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Il ritratto di Dorian Gray

Post n°48 pubblicato il 04 Marzo 2011 da ANGELO_57

  Dorian è un ragazzo bellissimo. Un pittore suo amico, Basil Hallward, gli regala un ritratto in cui riesce quasi a fissare, oltre che quella del suo fisico, anche la bellezza della sua anima. Un amico dell'artista, Lord Henry vedendo l'opera è rapito dalla bellezza che scaturisce dal ritratto e dalla persona che ne è il soggetto, e chiede assolutamente a Basil di conoscerlo di persona. Reticente dapprima, suo malgrado il pittore cede ed è costretto a presentargli il bellissimo e giovanissimo Dorian Gray.


Il giovane ed innocente Dorian lega subito con il vissuto Lord Henry, ammaliato dall'affascinante oratoria del suo interlocutore. Lord Henry invita il giovane a non sprecare il dono della bellezza e della gioventù, e di sfruttare tutto questo per iniziare una vita piena di esperienze. Questo spinge Dorian Gray ad esprimere, in verità per gioco, un desiderio: desidererebbe che i segni della vita e dell'età comparissero non sul suo volto ma bensì su quello ritratto da Basil,e in cambia di questo prodigio sarebbe disposto a ceder la propria anima. Ma quello che è nato per scherzo, si avvera. A mano a mano che il giovane Dorian perde la sua innocenza, che accumula esperienze non sempre gratificanti, il suo ritratto acquista una ruga, od un'espressione maligna.

Si innamora quindi di una brava attrice che però (o per sua fortuna, in quanto spiccava) lavorava in un teatro "di serie B". Quando ella comunica a Dorian la decisione di voler smettere di recitare per amor suo, egli le rispose che l'avrebbe lasciata perché aveva distrutto la sua migliore caratteristica. Per la disperazione, la ragazza si uccide e Dorian, a cui il pittore aveva donato il quadro, si accorge di un lieve cambiamento di quest'ultimo, che pensa dovuto alla sua sconsiderata reazione di fronte all'amata. Dorian, distaccato completamente dalla realtà, ormai viveva in una specie di limbo, nel quale l'invecchiamento e l'imbruttimento del quadro diventano un terribile problema per lui. Dorian confessa all'amico Basil (il pittore, che nel frattempo gli ha chiesto, inutilmente, sia di esporre il quadro sia di tornare a posare per lui) il motivo per il quale non ha voluto esporre il quadro, confidando il suo segreto, l'invecchiamento del suo ritratto e non il suo che invece resta giovane, il tempo non riesce ad agire su di lui con i segni della vecchiaia.

 

 Perciò, per evitare che qualcuno possa scoprirne il segreto, lo ripone in una stanza vecchia ed ormai in disuso della sua casa, ma vede dappertutto spie, il primo sospetto infatti è Vittorio, il suo cameriere. Su  Dorian in giro circolano molte dicerie su alcune sue azioni sinistre, e Basil prima di partire, ne vuol sapere il motivo, per cui Dorian lo invita a guardare il quadro. Al che Basil è disperato per ciò che Dorian ha fatto della sua vita, ma il quadro "suggerisce" al ragazzo (ormai trentottenne) un odio profondo verso Basil che uccide crudelmente a coltellate. Ciò è l'apoteosi della sua sadica malvagità d'animo e' quella di avere ucciso un amico e rimanere del tutto indifferente, come se al posto di Basil vi fosse stata una mosca.  Poi però, pur non arrivando a dispiacersene, se ne pente per la paura di essere incriminato, e chiede aiuto, per disfarsi del corpo, ad un biologo altro amico suo che successivamente si suiciderà per averlo aiutato. Dorian non potendo perdonarsi per aver ucciso un innocente, preferisce l'oblio, nella fattispecie per mezzo dell'oppio.

Incontra qui il fratello di Sibilla Vane, l'attrice amata, morta diciotto anni prima, che vuole ucciderlo, e qui la sua bellezza gli serve per convincerlo che quando sua sorella è morta, egli era un bambinetto, ma l'incontro lo turba e lo spaventa, tanto che, quando un suo amico cacciatore uccide per sbaglio, senza colpa alcuna, un suo collega, si convince che debba succedergli qualcosa di simile. Scopre poi, rallegrandosene non poco, che l'uomo ucciso era Giacomo Vane, il fratello di Sibilla. Era salvo, e con la volontà di   ritornare ad essere un uomo buono. Voleva iniziare adesso una nuova vita. Stanco del suo triste segreto, voglioso di dimenticare tutte le nefandezze da lui compiute e al fine di poter cominciare un nuovo capitolo della propria esistenza, ed essere realmente buono decide di distruggere l'odiata tela. Ma il ritratto è custode della sua anima e il pugnale che la mano di Dorian muove per distruggerlo finirà per colpire egli stesso. Caduto a terra morente, il suo volto riacquisterà le sue naturali fattezze, mentre il dipinto liberato dalla diabolica anima tornerà a risplendere la giovinezza e la bellezza dipinta vent'anni prima.

"" Dorian  decide di distruggere il quadro per il comportamento che aveva assunto nel corso della sua vita, la sua indifferenza morale che lo ha portato, nella sua ipocrisia, ad indossare "la maschera della bontà". Decide così di distruggere il dipinto, che rappresenta la sua coscienza e l’unico testimone ed indicatore della sua colpevolezza.""

 

 

 

Con quest'opera Wilde mette in rilievo la continua lotta fra il bene ed il male, ovvero Dorian ed il suo malefico ritratto. Il bene ed il male albergano  nel cuore di ogni essere umano, sta a noi decidere la strada e la condotta da seguire, se ritrovarci poi alla fine del nostro lungo o breve percorso di vita a dovere guardare il quadro che ci ritrae consapevoli  che stiamo lasciando qualcosa  di ripugnate, malefico  o un piacevole ricordo a chi ha avuto modo di amarci ed apprezzarci. L'immagine che restera' di noi siamo noi stessa a crearla durante la nostra vita e non possiamo alla fine modificarla o cercare di distruggerla. Il ricordo di noi sara' il ritratto che noi stessi abbiamo dipinto.

 

 
 
 
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