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La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

 

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Il Fermento di Yoghurt del Dott. Stepanian

Post n°179 pubblicato il 28 Novembre 2011 da lafarmaciadepoca
 

Avete mai sentito parlare di “batterioterapia lattica”? Ma sì, quella particolare terapia a base di latte yoghurtizzato, frutto di anni di studio del Dott. Nishan Der Stepanian, intraprendente armeno, che nel 1913 aprì a Torino un laboratorio specializzato in fermenti lattici.

Oggi lo yogurt (o yoghurt, come andrebbe scritto) è quasi in ogni frigorifero italiano, ma all’epoca ci mise molto ad affermarsi: quella “diavoleria armena” proprio non riusciva a convincere.

Lo yogurt del passato, difatti era commercializzato come un lassativo disinfettante dell’intestino, che però, come lo yogurt moderno aveva un piccolo problema non trascurabile legato alla natura del prodotto. Per ottenere l’effetto lassativo era, (ed è!) necessario mangiarsene dei bidoni.

L’unico modo per venderlo efficacemente era pubblicizzare il prodotto e le sue proprietà benefiche allo spasmo: fa bene all’intestino, fa bene alla carnagione, fa bene in generale, va bene per tutti e così via. Se vi siete mai chiesti quando nella storia d’Italia abbiano iniziato a “trapanarci” il cranio con le virtù magiche dello yogurt, sappiate che sono ben 98 anni di trituramento continuo. Sì, io e gli yogurt benefici non andiamo d’accordo.

La scatola di latta conteneva 100 g di fermenti lattici con vitalità garantita un anno.
Essi potevano essere assunti “nature”, per preparare il latte yogurtizzato oppure, seguendo le istruzioni accluse nella scatola, poteva servire per preparare il vero yogurt.

Ecco la foto della scatola:


Misura 5,5 cm x 5,5 cm x 10,5 cm di altezza. La data di produzione riporta “marzo 1939”.
I Laboratori di Fermenti Lattici del Dott. Der Stepanian erano siti in via Nicomede Bianchi, ma non credo siano sopravvissuti all’edilizia galoppante degli anni 70. Comunque, se qualche torinese avesse notizia dello stabilimento, mi  mandi una mail: è bene che anche le ubicazioni dei laboratori non vadano perdute!
La scatola era bilingue, sia italiano, sia francese. Probabilmente la sede di Torino serviva anche la Francia meridionale anche se non ho trovato conferme di questa mia supposizione.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 
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