionate un attimo, i tappi vanno sui matracci per lo stesso motivo per cui tappiamo le bottiglie dell’acqua: per mantenere il contenuto pulito e prevenire eventuali contaminazioni. Per come conservano i reagenti i detective di CSI, devono averne da farci il bagno dentro.

Tralasciando i colori improbabili dei contenuti dei matracci, ma non è che sempre per il motivo di prima, forse vadano conservati in frigo? Perché, esattamente come conserviamo in frigorifero il succo di frutta aperto, anche i reagenti hanno bisogno di essere conservati adeguatamente, ed alcuni di essi addirittura devono essere protetti più di altri dalle fonti di luce e di calore. Invece i detective li lasciano in bella vista, senza preoccuparsi troppo se vadano a male o meno: miglioreranno il feng shui della stanza.
Inoltre i reagenti hanno bisogno di tempo per reagire, addirittura in alcuni casi sono necessarie delle mezze giornate. Tutto ciò è normale: quando candeggiamo la biancheria, la lasciamo qualche minuto in ammollo. Non come il Luminol marca CSI, che reagisce istantaneamente e per di più in ambienti luminosi (l’unica volta che hanno bisogno un ambiente buio, non ce l’hanno).   

Questo è dedicato a chi ha curato la consulenza di CSI New York: se i detective devono bruciare qualcosa, ed è possibile che si sviluppino dei fumi tossici, è bene che la procedura sia svolta sotto cappa. Non che si mettono in mezzo al laboratorio e danno fuoco così come gli pare: chiunque abbia un po’ di buonsenso aprirebbe perlomeno una finestra, ma in CSI non si può, la luce ucciderebbe Nosferatu, l’anatomopatologo.

I momenti più belli di CSI sono sicuramente le ricostruzioni fatte al computer del medico legale, con  il modello del corpo della vittima dove si vedono le ossa danneggiate o i risultati delle analisi. E’ un computer bellissimo e ultramoderno, che dice di tutto e di più, fornisce informazioni preziosissime e poi scade immancabilmente quando contrassegna con una bella “X” ad intermittenza l’osso fratturato. Un po’ come quando ti sbagliavi ad inserire la lettera dell’alfabeto con il computer di Topolino. Ciò, immancabilmente, ti fa sorgere il dubbio che per confrontare i test del DNA utilizzino lo stesso metodo su cui è basato il funzionamento della Penna Parlante di Sapientino.

Un’altra cosa che non ho capito è quale caspita di microscopio usino questi detective. Sicuramente nella vostra carriera scolastica vi sarà capitato di vedere qualche vetrino al microscopio ottico, o addirittura di averlo preparato voi stessi, con la buccia della cipolla o della carota. Cosa vedevate? Delle immagini a due dimensioni, piatte, perché stavate osservando una sezione.
Ora spiegatemi per quale arcana ragione, gli investigatori di CSI, al microscopio ottico, non vedono delle sezioni piane ma delle immagini in 3D. Ma quei microscopi li hanno avuti in prestito dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts? Cosa costa far vedere delle immagini 3D associate al microscopio elettronico a scansione e delle immagini piane per quello ottico?

Ma l’errore più grossolano è questo: le detective non possono tenere i capelli al vento come Siria la Bionda Valkiria, i vostri capellini potrebbero cadere sulla scena del delitto, infilarsi nei matracci stappati, e contaminare le prove. Ve lo dice una persona che se non si raccoglieva i capelli, non avrebbe avuto l’autorizzazione ad entrare in un laboratorio … enologico. Inoltre, per favore, quando fate i campionamenti sulla scena del delitto, mettete le tutine bianche: non sono un paio di guanti di lattice a garantire l’asetticità delle prove. D’accordo che non siano l’abito più femminile del mondo, ma pensate anche all’Omino della Michelin che pure lui d’ogni tanto ha bisogno di qualche “brivido”.

In sostanza, non ci vuole molto per capire che tanti di questi serial scadono parecchio dal punto di vista scientifico: basta ragionare un po’ e ci si rende conto che il peggior errore che una produzione può fare è cercare di trasformare un detective in un “topo di laboratorio”. Sono due professioni differenti, complementari, ma opposte. Mescolandole insieme si ottiene un mix catastroficamente esilarante, e non per una studentessa di facoltà scientifica, ma per tutti i telespettatori.

E’ molto più credibile vedere Belfagor, il tossicologo, che rimette nel frigo un matraccio tappato, piuttosto che vedere la bellona di turno, capelli al vento, che spipetta quantità casuali di liquido non identificato, tenendo la pipetta al contrario.

Grazie per aver letto il chilometrico post!

 
 
 
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