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...fini la comédie

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Dall'uomo qualunque...all'uomo qualcuno

Post n°315 pubblicato il 13 Luglio 2012 da picciro

Ciao mondo d'amici...eccoci al nostro consueto appuntamento..sempre felice ma sempre con l'ansia..addosso...sempre appiccicata come un francobollo sulla busta...!! Ohi..mai una volta che esca a comprarsi qualcosa..vabbè...ma ritengo sia una tensione benefica..dettata dalla voglia di regalarsi..in momenti di condivisione che possano farci stare reciprocamente bene....insieme!!


Fatta questa premessa...che serve  a rompere il ghiaccio...(magari gettandocelo addosso...visto il caldo asfissiante..ahahahah)...di cosa voglio parlarvi?
Giorni fa, discorrevo con Leo, il mio adorato nipotino, che ha concluso da poco gli esami di stato (100 e lode) e ...discorrevamo ..dicevo..sulla sua tesina...e un concetto emerso, mi ha molto incuriosito.. Ed ecco l'insight, nasce in me l'idea..di parlarne con voi..di tediarvi..ahahahahah...

Dall'uomo qualunque..all'uomo qualcuno...egregiamente rappresentato in una canzone di Caparezza (che tradotto dal mio dialetto sta ad indicare una testa coi capelli ricci)..ricordate? Quel cantante pugliese de: Sono fuori dal tunnel..del divertimento..lalalalalala...


Bene...in questa canzone Michele Salvemini, appunto Caparezza..descrive in maniera ironica ma con tanta sagacia, questo passaggio...

let's go..my friend..


 Corre l'anno 2009... quando il cantautore, storyteller dei giorni nostri riprende la vicenda dell'uomo "qualunque" analizzandola e confrontandola con la situazione della società contemporanea nel singolo "Io diventerò qualcuno".
Una breve spiegazione su cosa si intende per "uomo qualunque" contestualizzando storicamente il periodo in cui viene collocato.

Siamo nel 1944 quando Guglielmo Giannini fonda un settimanale il cui incipit recita così:


<< Questo è il giornale dell'uomo qualunque, stufo di tutti, il cui solo, ardente desiderio è che nessuno gli rompa le scatole>> 

Siamo alle soglie della fine del conflitto mondiale e in Italia si cerca di ridisegnare uno scenario politico post-fascista.
Giannini riunisce tanti in un partito..il Fronte dell'Uomo Qualunque, animato dal desiderio di dare voce all'uomo comune, all'uomo qualunque appunto..non imbrigliato dalle catene della politica e del partito.Viene proposta l'idea di uno stato amministrativo, guidato non da un politico ma da "un buon ragioniere (molto spesso mi son trovata a dire la stessa cosa chiamandolo un "buon padre di famiglia")
che entri in carica il primo gennaio e se ne vada il 31 dicembre..e non sia rieleggibile per nessuna ragione". Giannini tramuta l'incipit del suo giornale im fatti e scende in campo ottenendo risultati non indifferenti. La sfiducia nella politica è tanta..essa appare disinteressata e distante dai veri problemi della popolazione (è la storia che riproduce sè stessa..!!) dell'uomo qualunque...non contenendo in sè, questo termine, l'accezione negativa postuma che definisce atteggiamenti di sfiducia e perniciosità nei confronti dello stato, i quali divengono poi espressione di apolitica fine a sè stessa, di disinteresse, di semplicismo. Dopo questa breve inquadratura storica, ecco che si può comprendere il dire di Caparezza nel suo singolo...vale a dire il paragone tra gli anni del secondo dopoguerra e il presente.
L'uomo "qualunque" rappresentava dunque un'alternativa politica ai partiti tradizionali dai quali non si sente degnamente rappresentato!!
La canzone dice:

"Io non sono di destra nè di sinistra sono un uomo qualunque! E lo stato è demagogo, nel sistema bipolare non mi ci ritrovo"

Cosa avviene..di contro..ai giorni nostri? Sentiamo ancora Michele..

"Vivo decenni dopo nello stesso clima che su questo fuoco getta più benzina ma non c'è più l'uomo qualunque, tutti sono qualcuno, tutti sono in vetrina"

Se nel passato l'esclamativo era essere un uomo qualunque, oggi
la prospettiva appare ribaltata..essere uomo qualunque ..non paga, si cerca disperatamente di diventare un "uomo qualcuno". Tutti ambiscono a raggiungere le luci della ribalta..a stare sotto il luccichio dei riflettori, a brillare, ad apparire, a manifestare la propria eccellenza, insomma a diventare..vip!
Ben venga!! Ma la fama agognata dai più è una fama transitoria...effimera..velleitaria..come un palcoscenico senza spettatori...

 


Viviamo in un contesto storico in cui diplomi, lauree e specializzazioni sembrano essere tutt'altro che garanzie d'un futuro stabile, molti cercano di farsi strada nell'universo dell'hic et nunc, del tutto e subito, seguendo quelle che, con rammarico, appaiono le vie più semplici e più dirette: il palcoscenico dei reality e dei talent show e ahimè..la piattaforma universale (o quasi) dei blog e dei social network.

Ma se questi "qualcuno" rappresentano la quasi totalità (per fortuna non la totalità) conformandosi l'un con l'altro, non si riducono essi effettivamente a degli uomini "qualunque"? Si svela così l'illusorietà della fama e della gloria...una mera e scarna vanità. Ecco coniato il termine del "qualcunismo" che non conosce limitazioni di sesso nè di età e il cantautore lascia l'onere e l'onore di intonare il ritornello....a voci infantili..si sentono così bambini affermare:

"Io diventerò qualcuno, non studierò, non leggerò a tutti voi dirò di no. Ecco perchè diventerò qualcuno. Se vuoi parlare un po' con me ti devo addare al mio myspace".



Vediamo che Caparezza traccia il profilo dell'uomo qualcuno:

"Partecipa al raduno, di quelli che gridano "Italia uno" poco prima di un programma...E' una farsa, ha una cultura scarsa ma non gli basta il ruolo della comparsa...Lascia nei forum commenti di boria ma si...son piccoli momenti di gloria. Porta avanti una staffetta scorreta, non passa il testimone ma passa a testimonial"

Facilmente intuibile, con Caparezza, che i veicoli di trasmissione della malattia "qualcunista" sono i media...che tendono ad amplificare e trasmettere l'idea dell'uomo qualcuno, che vuole apparire sugli schermi e annovera tra le sue vittorie qualche commento superlativo in qualche blog o social network.
La parte finale del brano contiene una sentenza dai toni tristi e critici e prima del ritornello conclusivo, da un megafono una voce dice:

"Il Fronte dell'Uomo Qualcuno è il partito più votato di questo paese. Grazie ed arrivederci"

L'ascoltatore a questo punto è chiamato in causa, viene invitato a riflettere e a lui viene chiesto:

"Devo aspettare di perdere il mio diritto di voto per guadagnare il diritto alla nomination?"

Ed è sostanzialmente in questi ultimi versi che risiede la preminente differenza tra uomo qualunque e uomo qualcuno:

il primo, seppur formalmente distante dalla politica del tempo, proponeva un nuovo modello sociale, si interessava del bene comune, era membro di un gruppo di pari;

il secondo, invece, sembra incapace di pensare ai problemi sociali ed alla politica, mira esclusivamente all'affermazione personale, a lui piace essere assunto dalla fabbrica delle illusioni!!

Ed ora io..chiamo in causa voi..e a voi....il testimone...

 

 

rosa

 
 
 
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